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Far fronte all'esigenza di nuovi spazi abitativi accessibili a tutti, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, è l'assunto di base del concorso 300house, bandito su un blog un anno fa, e che ha visto la partecipazione di più di 300 tra architetti, studenti e designer, impegnati nella realizzazione di abitazioni dai costi ridottissimi.
Il risparmio è stato chiaramente legato all'uso di materiali resistenti ma di facile reperibilità, e ai metodi di realizzazione basati sulla semplicità e sull'autocostruzione.
Nasce così $300 House Design Challenge sul blog della Harvard Business Review diretto da Vijay Govindarajan, docente di Economia alla Tuck School of Business del Dartmouth College e Christian Sarkar, esperto di marketing; la competizione ha visto partecipare numerosi progetti etorogenei tra loro ma accomunati dalla necessità di raggiungere l'obiettivo: realizzare una casa in maniera quasi primitiva, ma in grado di resistere alle condizioni impervie che spesso caratterizzano le zone di sottosviluppo, e dotate dei servizi necessari al vivere quotidiano.
I progetti vincitori sono stati selezionati da un gruppo di esperti dal settore ma anche dai followers, persone comuni che hanno espresso il loro parere in merito alle proposte ricevute.
I migliori 6 parteciperanno ad un workshop nel quale, grazie ad un badget minimo, realizzeranno i prototipi.
Il primo progetto classificato è ad opera di Patti Stouter, un edificio con involucro strutturale realizzato con sacchi riempiti di calcinacci o sabbia con rinforzi in legno in grado di resistere agli agenti atmosferici o agli eventi sismici: all'interno uno spazio abitativo minimo, essenziale ma dotato di tutto ciò che serve.
Il secondo progetto, Earthbag Community, si basa su una tecnologia costruttiva similare al precedente: sacchi riempiti con terra, argilla, sabbia, tetto e imposte con materiali locali quali legno e bamboo.
Terzo classificato il progetto di Rogerio Almeida e Gustavo Thron che prevedono la creazione di una struttura simile ad una tholos, data da tubi in plastica riempiti ed impilati l'uno sull'altro in maniera concentrica.
L'aereazione naturale e la possibilità di realizzare tecnologie basilari ma utili al vivere quotidiano, rendono questa struttura elementare estremamente vivibile.
I costi ridotti sono inoltre garantiti dalla possibilità di realizzazione in loco con lo sfruttamento di tutti i materiali locali.
Anche le altre proposte arrivate non mancano di originalità e interesse per l'ambiente: tutto ciò dimostra quanto a volte gli sprechi e gli eccessi siano evitabili tramite l'adozione di tecniche e materiali sostenibili.
E che tutto è possibile, anche realizzare un modulo abitativo con poco più di 200 euro.
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