|
È considerato il parente povero nella grande famiglia dei top per cucina, ma è tuttora la scelta preferita dalla maggior parte degli acquirenti. La ragione principale è sicuramente dovuta a motivi economici, che lo fanno preferire di gran lunga ad altre tipologie.
Rimane infatti il più economico tra i top in commercio, pur avendo ora caratteristiche tecnologiche superiori rispetto a qualche anno fa. Rispettando le più elementari regole di manutenzione, può durare a lungo senza dare alcun problema di rigonfiamenti in caso di umidità, e risulta antigraffio a patto che non si vada ad operare con lame e punte direttamente sulla superficie.
È costituito essenzialmente da un pannello in particelle di legno in classe E1, idrorepellente, rivestito da un foglio di laminato plastico HPL ad alta pressione. Nella versione postforming, è possibile adattare il foglio a superfici curve, come, ad esempio, nei classici frontali dei top di spessore 4 cm o di spessori maggiori.
Abbandonato definitivamente il particolare bordo salvagoccia di qualche anno fa (esteticamente poco apprezzato soprattutto nei punti di innesto degli angoli), il top in laminato si arricchisce di nuovi spessori e nuovi bordi, oltre che di nuove finiture, e contribuisce così ad esaltare l'effetto estetico finale di tutta la composizione.
Il top normale da cucina, nella classica versione base, è postformato da un solo lato, quello frontale, mentre ha bordo squadrato rifinito da materiale di altro colore sulla parte retrostante, quella che si appoggia sul muro. Nel caso in cui si dovesse scegliere, per uniformità di materiale, lo stesso top anche per penisola o tavolo, il piano sarà postformato su tutti e tre o tutti e quattro i lati.
In sezione, la forma più di tendenza è quella squadrata, con spessori 4 cm oppure 6 cm, dipende dall'effetto che si vuole dare. Il più richiesto è sicuramente lo spessore 6 cm. Per quanto riguarda i frontali, sono preferiti quelli dello stesso colore e dello stesso materiale di tutto il piano (laminato unicolor).
In alternativa, soprattutto nelle cucine classiche, si preferisce il bordo in legno, che richiami, come materiale o anche solo per colore, la stessa essenza delle ante. Le finiture superficiali sono varie, sia per colori proposti che per textures, anche se sconsiglio la finitura effetto bocciardato (ormai in disuso, peraltro), in quanto più difficile da pulire.
Nei modelli più moderni, il bordo può essere in alluminio (facilmente deformabile) o in acciaio (più resistente), oppure in ABS dello stesso colore o a contrasto.
Il successo di questo tipo di materiale, è dovuto anche al fatto che è facilmente lavorabile sul posto, in caso di pareti ad angolo fuori squadro, oppure se c'è necessità di tagli per allargare i fori di piano cottura e lavello, in quanto si utilizzano i normali utensili da falegnameria.
Per quanto riguarda l'alzatina, che rifinisce il top nella parte dove questo incontra la parete di appoggio, se non si è fatta una scelta particolare come può essere ad esempio la pannellatura h 40 cm in acciaio o altro materiale, allora la scelta migliore è quella a sezione triangolare, in metallo, magari rivestito della stessa finitura del piano.
La base allargata della sezione triangolare, infatti, permette di risolvere qualche piccola imperfezione della parete, magari non perfettamente liscia; o magari si può così mascherare qualche muro che, nel formare l'angolo, non è esattamente a 90°. Ancora, si possono meglio rifinire le imperfezioni dovute al taglio praticato per inglobare qualche pilastro.
Anche qui, l'estrema facilità di lavorazione sul posto, permette una risoluzione di piccoli problemi altrimenti impossibile, dal momento che con un semplice seghetto alternativo si può sagomare il piano per adattarlo alla nuova situazione, per poi rifinire tutto il lavoro con l'alzatina, appunto.
La manutenzione è facile, con qualche accorgimento: anche essendo commercializzato come ignifugo, il top in laminato in realtà soffre le temperature alte, come possono essere, ad esempio, quelle generate direttamente sulla superficie, appoggiando una pentola appena tolta dalla fiamma, oppure nel caso di cattivo funzionamento dei bruciatori del piano cottura.
È idrorepellente, ma fate attenzione ai punti di discontinuità più sensibili alla penetrazione di liquidi, come ad esempio i punti di innesto tra due pezzi che concorrono a formare un angolo, oppure, più semplicemente, lungo le linee dei fori per l'incasso di piano cottura e lavello. Sono questi i punti critici, a prescindere dalla rifinitura tecnica adottata, come quella a base di silicone.
|
||