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Andando in Romagna, è facile notare la grande bellezza dei tessuti per la casa (principalmente tovaglie con relativi tovaglioli, copritavoli, asciugamani, strofinacci e biancheria da letto) decorati con i disegni tradizionali e realizzati con raffinate tecniche artigianali di stampa manuale tramandate da ormai molti anni.
Tuttavia, le prime descrizioni di questi tessuti risalgono ai primi decenni dell'800, anche se è noto che questa tecnica di lavorazione era conosciuta e praticata nello Stato Pontificio (di cui faceva parte la Romagna) già nel XVII secolo.
È logico inoltre pensare che questa tipologia di decorazione, che prevede l'uso di timbri manuali per realizzare decorazioni seriali, si sia sviluppata per imitare - con mezzi economici e facilmente reperibili (la coltivazione della canapa fino al secolo scorso era infatti estremamente diffusa nelle campagne della Romagna, in moltissime case contadine si praticava la tessitura, e infine il principale pigmento si ricavava dalla comunissima ruggine) - le molto più ricche e pregiate stoffe ricamate o con decorazioni intessute, come ad esempio i broccati o i lampassi.
Il repertorio dei disegni tradizionali è molto vario e comprende:
- Motivi di origine contadina, tra cui ad esempio la rappresentazione di piante (tralci di vite, grappoli d'uva, pigne, spighe di grano), animali (galli, galline, tori, colombe) e oggetti d'uso (tra cui ad esempio vasi, boccali e caveje, cioè i perni di collegamento tra il carro e il giogo per i buoi).
- Motivi devozionali, tra cui ad esempio scene della vita di Cristo, immagini dei santi e rappresentazioni della Madonna.
- Animali reali (aquile, cervi, fagiani, delfini, pantere, donnole, salamandre e nei periodi più recenti anche pesci) o immaginari, tra cui ad esempio draghi, sfingi e grifoni.
- Motivi geometrici e floreali mutuati dalle tradizionali decorazioni per stoffa, generalmente simmetriche e modulari: in questa categoria troviamo quindi una stupefacente varietà di raffigurazioni di fiori, foglie, tralci, intrecci, greche e girali, che, ripetuti variandone orientamento e inclinazione, consentono di ottenere una gamma illimitata di bordi e campiture.
Inoltre, poiché ogni laboratorio e/o famiglia di stampatori aveva (ha) le proprie matrici, esistono praticamente infinite varianti (nella composizione, nella grafica e nello stile) di ciascun disegno.
La tecnica per la produzione delle tele romagnole, tramandata di generazione in generazione dagli esperti stampatori, prevede numerose fasi di lavoro.
Per prima cosa la tela grezza, che - per una maggiore fedeltà alla tradizione ormai consolidata - dovrebbe essere di fibra di canapa, lino o cotone e tessuta con un telaio manuale, viene ben stesa sul tavolo di lavoro (leggermente imbottito per per consentire una migliore aderenza del timbro alla stoffa), allo scopo di evitare sbavature e imperfezioni durante la stampa vera e propria.
Successivamente, si passa alla stesura dei colori su un apposito tampone, che servirà ad inchiostrare le matrici di legno con cui verrà impresso il disegno: anticamente, il colore più diffuso era il marrone, ottenuto dalla pasta di ruggine con un procedimento di cui ogni artigiano aveva la propria variante particolare, tenuta rigorosamente segreta. Più recentemente si sono diffusi anche altri colori, come ad esempio il verde, il rosso e il blu, ricavati da pigmenti di origine minerale.
Le matrici di legno - solitamente intagliate direttamente da ciascuno stampatore (ogni bottega ha infatti il proprio patrimonio di timbri) nel legno di pero, ritenuto particolarmente adatto allo scopo e facilmente reperibile - vengono quindi appoggiate sulla stoffa, battute con un mazzuolo di legno e successivamente rimosse e spostate per ripetere l'operazione.
Una volta completato il disegno voluto, la stoffa viene quindi messa ad asciugare, immersa in un bagno di fissante per rendere stabile il colore, e infine sottoposta a vigorose risciacquature, così da testarne la capacità di resistere a numerosi bucati con i detersivi moderni (o anticamente con la liscivia).
Rispetto alle tele realizzate industrialmente, è possibile riconoscere una tela romagnola autentica (cioè realizzata con la tecnica tradizionale dello stampaggio a mano) dai seguenti elementi:
- Disegno visibile anche sul rovescio della stoffa, sebbene in maniera meno evidente rispetto al dritto; inoltre, proprio sul retro del tessuto sono maggiormente percepibili le inevitabili imperfezioni di una stoffa stampata a mano.
- Lievi imperfezioni nel disegno, come ad esempio piccole sbavature o zone di colore non perfettamente omogeneo (più chiare o più scure): questi piccoli difetti di produzione, inevitabili anche nei lavori eseguiti dagli artigiani più esperti e molto apprezzabili perché rendono unica e irripetibile qualsiasi tela stampata, sono dovuti sia a imprecisioni nell'incisione o all'usura della matrice in legno con cui viene stampato il disegno, sia alla non perfetta stesura del colore sulla matrice o alla diversa forza dei colpi di mazzuolo.
- Piccole dissimmetrie nei motivi seriali: infatti, poiché i motivi seriali, come esempio le bordure di copriletti e tovaglie o le decorazioni simmetriche, vengono realizzate stampando più volte la stessa matrice, generalmente si notano lievi difetti di esecuzione, tra cui ad esempio piccoli salti di quota nell'allineamento del disegno, oppure intervalli variabili nella ripetizione del motivo base e/o piccole rotazioni dello stesso.
Ad oggi, poiché con metodi industriali è possibile ottenere tessuti stampati in modo molto più veloce ed economico (anche se il prodotto finale è ovviamente di qualità molto inferiore e assai meno pregiato), le botteghe artigiane specializzate nella produzione di autentiche tele romagnole sono purtroppo rimaste poche.
Tuttavia, nel 1997 questi produttori hanno deciso di fare rete fondando l'Associazione degli Stampatori di Tele Romagnole, i cui aderenti rappresentano una delle tante eccellenze del made in Italy.
Perciò, se desiderate acquistare un'autentica tela romagnola per abbellire la vostra casa, potete rivolgervi ai migliori rivenditori di biancheria per la casa (le tele romagnole vengono infatti esportate anche in altre regioni) o recarvi direttamente in una delle botteghe consigliate nel sito dell'Associazione.
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