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Voglia di qualcosa di nuovo? A volte anche rinnovare, seppur parzialmente, il look della casa ci aiuta a soddisfare quel desiderio di cambiamento che fa parte dell'essere umano.
Ma quanto ci costa? Arredare con i tessuti è un modo per personalizzare casa in maniera poco dispendiosa, soprattutto se le decorazioni sui tessuti si realizzano in fai da te!
Così aggiungiamo al sollievo di cambiare senza un eccessivo esborso la soddisfazione di creare qualcosa con le nostre mani.
Nel seguente articolo vedremo insieme come realizzare una decorazione con la tecnica del batik. Tra i vari modi con cui si possono decorare i tessuti per arredamento quella del batik rimane una tra le tecniche più affascinanti.
La parola Batik deriva dal termine indonesiano ambatik che significa tessuto con tanti puntini, gocce, macchie. Infatti tik significa proprio gocce, macchioline o puntini mentre tritik, descrive un processo di colorazione di porzioni di tessuto cucite o annodate.
L'origine del Batik è sconosciuta. È probabile che sia nato da una casualità di errori, effetti di contaminazione dei colori sui tessuti, gli stessi che possono capitare a chiunque quando i capi si annodano fra loro e perdendo il colore, creano effetti stravaganti raramente apprezzati dal proprietario del capo scolorito!
Si tratta di una tecnica antichissima che viene praticata in Indonesia, India meridionale e altre regioni del sud est asiatico sin dal XII secolo e che, in tempi recenti, è stata semplificata con dei procedimenti meccanizzati. I primi ritrovamenti della tecnica risalgono nell'antico Egitto verso il IV secolo A.C.
Allora veniva eseguita su strisce di tessuto ricavate da bende per mummie che venivano imbevute di cera d'api, poi graffiate con un ago appuntito, tinte con sangue e cenere e successivamente lavate in acqua calda per eliminare la cera.
La tecnica si è poi sviluppata in Indonesia durante le cerimonie religiose. In Europa fu introdotta nel XVII secolo, raggiungendo il culmine della sua popolarità all'Esposizione Universale di Parigi del 1900. Diventò subito in voga e ancora oggi il batik è una tecnica molto amata per la decorazione dei tessuti destinati all'abbigliamento ma soprattutto all'arredamento.
La lavorazione del tessuto batik sull'isola di Giava è considerata addirittura un'esperienza mistica e viene ben descritta dalla parola batik manah il cui significato è creare un batik sul cuore.
Il batik consiste nel coprire (riservare è il termine tecnico), delle parti di tessuto da tingere con della cera liquida che impedisce l'assorbimento del colore in determinati punti.
Il procedimento per la realizzazione di un decoro con tecnica batik è semplice: si applica la cera diluita sulle porzioni di tessuto che non vogliamo colorare.
La cera può essere stesa anche a pennello. Fatto questo, si immerge il tessuto nel colore. Quando quest'ultimo è ben asciutto, se lo si desidera, si può applicare la cera anche in altre zone e immergere nuovamente il tessuto in un secondo colore. Si parte con i colori più chiari e via via si passa ai colori più scuri.
Il supporto su cui si esegue tradizionalmente il batik è una stoffa leggera, solitamente tessuta con filato sottile e di trama regolare, che permetta la realizzazione precisa del disegno.
Nella revisione in chiave moderna di questa antica tecnica alcuni la realizzano anche su una carta particolarmeente robusta.
Le fibre che compongono il tessuto devono accettare bene i coloranti, le migliori sono le fibre naturali come la seta, il cotone o mussola e il lino. Tra le fibre artificiali, le uniche adoperabili per il batik sono la viscosa e il rayon ma soltanto in tessuti misti.
La lana non è adatta per la tintura con il batik.
La cera per il batik è la migliore, ma si può usare anche qualunque altro tipo, come la paraffina, la cera per candele o la cera d'api.
La paraffina tende a screpolarsi, ma questo non è uno svantaggio, perché permette di ottenere degli effetti striati. La cera per candele, invece, tende a sfaldarsi, per cui è meno sicura di quella d'api che è molto malleabile e facile da usare.
La cera va scaldata a bagnomaria per evitare che raggiunga temperature troppo alte.
La tecnica vera e propria del batik richiede l'utilizzo di una attrezzatura specifica.
Per ottenere migliori risultati occorre che il tessuto sia ben teso; se non avete l'apposita cornice da batik, potete usare come telaio alòternativo anche la cornice di un vecchio quadro.
I colori da stoffa vanno in genere tutti bene, anche se alcune case produttrici commercializzano quelli specifici per il batik.
Per tracciare l'area nella quale andrà versata la cera si usa uno strumento chiamato tjanting, costituito da una specie di cucchiaio metallico con manico in legno, con un sottile beccuccio a una estremità.
La cera si versa nel cucchiaio e si distribuisce con il beccuccio. In mancanza di questo strumento si potrà usare anche un pennello appuntito, di piccole dimensioni.
Per prima cosa bisogna posizionare il tessuto sul telaio da batik e tracciate il disegno con un gessetto. Se il tessuto è trasparente, si può esegiure un disegno su un foglio per poi disporlo tra tessuto e telaio.
Sciogliete la cera e versatela sul disegno con un pennello, in modo che la traccia si veda in trasparenza. Se usate il tjanting, immergete il cucchiaio nella cera e aspettate che si rapprenda leggermente. Versatene una metà del contenuto e quindi iniziate a tracciare il disegno sulla stoffa con il beccuccio.
Tingete la stoffa con un apposito colorante, a cui avrete aggiunto del fissativo, oppure versate il colore su di essa con pennello. La parte ricoperta di cera sarà preservata dal colore.
Le screpolature che si formeranno sulle tracce in cera contribuiranno a creare quelle striature che rendono così affascinante questa tecnica.
Risciacquate accuratamente la stoffa e lasciatela asciugare all'aria.
La cera si toglie immergendo il tessuto in acqua calda o staccandola con il ferro da stiro. Per lana e seta state attenti che l'acqua non sia troppo calda.
Risciacquate bene.
Per chi non è molto pratico con il disegno ameno libera, è possibile eseguire il batik con la tecnica dei nodi.
Il suo nome è tie&dye ma fa parte della tecnica batik. In effetti è la sua semplificazione estrema e consiste nell'annodare in alcuni punti la stoffa da tingere per poi versare il colore.
In questo modo il colore non sarà assorbito dalle parti annodate.
Pur essendo molto semplice questo procedimento può permettere di creare effetti molto belli, soprattutto versando varie tonalità di colore in fasi successive. Siccome dal colore di base del tessuto dipenderà molto dell'effetto finale, è bene iniziare con un tessuto bianco o di colore chiaro e usare un solo colore per la tintura.
Prima di iniziare il procedimento è necessario lavare con cura il tessuto, assicurandosi che sia perfettamente pulito. A questo punto piegate il tessuto a fisarmonica e praticate dei nodi alle due estremità. nUsate quindi i colori selezionati, che vanno diluiti in acqua fredda o tiepida seguendo le istruzioni riportate sulla confezione.
Quando la stoffa avrà assorbito bene il colore, toglietela dalla bacinella e sciacquatela bene.
Quindi sciogliete i nodi, fatela asciugare all'aria e stiratela.
Variando la posizione dei nodi e usando dei piccoli legacci di spago è possibile realizzare tante variazioni sul tema e ottenere delle graziose fantasie astratte.
Un trucco da tenere in considerazioneè anche quello di inumidire leggermente il tessuto prima di annodarlo. In questo modo il colore penetrerà anche nei nodi, ma solo parzialmente.
Ad esempio, se si vogliono ottenere delle righe regolari, dopo aver piegato il tessuto a fisarmonica, legatelo in vari punti con dello spago; succesivamente alla tintura il tessuto va lavato con cura e poi liberato dallo spago.
Per ottenere il classico motivo a cerchi, invece, tessuto va annodato soltanto al centro.
L'operazione si può ripetere anche in un altro angolo del tessuto. Per avere dei cerchi pregolari si possono usare sassolini o fagioli. Poneteli al centro del punto interessato e raccogliete intorno il tessuto, con vari giri di spago. In questo modo si otterranno dei cerchi striati intorno a un centro più scuro.
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