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Ci sarà o no? E quanto costerà? E chi la pagherà? Tanti sono gli interrogativi sorti all'indomani della notizia dell'introduzione della tassa sugli ascensori anche se il governo cerca di frenare gli animi. Ecco la cronaca degli ultimi giorni in attesa di avere notizie più certe con il provvedimento di cui tanto si parla.
Confedilizia, l'associazione nazionale dei proprietari di immobili, ha lanciato l'allarme.
Il Ministero dello sviluppo economico, secondo quanto riporta l'associazione, avrebbe licenziato uno schema di d.p.r. attuativo della direttiva comunitaria 2014/33/Ue sulla sicurezza degli ascensori che dopo essere passato sul tavolo del Ministero dello Sviluppo economico, entro il 19 aprile arriverà su quello del Consiglio dei ministri.
Nello schema di dpr si prevede l'obbligo di effettuare una verifica straordinaria degli ascensori esistenti, attribuendo ai soggetti verificatori, cioè coloro che sono abilitati a verificare e certificare la conformità degli ascensori, la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di casa.
L'obbligo in questione, secondo quanto prevede Confedilizia, in realtà non è in alcun modo previsto dalla direttiva europea di cui il d.p.r. costituisce attuazione. Oggi le verifiche sugli ascensori seguono queste cadenze prestabilite:
- ogni sei mesi, per legge, gli ascensori sono sottoposti a manutenzione da tecnico abilitato o ditta specializzata, con verifica di paracadute, limitatore di velocità, dispositivi di sicurezza, funi, catene e attacchi, isolamento impianto elettrico e collegamenti con la terra
- ogni due anni, per legge, gli ascensori sono sottoposti a verifica dall'Asl o dall'Arpa o da un organismo di certificazione autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico e notificato alla Commissione europea.
Inoltre, sempre per legge, qualora il manutentore rilevi un pericolo, deve fermare l'impianto, fino a quando non sia stato riparato, informandone il proprietario, l'incaricato delle verifiche periodiche e il Comune per l'adozione di eventuali provvedimenti di competenza.
L'articolo 2 del provvedimento stabilisce che per gli ascensori già in servizio e conformi alle norme vigenti alla data di adozione del decreto attuativa della direttiva Ue, i soggetti verificatori, ovvero i professionisti abilitati alla verifica e alla certificazione di conformità degli ascensori, dovranno fare in occasione della prima verifica periodica (già prevista per legge) una verifica di ulteriori requisiti minimi di sicurezza.
Tali requisiti sono:
- la precisione di fermata e livellamento tra cabina e piano
- presenza di illuminazione del locale macchine
- presenza ed efficacia dei dispositivi di richiusura delle porte di piano con cabina fuori dalla zona di sbloccaggio
- presenza di porte di cabina
- rischio di schiacciamento per porte motorizzate
- presenza di dispositivo di comunicazione bidirezionale in caso di intrappolamento in cabina
- illuminazione della cabina.
Viene disposto quindi che se, a seguito della verifica, si dovesse rilevare la non rispondenza degli ascensori ai requisiti di sicurezza ulteriormente previsti si dovranno subito avviare lavori di ristrutturazione che ovviamente hanno dei costi.La nuova verifica straordinaria così come prevista nello schema di dpr al vaglio del Ministero dello sviluppo economico si configura di fatto come una tassa a carico di milioni di proprietari di casa e a beneficio di pochi operatori che ne hanno chiesto l'imposizione che risulta pari al doppio della TASI, abolita da quest'anno, secondo quanto previsto dalla legge di Stabilità 2016 (Legge 28 dicembre 2015, n. 208) sull'abitazione principale come già accade per l'IMU.
A conti fatti, prendendo come media della Tasi prima casa circa 170 euro annue a famiglia, le nuove norme che il governo si appresta a varare porterebbero un esborso che potrebbe arrivare fino a più di 350 euro annui a nucleo familiare.
Come ha sottolineato anche il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, la sicurezza è un mero pretesto, perché cela interessi di alcune categorie che intendono lucrare a spese di condòmini e proprietari di casa.
Ebbene il Ministero dello Sviluppo economico ha però affermato che, al contrario di quanto affermato da Confedilizia, la bozza di decreto al vaglio non prevede verifiche straordinarie, bensì controlli di sicurezza da svolgersi nell'ambito della prima verifica ordinaria utile.
Maggiore attenzione è prevista solo per gli ascensori che sono stati installati prima del 1999, cioè prima dell'applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianti.
Se il decreto dovesse essere approvato, tali ascensori saranno soggetti a verifica non solo con riferimento ai requisiti vigenti all'epoca, ma anche con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, come per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell'ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate.
Il Ministero dello sviluppo economico precisa inoltre che i requisiti da verificare sono stati individuati in modo proporzionato e selettivo, quindi, non possono determinare spese eccessive. Inoltre, gli interventi in questione possono essere graduati su un massimo di quattro anni e beneficiano delle detrazioni fiscali previste per gli interventi di manutenzione straordinaria degli edifici, per cui l'onere che resta a carico dei proprietari sicuramente non vanifica il vantaggio derivante dalle riduzioni delle imposte sulla casa.
Non resta a questo punto che attendere il provvedimento per scoprire quanto c'è di vero in quello affermato da Confedilizia e in quello sostenuto invece dal Ministero.
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