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Come prevenire i danni da tarli a mobili e strutture in legno

Gli insetti xilofagi, tra cui i tarli, possono causare gravi danni a mobili, infissi ed elementi strutturali in legno: vanno quindi elimati con interventi adeguati.
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Gli insetti xilofagi: una minaccia per il legno degli edifici


Il legno è da sempre molto utilizzato in edilizia e architettura per la costruzione di strutture portanti come capriate o solai, porte interne e finestre a vetri, scuri, persiane e pavimenti in parquet spesso riccamente intarsiati.

Esistono inoltre interi edifici o tramezzi costruiti con la tecnica dell'opus craticium o traliccio di legno, in cui la struttura portante è formata esclusivamente da un telaio di montanti e traversi in questo materiale. Non mancano infine mobili e opere d'arte come sculture, bassorilievi o dipinti su tavola.

Queste realizzazioni, se adeguatamente curate, hanno una durata di secoli o perfino millenni.

I maggiori fattori di rischio per la conservazione del legno sono l'esposizione alle intemperie e soprattutto all'umidità, con conseguente proliferazione di funghi e muffe, e ovviamente gli attacchi degli insetti xilofagi come tarli del legno o termiti.

Legno con gravi danni prodotti dai tarli
Tra questi, le termiti del legno possono causare perfino il collasso di intere strutture ma i tarli deturpano irrimediabilmente la superficie decorata di un mobile o un'opera d'arte.
È dunque fondamentale prevenire queste situazioni con idonei trattamenti di disinfestazione e protezione.


Come riconoscere il tarlo del legno


Il tarlo è la tipologia di insetti del legno più diffusa in Italia; precisamente, sono le larve di varie specie di coleotteri che si nutrono delle fibre del legno.

Tra queste riconosciamo:

  • i tarli del legno cerambici o capricorni delle case;

  • i tarli anobidi o tarli comuni del legno;

  • lo Xestobium rufovillosum, detto anche grande tarlo o orologio della morte;

  • i lictidi (Lyctus brunneus).

Tarlo cerambide adulto, by Centro Italiano Antitarlo
I cerambici si riconoscono facilmente per le loro dimensioni maggiori (dai 15 ai 20 mm), le gallerie molto ampie e profonde e il tipico rumore distintivo della specie.

L'orologio della morte è invece bruno-rossastro con macchioline più chiare e dimensioni comprese tra 5 e 7 mm. Le altre due specie sono infine nettamente più piccole (2 o 3 mm di lunghezza) e anche le loro gallerie hanno oviamente un diametro inferiore.

Il ciclo vitale di un tarlo si compone di varie fasi.
Le femmine adulte depongono le uova nelle cavità del legno non trattato come vecchie gallerie preesistenti, fori di chiodi, giunzioni tra i pezzi o fessure da ritiro.
Dopo la schiusa le larve cominciano a nutrirsi di cellulosa scavando lunghe e tortuose gallerie: è in questa fase che si producono i danni maggiori. Una volta cresciuti, le tarme del legno si accoppiano depondendo ancora una volta le uova.

Larve di tarlo su un legno gravemente infestato
La fase larvale dura generalmente due o tre anni mentre la vita adulta è estremamente più breve: da due a quattro settimane soltanto.

Generalmente il tarlo causa danni di modesta entità, cioè tali da non mettere a repentaglio la sicurezza statica di un elemento strutturale, ma una grave infestazione può ugualmente diminuire sensibilmente la sezione resistente di una trave o una capriata: è quindi importante riconoscere i sintomi di un attacco per adottate le contromisure adeguate.

Larva di tarlo, by Centro Italiano Antitarlo

Quali sono i segnali caratteristici della presenza del tarlo ?



  • Il rosume, cioè una specie di segatura costituita dalle porzioni di legno non digerite che si deposita in mucchietti sul pavimento in corrispondenza di un solaio, soffitto o tetto di legno, sotto i mobili o gli infissi interni ed esterni;

  • i fori di sfarfallamento, cioè di uscita degli insetti del legno adulti dalle gallerie precedentemente scavate nel legno;

  • il rumore di rosicchiamento, simile a un ticchiettio e proveniente dall'interno del legno, viene prodotto da alcune specie come i tarli cerambici o gli orologi della morte durante lo stato larvale;

  • la presenza di larve e/o insetti adulti, vivi o morti.

Vecchi fori di sfarfallamento e gallerie di tarli
In base a queste caratteristiche si può identificare la specie con sicurezza.


Principali metodi di disinfestazione e protezione dai tarli


I trattamenti antitarlo hanno la duplice funzione di bonificare i manufatti con infestazioni in atto uccidendo gli insetti, le larve e le uova, e successivamente di proteggere il legno da nuovi attacchi creando un ambiente ostile agli insetti xilofagi.

Esistono varie tipologie di trattamenti antitarlo, ciascuna dei quali con specifiche applicazioni.

Capriata in legno con lievi danni da tarli


Quali sono i trattamenti antitarlo?



  • Trattamento con aria calda;

  • trattamento con sottrazione dell'ossigeno (anossia);

  • trattamento con riscaldamento a microonde;

  • trattamento con impregnazione di prodotti biocidi.

Qualsiasi tipologia di trattamento deve ovviamente garantire alcuni requisiti prestazionali molto precisi:

  • non recare danno ai manufatti lignei, soprattutto nel caso di elementi strutturali o con superfici decorate;

  • non essere tossico per l'uomo e gli animali domestici;

  • non inquinare l'ambiente.

Travetti di un solaio alla toscana con gravi danni da tarli
Naturalmente, per individuare il trattamento più idoneo occorre tenere conto delle caratteristiche dell'oggetto (forma, dimensioni, stato di conservazione), identificare la specie coinvolta e stimare la gravità dell'infestazione. Il riconoscimento della specie viene generalmente eseguito a vista da personale specializzato, mentre la gravità dell'attacco è rilevabile con apposite indagini diagnostiche preliminari.

Il Centro Italiano Antitarlo propone tre trattamenti specifici.

ThermoSystem® è ad esempio appositamente studiato per gli elementi strutturali come travi e capriate o per i controsoffitti decorati non portanti e le boiserie.

L'uccisione dei tarli avviene mediante l'innalzamento della temperatura fino a 55 °C, senza l'uso di biocidi o altre sostanze.

Dopo aver accuratamente isolato la superficie da trattare con una coperta termica si procede infatti all'immissione di aria calda alternata a fasi di raffreddamento.
Il trattamento viene costantemente monitorato con telecamere agli infrarossi e la regolazione della temperatura per non sottoporre il legno a stress meccanici che potrebbero danneggiarlo.

Dev'essere inoltre accompagnato dall'applicazione di prodotti repellenti o protettivi perché prevede la sola eliminazione degli agenti infestanti.

Il trattamento anossico ZeroSystem® è invece particolarmente indicato per i manufatti di piccole dimensioni. L'uccisione dei tarli si ottiene impacchettando gli oggetti in involucri stagni dai quali è successivamente sottratto l'ossigeno. Il trattamento ha una durata indicativa di venti giorni. L'integrità del manufatto è garantita dal mantenimento costante e inalterato dei valori di temperatura e umidità dell'ambiente.

Superficie legnosa con gravi danni da tarli
Il trattamento a microonde MicroSystem®, efficacie su mobili antichi, opere d'arte, parquet e boiserie prevede infine l'uso di una speciale cabina mobile e smontabile per l'emissione di microonde, che riscaldano gli insetti xilofagi fino alla loro eliminazione completa.
Il sistema è efficace anche su oggetti di materiali compositi, come legno e metallo, legno e tessuti, eccetera.

L'ultimo sistema, applicabile anche con il fai da te, consiste infine nella stesura di appositi prodotti come Complet Antitarlo di ECOLKEM conforme alle norme UNI EN 22 e 46 per il Controllo e prevenzione delle larve.

Si tratta di un prodotto incolore e inodore classificato come presidio medico chirurgico.
Ha una lunghissima durata (ben dieci anni), non provoca allergie, è atossico per l'uomo e non corrode i metalli. Rende il legno idrorepellente, proteggendolo dall'umidità, senza alterarne la superficie o lasciare residui secchi o untuosi. Non si degrada alla luce ed è efficace anche contro le alghe, i funghi e le muffe.

Complet Antitarlo di Edilkem
Si applica con varie modalità:

  • A pennello: è il sistema più semplice ed economico ma richiede molta cura e pazienza da parte dell'operatore. Inoltre non garantisce sempre risultati ottimali perché risulta difficile far penetrare omogeneamente il prodotto nelle cavità o fessure da ritiro.

  • A spruzzo: in base alla grandezza delle goccioline si distinguono i trattamenti a polverizzazione e quelli ad atomizzazione o nebulizzazione. La prima tecnica limita l'azione alla superficie raggiunta nel getto, mentre la seconda risulta più efficace perché la penetrazione nel legno è più omogenea e profonda. É un sistema particolarmente utilizzato soprattutto per le ampie superfici come solai o pavimenti ma richiede la perfetta protezione delle opere da non trattare con grandi teli di plastica trasparente.

Legno con fori di sfarfallamento e gallerie prodotte da tarli

  • A immersione: può essere breve o prolungata. La prima ha una durata di pochi minuti e si applica a materiali segati con umidità inferiore al 25% e spessori minori di 27 mm, mentre la seconda, ovviamente dalla durata nettamente superiore, si esegue anche su legni poco stagionati, cioè con umidità al 35%. Si tratta di un metodo complessivamente molto efficace.

  • Per impregnazione, ottenibile sia con l'esecuzione di fori e la sistemazione nel punto voluto di apposite cartucce di biocida, sia mediante vere e proprie iniezioni nel legno con specifici macchinari.

riproduzione riservata
Tarlo del legno: come eliminare il problema
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