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Le stufe a pellet negli ultimi anni sono una soluzione per il sistema di riscaldamento che trova sempre più diffusione sul mercato. Oltre a rendere l'ambiente più green ed eco sostenibile, sono apprezzate per le capacità di arredo della propria casa. Al design gradevole si aggiungono l'efficacia e il risparmio sul fronte economico.
Sia che si viva in una casa singola, sia che si abiti in un appartamento condominiale, per poter installare una stufa a pellet, è necessario conoscere normative e procedure.
Essere informati sugli obblighi di legge relativi allo scarico dei fumi e sulle diverse modalità di installazione della canna fumaria è fondamentale prima di effettuare l'acquisto di una stufa a pellet per la propria casa.
Come vedremo, stufe e camini possono essere installati anche in edifici e ambienti molto diversi, persino all'interno di un condominio.
Proprio la collocazione di una stufa a pellet in ambito condominiale è una questione particolarmente sentita da coloro che intendono scegliere questa modalità di riscaldamento per gli ambienti in cui vivono. Ci sono dei limiti tecnici o legali? Approfondiamo di seguito l'argomento.
Il primo aspetto da verificare per installare una stufa a pellet in condominio è se già esistono delle canne fumarie nell'edificio che possano essere utilizzate per il proprio apparecchio di riscaldamento. Qualora sia possibile, si procederà per l'espulsione dei gas di scarico, con l'allaccio alla canna fumaria centralizzata.
Se non fosse possibile allacciarsi alla canna fumaria centralizzata, il condomino dovrà personalmente e a proprie spese, installare una canna fumaria stufa a pellet indipendente fino al tetto. Per l'effettuazione dei lavori, si dovrà procedere con l'apertura di una Dia, dichiarazione di inizio attività, presso il Comune di residenza.
Per installare una canna fumaria è opportuno accertare se vi siano dei divieti all'interno del regolamento condominiale, in merito alla possibilità di fare dei fori nelle parti comuni del fabbricato (pareti o solaio) al fine di raggiungere il colmo del tetto.
A livello normativo da tener presente è, in particolar modo, quanto previsto dal D.L .179/2012 (Decreto sviluppo bis) che, in materia di installazione della canna fumaria in condominio, ha previsto alcune novità. L'articolo 34 comma 53 dispone quanto segue:
Gli impianti termici siti negli edifici costituiti da più unità immobiliari devono essere collegati ad appositi camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti di combustione, con sbocco sopra il tetto dell'edificio alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente Art. 34 D.L. 179/2012
Primo aspetto da evidenziare, di estrema importanza è che l'installazione della canna fumaria per gli impianti di riscaldamento non può più essere a parete. Unica eccezione sono gli impianti di riscaldamento ad alta efficienza energetica come le caldaie a condensazione, per le quali si applica sia in caso di edifici privati che in ambito condominiale, la normativa precedente (DPR 412/1993).
Lo stesso DL 179/2012 afferma che:
Qualora si installino generatori di calore a gas a condensazione che, per valori di prestazione energetica e di emissioni nei prodotti della combustione, appartengano alla classe ad alta efficienza energetica, più efficiente e meno inquinante, prevista dalla pertinente norma tecnica di prodotto UNI EN 297 e/o UNI EN 483 e/o UNI EN 15502, il posizionamento dei terminali di tiraggio avviene in conformità alla vigente norma tecnica UNI 7129 e successive integrazioni D.L.179/2012
Dunque, per installare una propria canna fumaria non basta solo fare un foro alla parete.
Limitarsi a questo sarebbe contrario alle norme di legge in quanto dannoso alla salute e tale da compromettere la sicurezza delle persone. I fumi della legna o di altri combustibili devono sempre essere scaricati oltre il colmo del tetto, viste le sostanze nocive generate dalla combustione. Con un semplice buco nel muro i resti della combustione verrebbero rilasciati ad altezza uomo e oltre ad annerire il vetro della stufa ci sarebbe il rischio di pericolosi ritorni di fumo e monossido di carbonio nel locale nel quale è collocata la stufa.
Il Dl 179/2012 non è l'unica norma da rispettare. Per poter installare una stufa a pellet si devono osserevare anche importanti regole sullo scaricofumi stufe a pellet.
Lo scarico dei fumi a tetto e con condotto fumario deve avere le caratteristiche previste dalla UNI 10683. Tale normativa disciplina l'installazione delle stufe a pellet con particolare riguardo all'esistenza di una canna fumaria indipendente. Lo scarico dei fumi deve avvenire a livello del tetto dell'edificio. Inoltre, dovranno essere rispettate le distanze minime di sicurezza da pareti e mobili infiammabili.
L'impianto di riscaldamento deve essere distanziato da materiali combustibili o infiammabili, mediante la costruzione di un'intercapedine d'aria o con interventi di isolamento termico.
Affinché tutto possa essere realizzato a regola d'arte è necessario avvalersi della consulenza e del supporto di un tecnico competente che controlli il corretto funzionamento delle prese d'aria nonché le caratteristiche della stanza dove si deve collocare la stufa a pellet.
Riepilogando, per l'installazione stufa a pellet in condominio, si potrà allacciare lo scarico dei fumi del proprio impianto alla canna fumaria centralizzata.
Per poter installare una canna fumaria privata, la stufa a pellet dovrà essere collocata all'ultimo piano del condominio per poter disporre di un tetto praticabile che consenta lo scarico dei fumi.
È possibile collocare nel proprio appartamento una stufa a pellet priva di canna fumaria?
Per dare una risposta iniziamo col dire che la stufa a pellet senza canna fumaria non è, come potrebbe sembrare, una stufa priva di tubo o un condotto fumario, in quanto i fumi di scarico derivanti dalla combustione non possono certo rimanere nell'ambiente domestico.
Abbiamo visto che il requisito principale da rispettare, nel momento in cui si intende installare una stufa a pellet, è l'espulsione dei prodotti della combustione, in modo tale da non danneggiare l'ambiente e la salute dei suoi abitanti.
L'acquisto di una stufa a pellet senza canna fumaria è senz'altro una soluzione da prendere in considerazione, in quanto più pratica e semplice. Questo non vuol dire che non ci sia lo scarico fumi stufe a pellet; questi non possono di certo rimanere dentro in casa!
Si fa riferimento ad un sistema di riscaldamento per il quale è prevista la sola installazione di un tubo dal diametro pari a circa 8 cm, con fungo terminale, collocato all'esterno per poter scaricare fuori dall'abitazione i fumi di scarico.
Siamo in presenza di un meccanismo caratterizzato da un ventilatore elettrico che, in maniera forzata, spinge i fumi nel condotto di scarico. Dunque, questa tipologia di stufa a pellet può essere installata nell'appartamento anche se non si possiede una canna fumaria indipendente o condominiale. In fase di acquisto si dovrà verificare che la stufa oggetto di acquisto abbia le caratteristica di scarico forzato a parete per la fuoriuscita dei fumi come da UNI 10683.
Per installare una canna fumaria privata o per inserire il tubo di scarico da aprire in caso di stufa a pellet senza canna fumaria, è necessario chiedere delle autorizzazioni, qualora l'appartamento si trovi all'interno di uno stabile condominiale?
La bella notizia è che non è necessario il consenso degli altri condomini.
Il questito proposto è sempre più frequente e la questione desta particolari dubbi per chi è interessato a questo sistema di riscaldamento.
Quindi, primo punto da sottolineare per coloro che vogliano comprare una stufa a pellet è che l'installazione e la costruzione di una canna fumaria privata non devono essere soggette all'approvazione dell'assembleacondominiale. In assenza di norme specifiche contenute nel regolamento condominiale non è necessaria l'accettazione da parte dei condomini.
Unica procedura necessaria è la presentazione della DIA al Comune di residenza.
In forza di quanto stabilito all'articolo 1102 del codice civile:
Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa. Il partecipante non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso Art. 1102 cod.civ.
L'installazione di una canna fumaria in aderenza, appoggio o con incastro nel muro perimetrale di un edificio da parte di un condomino è un'attività consentita in quanto rientra nel normale uso che venga fatto del bene comune e come tale non si richiede il permesso dei condomini.
Non costituisce una innovazione ma una modifica della cosa comune conforme alla destinazione d'uso della stessa.
Ciò che conta è che nonostante l'installazione del tubo di scarico gli altri condomini possano fare parimenti uso del muro perimetrale.
Più in generale, gli unici limiti all'intervento in questione, come abbiamo già detto, sono il rispetto dei diritti esclusivi altrui.
Bisognerà pertanto garantire e mantenere la sicurezza e la stabilità dell'intero edificio; sarà inoltre necessario rispettare le distanze legali e le norme che disciplinano i rapporti tra proprietà vicine.
In ultimo, sarà indispensabile rispettare il decoro architettonico dell'edificio.
L'eventuale compromissione dell'estetica del fabbricato è rimessa all'apprezzamento del giudice.
Sarà comunque opportuno informare l'amministratore del condominio dei lavori che dovranno essere effettuati, il quale a sua volta dovrà darne comunicazione agli altri condomini.
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