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Problem solving: progettare una ridistribuzione degli spazi interni, laddove esistono evidenti vincoli strutturali, può rappresentare il banco di prova per architetti e interior designer, al fine di dimostrare le proprie capacità risolutive, attraverso idee vincenti che rispondano alle più svariate esigenze abitative.
Si può riscontrare un'oggettiva difficoltà anche solo nell'arredare degli ambienti che presentano una conformazione irregolare o una superficie troppo angusta, che può essere abilmente reinterpretata, ad esempio sfruttando le pareti a tutt'altezza e ogni piccolo angolo a disposizione, ottenendo comunque un locale ampiamente fruibile e funzionale.
In questo articolo vi espongo un problema che frequentemente si pone in fase di ristrutturazione, soprattutto qualora si vogliano realizzare volumi open space.
Spesso, nell'abbattere le tramezzature, necessariamente il progetto deve valutare la presenza vincolante di uno o più pilastri strutturali che dovranno essere integrati nelle nuove ambientazioni, secondo una chiave di lettura che dia loro anche una collocazione in dialogo armonico con gli arredi stessi.
Dalla pianta di progetto sovrastante visualizziamo un unico spazio adibito a zona giorno, con una metratura globale di circa 34 mq.
L'abbattimento della preesistente parete divisoria tra soggiorno e cucinotto ha messo a nudo il pilastro portante (tracciato con il riquadro rosso in pianta), che adesso appare nel bel mezzo dell'ambiente giorno.
Ho suddiviso l'intero locale in due aree: l'ampia zona di sinistra, adiacente all'ingresso dell'abitazione, è adibita a zona salotto-pranzo; l'angolo cottura trova collocazione sul versante destro, in felice posizione, ben illuminata e arieggiata dalle due portefinestre.
Il disimpegno, visibile in alto in pianta, rappresenta il percorso verso la zona notte e i servizi.
Ho pensato di inserire l'ingombrante pilastro nel contesto del bancone penisola della nuova cucina che ha preso forma nel living, come sarà riscontrabile nel prossimo disegno prospettico.
Nella mia raffigurazione a mano libera illustro la visione prospettica del living di nuova concezione, in cui si riesce a conferire dignità e funzione perfino all'ostico pilastro strutturale posto al centro del locale.
Il salotto si compone di un maxi divano che risulta posizionato specularmente a una chaise longue che sporge dalla parete del disimpegno notte di circa 50 cm, compensando otticamente la linea immaginaria in asse con l'armadiatura visibile sul fondo.
Un pouf rettangolare con duplice funzionalità di seduta e tavolino, risulta strategico per completare la zona relax.
Sulla parete interposta tra gli imbottiti, spicca un grande schermo al plasma per una visione ottimale sia dal salotto che dall'area pranzo.
Al di sotto del TV è posto un lungo cassettone sospeso, in MDF laccato bianco lucido, che funge da mobile bar e da contenitore per accessori Hi-Fi.
In primissimo piano risalta l'area dedicata al pranzo, con un tavolo rettangolare allungabile in cristallo, a cui si possono abbinare sedie in metacrilato bianco.
Un maxi orologio scandisce le ore con i numeri romani, donando personalità alla parete su cui poggia la chaise longue.
Accanto al confortevole divano, trova posto un originale portariviste sotto le false vesti di magica lanterna in metallo verniciato di color bronzo.
Al soffitto, attrae gli sguardi una plafoniera a forma di grande aquilone che provvede a illuminare in modo soft l'area living.
Una controsoffittatura con faretti a led illumina la restante zona adibita a pranzo e cottura.
Tale abbassamento del soffitto si è reso necessario anche per mascherare la trave longitudinale di congiunzione tra le due pareti perimetrali.
È da ricordare che, nello schiacciare il volume globale, si crea l'illusione visiva di un'amplificazione della profondità.
Ho ristretto l'inquadratura del disegno per visualizzare da vicino l'integrazione del pilastro entro l'ampia penisola di lavoro del nuovo angolo cottura.
Notiamo che la colonna strutturale svolge un duplice ruolo: scherma il piano cottura alla vista di chi accede nell'appartamento e funge da parete di appoggio per la cappa in acciaio fissata alla controsoffittatura.
Il bancone di lavoro, grazie alla sua ampia profondità di circa un metro, risulta essere bifacciale: dal lato finestra si sviluppano le zone operative, con basi organizzate a cassettoni estraibili e lavastoviglie; un piano snack, con sgabelli girevoli, si affaccia sull'area pranzo.
Un'estesa parete attrezzata si compone di frigo congelatore, colonna doppio forno e di armadio dispensa con ante scorrevoli.
Quest'ultimo possiede una profondità ridotta allo scopo di consentire un'agevole apertura della seconda portafinestra.
Pertanto, abbiamo ottenuto un unico volume ben equilibrato in cui l'ostacolo rappresentato dal pilastro strutturale è stato trasformato in un'opportunità per creare una cucina-office, dal layout ricercato ed essenziale.
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