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RAEE è un acronimo che sta per Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Questi rifiuti speciali non andranno buttati con tutto il resto perché presentano due problemi:
In Italia non c'è molta chiarezza su come trattare questo genere di rifiuti anche se a livello nazionale ed europeo, esistono delle normative ben precise.
Chiunque abbandoni anche in discarica o lasci un elettrodomestico in strada o in un cassonetto, è sanzionabile con un'ammenda pecuniaria che va dai 300 euro ai 3000 euro.
Oltre a questo, l'abbandono nell'ambiente delle apparecchiature elettroniche rappresenta un grave problema di inquinamento per suolo, acqua, aria e di conseguenza, anche per la nostra salute.
Esistono dieci categorie per questo genere di rifiuti elettronici:
Al loro intento sono presenti molti tipi di materiali tra cui rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo e mercurio. Le ultime due sono addirittura cancerogene ma tutti, se adeguatamente riciclati, possono tornare delle materie prime per nuovi prodotti.
Solo per fare un esempio, una scheda madre può contenere numerosi materiali differenti tra cui plastica, silicio, oro, rame e stagno.
È importante notare che nel punto 5, apparecchiature per illuminazione, rientrano tutte le lampadine da quelle ad incandescenza, fino ai neon.
Il volume dei rifiuti elettronici cresce a livello europeo molto più velocemente rispetto a quello di tutti gli altri tipi di rifiuti.
Per porre un argine a questo incremento impressionante l'Unione Europea ha emanato apposite direttive finalizzate alla prevenzione della produzione di RAEE e al loro successivo reimpiego.
Questo va dal riciclaggio a tutte le altre forme di recupero, in modo da ridurre il volume dei rifiuti da smaltire.
L'Italia ha risposto con il Decreto Legislativo n.151 del 2005 e successivamente con il Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014. Il loro obiettivo è quello di migliorare, sotto il profilo ambientale, l'intervento dei soggetti che svolgono un ruolo attivo nel ciclo di vita dei prodotti elettrici ed elettronici: per dare una ciclicità a questo genere di rifiuti rendendo tutto più sostenibile.
Esiste anche un'altra normativa per contrastare la produzione di RAEE.
È stata presentata alla Camera il 1 ottobre 2019 per contrastare l'obsolescenza programmata.
Questa fa si che i pezzi di ricambio siano disponibili almeno per 7 anni dopo l'uscita di produzione di un elettrodomestico. Questo problema si avvertiva in maniera particolare per quel che riguardava i cellulari.
Per favorire il passaggio di questi rifiuti da un'economia lineare a una circolare è stata emanata a livello comunitario una direttiva RAEE recepita in Italia dal Decreto RAEE.
I RAEE devono essere per forza di cose, trattati in centri autorizzati. Qui passeranno per varie fasi:
Per garantire una ciclicità ai rifiuti elettronici e facilitarne lo smaltimento, dal 18 giugno 2010 è stato reso possibile riportare in maniera totalmente gratuita, i rifiuti RAEE al rivenditore secondo la procedura definita 1 contro 1.
In pratica per ogni prodotto acquistato si potrà riportare un prodotto della stessa tipologia.
Inoltre, a partire dal 22 luglio 2016 i negozi con superficie superiore ai 400 mq quadri hanno l'obbligo di allestire un'area adibita per la raccolta dei RAEE secondo la cosiddetta modalità 1 contro 0. Ciò fa in modo di non limitare la raccolta alle sole isole ecologiche. Questa possibilità non è sottosta ad alcun obbligo di acquisto.
Per quel che riguarda le isole ecologiche la raccolta varia da Regione a Regione, ma in linea di massima ogni tipologia di rifiuto ha un giorno ed un orario ben precisi per la consegna.
Il primis è assolutamente fondamentale, non gettare i rifiuti elettronici nella pattumiera! Anche se molti oggetti elettronici possono sembrare di plastica, non andranno assolutamente messi nella raccolta della plastica o nell'indifferenziata.
Questa tipogia di rifiuti viene spesso indirizzata verso termovalorizzatori o inceneritori e le conseguenze di un errato smaltimento sarebbero molto dannose per l'ambiente.
Da evitare altresì di ammucchiare i rifiuti elettronici in casa, cantina o in soffitta. Questo oltre a non risolvere il problema rischia di rendere molto insalubre l'ambiente perché i rifiuti RAEE potrebbero rilasciare nel tempo particelle nocive.
Infine, non bisogna nella maniera più assoluta mischiare i RAEE con altri rifiuti che non siano elettronici.
Portare tutti i rifiuti elettronici senza aspettare che si accumulino presso le isole ecologiche comunali o presso i centri di raccolta autorizzati per legge.
Per scoprire quali e dove sono basta navigare sul web, inserendo su Google la parola chiave "centri raccolta RAEE".
Per disfarsi di grandi elettrodomestici, invece, sarà possibile servirsi del ritiro a domicilio dei RAEE ingombranti. Anche in questo caso tutti gli orari e le modalità variano da Comune a Comune.
Per evitare l'accumulo, ricordarsi sempre che al momento dell'acquisto di un nuovo elettrodomestico, è nel nostro pieno diritto riconsegnare gratis quello obsoleto.
Il punto vendita è tenuto per legge a riprenderselo anche nel caso in cui non fosse più funzionante. Sarà poi il punto vendita a prendersi carico dello smaltimento in maniera corretta.
Esiste però un'altra strada prima della raccolta RAEE. Per molti decenni, infatti, la società in cui viviamo, di chiaro stampo consumistico, ci ha portato a sostituire gli apparecchi guasti invece che ripararli.
Trovare dei riparatori affidabili, se si sa dove cercare, non è difficile.
In moltissimi centri abitati, infatti, esistono delle reti di centri assistenza, oppure delle associazione di categoria che raggruppano, appunto, i riparatori.
Questo permette al cliente di avere tre certezze fondamentali:
Ma fino a quando conviene riparare un elettrodomestico?
Non sempre in realtà, perché tendenzialmente negli ultimi due decenni uno degli obiettivi dei produttori è stato il risparmio energetico.
Anche lo Stato infatti ha promosso una campagna per incentivare la sostituzione dei vecchi con prodotti nuovi di classe energetica non inferiore alla A e A+.
Ergo, la riparazione di un elettrodomestico di più di 10 anni risulta essere un controsenso. Questo perché il suo utilizzo risulterà ben più dannoso per l'ambiente, rispetto al suo smaltimento.
Per contro, aggiustare un modello di classe energetica alta è conveniente per l'ecosistema e il più delle volte si potrà fare senza un esborso eccessivo.
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