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La servitù coattiva di passaggio è un limite al diritto di proprietà previsto dal Codice civile per dare accesso utile ai fondi che non raggiungono la strada pubblica.
Quando il terreno “servente” ospita un cantiere in corso, l’applicazione diventa più delicata: entrano in gioco sicurezza, fasi dei lavori e percorsi praticabili.
L’obiettivo resta sempre lo stesso: permettere l’accesso con il minor danno possibile per chi subisce il passaggio.
La servitù coattiva nasce quando un fondo è intercluso o raggiunge la via pubblica con dispendio o disagio eccessivo. In assenza di alternative, il vicino deve consentire un passaggio nel tratto più breve e meno dannoso.
L'importanza del contesto del cantiere - Getty Images
Il diritto si impone anche contro la volontà del proprietario del fondo servente, ma non è mai “assoluto”. Il percorso va modellato sul contesto reale: morfologia, opere esistenti, quote, ostacoli, sicurezza.
In presenza di un cantiere, queste verifiche diventano centrali e richiedono rilievi e valutazioni tecniche puntuali.
La verifica dell’interclusione non si limita alla planimetria. Contano anche recinzioni temporanee, fondazioni già eseguite, aree di stoccaggio, mezzi in manovra, ponteggi e fasi di getto.
Per capire se l’accesso è davvero impossibile o sproporzionato, conviene analizzare: tempi del cantiere, eventuali percorsi alternativi, dislivelli, interferenze con lavorazioni programmate.
Un terreno libero offre più scelte; un’area di lavoro attiva le restringe. Il giudice (o le parti in accordo) dovrà quindi basarsi su documenti tecnici aggiornati e su sopralluoghi.
Il diritto di passaggio può convivere con i lavori, ma senza bloccarli. La giurisprudenza ammette tracciati provvisori, fasce orarie dedicate, limiti di carico e misure di sicurezza.
Tutti i limiti da considerare - Getty Images
Prima di elencare le cautele tipiche, è utile chiarire la logica: garantire l’accesso al fondo dominante senza compromettere l’operatività del cantiere.
Ecco gli accorgimenti più ricorrenti:
Queste misure riducono il rischio e tengono insieme le due esigenze in gioco.
Il quarto comma dell’art. 1051 vieta, se esistono alternative, il passaggio attraverso case, cortili, giardini o aie pertinenti. Il principio vale anche per i fabbricati in costruzione e per le aree tecniche ad essi collegate (rampe, spazi di manovra, carico-scarico).
Un tracciato imposto in zone operative può creare pericolo o fermare lavorazioni. Per questo, anche dopo la costituzione, il percorso può essere modificato se cambiano i luoghi o le esigenze di cantiere, sempre nel rispetto del minor danno.
La scelta del percorso richiede un rilievo aggiornato e un piano in scala con quote e ingombri. Prima di fissare il tracciato, serve un’introduzione chiara sui criteri da usare.
I punti di valutazione più utili sono:
Il risultato deve essere leggibile e sicuro, facilmente gestibile durante tutte le fasi del cantiere.
Il passaggio genera per legge un’indennità a carico del fondo dominante. L’importo tiene conto di estensione, natura del suolo, limitazioni d’uso e pregiudizi economici.
In presenza di cantiere rientrano nel conteggio anche disagi temporanei: ritardi, sospensioni, ripristini di opere provvisionali, usura del fondo.
L'importanza di una perizia estimativa - Getty Images
È utile una perizia estimativa con valori unitari coerenti (canone figurativo, costo ripristino, deprezzamento). La trasparenza dei criteri riduce conflitti e tempi.
Quando la domanda arriva a cantiere avviato, l’urgenza di accedere al fondo deve conciliare tempi e fasi dell’opera.
Una buona pratica è prevedere un passaggio temporaneo lungo il perimetro, con protezioni leggere e segnaletica, in attesa del tracciato definitivo a lavori conclusi.
Se necessario, il passaggio può essere solo pedonale o a mezzi limitati e con finestre orarie. Questo approccio tutela l’accesso e consente al costruttore di proseguire senza fermate improduttive.
Una richiesta ben costruita evita perdite di tempo. Prima di presentare istanza o avviare un confronto, conviene chiarire quali atti servono davvero.
L’elenco tipico comprende:
Una base documentale ordinata facilita accordi negoziali e, se occorre, accelera la decisione del giudice.
La prevenzione parte dalla pianificazione. In fase progettuale è utile verificare i possibili accessi e valutare servitù future. Un accordo scritto (anche notarile) può fissare percorso, durata, riparti di spese e indennità, prima che il cantiere inizi.
La prevenzione per migliorare la sicurezza - Getty Images
Integrare la servitù nel layout di cantiere migliora logistica e sicurezza. Confronti periodici tra tecnici e proprietari permettono di adattare il tracciato alle fasi dei lavori senza frizioni.
Ogni situazione è diversa, ma alcune soluzioni ricorrono spesso. Prima di elencarle, è utile chiarire che vanno sempre tarate su luogo, tempi e rischi.
Possibili scelte operative:
Queste varianti salvaguardano l’accesso e mantengono il cantiere efficiente.
La servitù coattiva su un fabbricato in costruzione richiede equilibrio: accesso necessario da una parte, sicurezza e continuità dei lavori dall’altra.
Con rilievi precisi, scelte tecniche adeguate, indennità congrue e comunicazione trasparente, il passaggio può essere gestito senza conflitti.
Regole chiare, zero conflitti - Getty Images
La chiave è il minor danno: tracciati sensati, orari definiti, protezioni efficaci. Così il diritto di accesso resta pieno e l’attività edilizia procede in modo ordinato, nel rispetto della proprietà e della sicurezza.
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