In caso di manutenzione straordinaria o miglioramento sismico, sarà necessario allegare alla documentazione richiesta una scheda per la riduzione del rischio sismico.
Rischio sismico ed edifici storici
La caratterizzazione sismica del nostro territorio impone l'adozione di misure volte a tutelare il patrimonio e, soprattutto, a garantire la sicurezza dei cittadini.
Questi motivi hanno spinto il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo a richiedere, in caso di interventi su edifici storici, la redazione di una scheda sinottica dalla quale è possibile evincere le lavorazioni previste e il comportamento dell'edificio dal punto di vista strutturale e sismico.
Dal 1 settembre 2015 è quindi necessario allegare alla documentazione tecnica, alle autorizzazioni e ai pareri di legge già previsti, la scheda, indispensabile per monitorare il patrimonio edilizio e sensibilizzare le amministrazioni, i tecnici incaricati, i privati possessori di beni di fondamentale importanza per la collettività, ai temi della conservazione e valorizzazione di tale patrimonio, nonché alla mitigazione del rischio sismico.
Le disposizioni sono contenute all'interno della Circolare n. 15 del 30 aprile 2015 del Ministero dei Beni e della Attività Culturali avente ad oggetto Disposizioni in materia di tutela del patrimonio architettonico e mitigazione del rischio sismico.
Nello specifico, la Circolare riporta le motivazioni che hanno spinto all'adozione di queste misure, individuabili precisamente in:
- elevato rischio sismico del nostro territorio, caratterizzato da periodici terremoti che hanno portato alla rovina o, in taluni casi, alla perdita di manufatti di notevole interesse storico e culturale;
- stato di fatto del patrimonio, caratterizzato da un elevato stato di vulnerabilità strutturale, dovuto a incuria e a manomissioni o alterazioni che hanno modificato l'assetto e le risposte della struttura agli eventi sismici.
Alla luce di quanto premesso, è stato deciso di attuare una politica di riduzione del rischio volta a monitorare gli edifici in caso di interventi anche di semplice manutenzione o di riparazione di una parte di essi; infatti, è emerso che, anche a seguito di lievi modificazioni, sostituzione dei rivestimenti o installazione o demolizione di tramezzature, l'assetto globale dell'edificio cambia, a discapito della sicurezza e dell'integrità dello stesso.
Per questi motivi, in caso di interventi di miglioramento sismico o di manutenzione straordinaria (definiti all'interno del Testo Unico dell'Edilizia D.P.R. 380/2001), che prevedono la modifica di porte e finestre, la sostituzione del manto di copertura, la modifica delle tramezzature e tracce o fori che riducano in maniera notevole la sezione resistente del fabbricato, i tecnici incaricati devono presentare, oltre alla documentazione già prevista per legge, la scheda sinottica contenuta all'interno dell'allegato 1 della Circolare.
Caratteristiche della scheda per la riduzione del rischio sismico
La scheda sinottica dell'intervento, da redigere in ottemperanza alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 febbraio 2011, recante Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle Norme tecniche per le costruzioni di cui al Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 14 gennaio 2008, contiene la localizzazione dell'immobile, anche dal punto di vista catastale, con la descrizione della proprietà, se pubblica o privata, la destinazione d'uso e l'individuazione dell'intervento.
A seconda se si tratti di intervento di manutenzione straordinaria o di miglioramento sismico, sarà necessario compilare le sezioni apposite della scheda.
Nel primo caso dovrà essere riportata una descrizione degli interventi con le vulnerabilità rilevate per ogni elemento costruttivo: solai e volte, pareti portanti, travi, struttura di copertura, fondazioni ed elementi non strutturali.
In seguito all'individuazione delle vulnerabilità, dovranno essere indicati gli interventi di mitigazione del rischio sismico previsti o le eventuali riparazioni locali: cerchiature esterne, tiranti, cordoli, catene, contrafforti, consolidamento della muratura, tavolati, controventamenti, irrigidimenti, interventi di cuci e scuci, iniezione di miscele, riduzione dei carichi, consolidamento dei terreni o quant'altro possibile per migliorare la risposta dell'edificio ai movimenti sismici.
Sarà, infine, riportata la valutazione degli interventi in base a efficacia, costi, compatibilità, etc.
In caso di interventi di miglioramento sismico, invece, dovranno essere segnalati gli indicatori di sicurezza prima e dopo l'intervento, con l'inserimento dei parametri per gli stati limite, il rapporto tra le accelerazioni e tra i periodi di ritorno.
Contenendo dati già in possesso dei tecnici incaricati, la scheda non costituisce ulteriore aggravio di lavoro, ma una semplice sintesi utile per il raccoglimento di informazioni.
Le schede, una volta inviate, saranno archiviate all'interno della piattaforma Community Mibac e studiate al fine di programmare interventi a breve o lungo termine, volti alla tutela e alla valorizzazione dei singoli manufatti e di sistemi più complessi, quali i centri storici.
Solo intervenendo con anticipo, con sistemi e tecnologie atti a garantire la resistenza e una corretta risposta degli edifici al sisma, potremo conservare la nostra memoria storica per renderla fruibile non solo oggi, ma anche nel futuro per le generazioni a venire.