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Sono parecchie le problematiche di natura tecnica che si affrontano all'atto di ristrutturazione di un vecchio alloggio, in proprio possesso o precedentemente acquistato.
Nella seconda ipotesi, solitamente, la scelta dell'immobile è determinata da condizioni prettamente estetiche, di prezzo, dello stato di conservazione del fabbricato e qualità dell'ambiente urbano circostante.
Questi aspetti compongono, nei fatti, una valutazione personale circa le opportune trasformazioni edilizie dell'unità immobiliare rispetto alle reali esigenze della famiglia.
È evidente tuttavia che, ciascuna soluzione, deve essere avallata oltre che dalle norme urbanistiche, anche dalla fattibilità dell'intervento.
Su quest'ultimo punto, infatti, si possono riscontrare delle difficoltà operative, riguardanti le caratteristiche dello stato di fatto dell'immobile.
A seguire si descrivono alcune di queste condizioni.
La posizione di questi locali di servizio, ove chiaramente siano previsti in punti differenti rispetto all'esistente, determina scelte di tipo tecnico, oltre che di distribuzione degli ambienti.
Una prima problematica operativa, si pone nel collegamento tra, il tratto impiantistico di smaltimento delle acque nere, e il punto di allaccio alla colonna di scarico principale, sia essa condominiale o relativa a un singolo fabbricato.
Nei fatti, la questione è legata a esplicite condizioni tecniche e correlata al perfetto funzionamento dell'impianto di smaltimento delle acque nere dell'alloggio.
Questi aspetti sono determinati da due fattori essenziali ossia, la lunghezza e la pendenza della tubazione (collocata sottotraccia a quota pavimento), necessaria per consentire il normale flusso dei liquami.
Le varie anomalie costruttive, solitamente, possono essere corrette con interventi puntuali, o tramite il totale rifacimento della condotta principale.
Rimane ovvio, tuttavia, tenere conto delle varie difficoltà di ordine tecnico che si possono presentare nel corso dei lavori.
L'argomento si sviluppa seguendo due concetti progettuali ben distinti.
Il primo, si compone di una nuova distribuzione interna, analoga alla precedente o con leggeri e non sostanziali variazioni rispetto allo stato di fatto.
Con questa soluzione, non si hanno difficoltà operative poiché, in linea generale, il tracciato rimane uguale al precedente, salvo ovviamente la sostituzione o modifica di qualche breve tratto.
Per interventi edilizi più consistenti (secondo caso), alla base del corretto funzionamento dell'impianto si pone innanzitutto la verifica della posizione della colonna principale o di uno scarico di maggiore diametro (ad esempio per il vaso igienico).
In seguito, sulla planimetria, si tracciano i vari punti di scarico (pezzi sanitari del bagno, lavanderia e del lavello cucina/lavastoviglie) e il percorso distributivo del nuovo impianto.
Ovviamente il tutto deve tenere conto del rapporto lunghezza/pendenza della condotta (citato in precedenza) rispetto allo spessore del massetto sottopavimento disponibile.
Evidentemente, laddove non si ha lo spazio per garantire il naturale deflusso dei liquami (pendenza), sarà necessario variare la distribuzione della rete impiantistica e quindi la posizione degli scarichi.
Rimane attuabile anche il rifacimento di una nuova condotta, come citato in precedenza, ma ciò è correlato alle difficoltà operative e consistenza del fabbricato.
Oltre questi sistemi correttivi, esistono anche altre soluzioni, legate a interventi localizzati.
In alcune vecchie costruzioni, e in determinati ambienti, ciascuno avrà avuto modo di notare dei gradini, posti all'interno dei servizi igienici, localizzati (in corrispondenza di vaso e bidet) o estesi per tutta la superficie.
Questa differenza di quota, sgradevole dal punto di vista estetico e rischiosa per bambini, persone anziane o diversamente abili, è adottata per i casi un cui non si ha un adeguato spessore sotto il piano del pavimento.
Con questa procedura, infatti, è possibile correggere la pendenza delle condotte, di variare la posizione dei vari allacci fognari e distribuire in maniera differente i vari sanitari, collocati all'interno del servizio igienico.
Nel caso in cui la distribuzione degli scarichi, posti orizzontalmente, avviene sotto la quota del solaio, ossia all'interno di un vano tecnico (controsoffitto) ricavato nei locali sottostanti, è possibile eseguire eventuali interventi alla rete di scarico, tramite procedure più rapide ma ovviamente non meno invasive.
Per queste soluzione impiantistiche, si tracciano delle ulteriori distinzioni che pongono delle condizioni sia alla singola proprietà e sia a quella dei rispettivi confinanti.
Con la prima tipologia di intervento, anche se rimangono le considerazioni di natura funzionale ed estetiche (espresse al paragrafo precedete), s'interviene all'interno del proprio spazio abitativo e quindi non s'interferisce con l'altrui proprietà.
La seconda proposta, invece, pone delle condizioni agli spazi sottostanti (rimozione controsoffitto e interventi impiantistici), legate in maniera imprescindibile al consenso della proprietà, ove chiaramente questa sia diversa.
Su questa linea, e sulla reale fattibilità di questa soluzione, si pongono anche eventuali modifiche più consistenti, come ad esempio quelle riguardanti un nuovo allaccio e conseguente mascheramento con veletta in cartongesso.
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