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15 Maggio 2011 ore 09:45 - NEWS Ristrutturazione |
Le conseguenze di piogge copiose, si manifestano spesso con la comparsa di improvvise voragini, che oltre ad essere estremamente pericolose per chi dovesse transitare nello stesso momento della loro comparsa, comportano di conseguenza una serie di disservizi a causa della rottura di tubazioni ed impianti.
Il fenomeno riguarda non solo strutture stradali, ma anche vialetti e spazi condominiali, dove normalmente tali spazi sono ricavati ammassando terreno di riporto senza rispettare la stratigrafia di materiali di contenimento necessari, ad evitare smottamenti e voragini.
La causa di questi avvenimenti, viene spesso addebbitata esclusivamente all'intensità delle precipitazioni, quindi ad un avvenimento di forza maggiore quasi inevitabile.
Esaminando però con attenzione il fenomeno, si può ben notare come molte delle voragini siano provocate da riparazioni del manto stradale non eseguite a perfetta regola d'arte.
Osservando la realizzazione di una nuova strada, si nota che occorre procedere per fasi successive mediante lo scoticamento, posa di geotessuto, costruzione di idoneo rilevato stradale, avendo cura di effettuare riporti non superiori a 50 cm al fine di poter procedere ad una successiva compattazione fino a raggiungere la quota di progetto.
Dopo di ciò si realizza uno strato di 30 cm di stabilizzato opportunamente livellato e rullato, per poi completare l'opera con il gruppo degli asfalti e cioè tour venant, binder ed in ultimo tappetino di finitura.
In tal modo, la strada garantisce una adeguata tenuta, se non intervengono fattori di disturbo come rottura di fognature ed altro.
Quando si manifesta una voragine, l'impresa chiamata ad effettuare il ripristino, avendo la necessità di agire in fretta, oltre all'obbiettivo di aumentare il guadagno, effettua i lavori seguendo sinteticamente le seguenti fasi: scavo, posa fognatura, reinterro, compattazione del reinterro con la benna e asfaltatura con binder.
Questo sistema di ripristino non garantisce una ricompattazione della struttura stradale, in quanto l'omissione di alcuni strati di materiale, favorisce lo scompattamento del ripristino con le conseguenze disastrose descritte.
Per ovviare a tali fenomeni, esistono diversi materiali come i fanghi bentonitici della Tecnocoperture e miscele di varia composizione, come quelle prodotte in particolare dal Gruppo SEIPA di Roma.
Il gruppo citato, produce il DUREMIX, ossia una miscela a base di aggregati di origine vulcanica e leganti idraulici, fluida e autolivellante con caratteristiche di resistenza ed escavabilità controllate.
L'azienda produttrice certifica, che il Duremix è una miscela fluida autolivellante che colma facilmente gli eventuali sgrottamenti dello scavo e non necessita di alcuna azione di compattazione dopo il getto in opera.
L'elevata velocità operativa all'atto della sua messa in opera, consente la riduzione dell'impatto dei mezzi d'opera sul traffico e dei tempi di chiusura degli scavi, con conseguente riduzione dei costi nell'esecuzione dei lavori.
Considerando la grande affidabilità nel tempo del prodotto, ed il fatto che la capacità portante per il transito dei mezzi d'opera è assicurato già dopo 24 ore dal getto in dipendenza dalle condizioni atmosferiche e dalla modulabilità di opportuni additivi del cemento, si può senz'altro affermare che il Duramix rappresenta un ottimo prodotto per intervenire su piccole e grandi voragini, in maniera ottimale.
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