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Ripristino cappotto termico: soluzioni senza demolizione

Come riparare un cappotto termico danneggiato: diagnosi, pitture silossaniche, nuova rasatura armata e sistemi certificati senza rimuovere l'esistente.
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Come ripristinare i danni al cappotto termico esterno (ETICS)


Il cappotto termico esterno – tecnicamente ETICS, External Thermal Insulation Composite System – è lo strato protettivo che avvolge le facciate e riduce sia le dispersioni invernali sia il surriscaldamento estivo.

Col tempo, però, può degradarsi: l'età dell'edificio, gli agenti atmosferici (pioggia, grandine, raggi UV), l'inquinamento, oppure una posa non impeccabile, possono lasciare segni visibili e, nei casi peggiori, compromettere la funzionalità del sistema.

La prima cosa da fare è una diagnosi accurata in facciata durante la quale un tecnico abilitato valuterà se siamo di fronte a un semplice decadimento estetico – ad esempio alonature, muffe e leggere microcavillature – oppure se esistono difetti più incisivi come planaritá irregolare, crepe evidenti, rigonfiamenti o distacchi della rasatura.

Intervenire sul cappotto esterno danneggiato - foto Weber Saint-GobainCappotto esterno danneggiato: decadimento estetico o danno strutturale - foto Weber Saint-Gobain



Laddove gli urti (grandine, impatti accidentali) o errori progettuali abbiano innescato fessure ampie, pannelli non ben ancorati o veri e propri vuoti, l'intervento deve essere più profondo.

Per i casi lievi è spesso sufficiente una manutenzione di finitura: pulizia e trattamento biocida dove serva, quindi pittura silossanica ad alta idrorepellenza e resistenza a muffe, alghe e funghi.

Se lo strato decorativo si presenta stanco o incompatibile, si esegue un rifacimento del rivestimento colorato con prodotti coerenti con il supporto.

Infine, se la rasatura risulta compromessa, si passa a una nuova rasatura armata e a un nuovo ciclo di finitura.

Quando il danno è strutturale per il sistema, la via risolutiva è un ripristino del cappotto senza demolizione mediante sistemi certificati di sovrapposizione, oppure – nei casi estremi – la sostituzione integrale.


Cappotto interno o esterno? La scelta giusta dipende dal contesto


Il cappotto esterno è la soluzione più completa: lo strato isolante è fuori dalla muratura, limita i ponti termici e protegge l'involucro dalle escursioni termoigrometriche.

Questa è la soluzione tipiche in villette e condomìni (previa delibera).

Il cappotto interno, al contrario, si applica dall'interno dell'unità: è utile negli appartamenti singoli, per esempio all'ultimo piano, quando l'intervento esterno non è praticabile.

Cappotto interno - foto WatiofyStruttura cappotto termico interno - foto Watiofy



Entrambe le soluzioni migliorano il comfort, ma hanno implicazioni diverse su spessori, dettagli, gestione del vapore e per queste ragioni la valutazione tecnica iniziale è fondamentale.


Sistemi in sovrapposizione quando il cappotto è seriamente danneggiato


Se il cappotto esistente mostra crepe importanti, rigonfiamenti, distacchi di pannelli o errori di posa e progetto, si interviene con cicli di riparazione certificati che non richiedono la rimozione totale del sistema.

Webertherm renovETICS è un esempio di soluzione in sovrapposizione: si “ricuce” il cappotto ammalorato, ripristinandone continuità, robustezza e durabilità, e si restituisce alla facciata l'estetica delle intonacature tradizionali.

Webertherm RenovETICS - foto Weber Saint-GobainWebertherm RenovETICS per la manutenzione su sovrapposizione del cappotto - foto Weber Saint-Gobain



Il vantaggio di questa soluzione firmata Weber Saint-Gobain è duplice: si evitano demolizioni invasive e si ottiene una pelle esterna solida, pronta a ricevere pitture o rivestimenti, con un ciclo assicurabile e tracciabile.

Nei casi in cui serva una maggior resistenza agli urti, è possibile considerare sistemi in sovrapposizione come Webertherm Robusto Universal, che vediamo nella foto sotto.

Webertherm Robusto Universal - foto Weber Saint-GobainWebertherm Robusto Universal per implementare la resistenza meccanica del cappotto esterno - foto Weber Saint-Gobain

Si tratta di sistemi studiati per aumentare la “resistenza meccanica” della facciata.


Posa di un ciclo di ripristino senza demolire il cappotto: come funziona


Il cantiere parte sempre dalla preparazione: si rimuovono le rasature in evidente distacco, si deterge e si sanifica la superficie contro alghe e muffe.

Poi si ricostruisce l'armatura: in corrispondenza della facciata si dispongono le corone di ancoraggio a maglia regolare; su queste si fissa, con tasselli certificati, una rete metallica tenuta distanziata dal piano (circa 1 cm) tramite appositi distanziatori.

Questa intercapedine consente alla successiva intonacatura di inglobare correttamente l'armatura e lavorare come un unico strato portante.

L'intonaco viene applicato in spessore controllato (tipicamente 2–3 cm), quindi frattazzato e bagnato in fase di maturazione.

Si procede con una prima rasatura, si annega una rete in fibra di grammatura idonea e si stende la seconda rasatura.

Webercote AC-Silcover R-M - foto Weber Saint-GobainWebercote AcSilcover R-M - foto Weber Saint-Gobain



A maturazione avvenuta, la facciata è pronta per la decorazione con cicli colorati compatibili, come le linee Webercote AcSilcover e Webercote Siloxcover, sempre previa applicazione del primer adeguato della gamma Weberprim di Weber Saint-Gobain.

Il risultato è una superficie continua, protetta e omogenea, con prestazioni e aspetto di una facciata intonacata a regola d'arte.


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weber saint gobain
Weber Saint Gobain fornisce prodotti e soluzioni per l'edilizia privata e industriale.

Ha un'intera gamma di soluzioni e materiali da costruzione per l'isolamento termico delle facciate, per la posa di pavimenti e rivestimenti, per l'impermeabilizzazione e il ripristino degli edifici.



Ripristino danni al cappotto termico
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