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Come bisogna comportarsi quando si eseguono lavori di ristrutturazione o di risparmio energetico su un immobile e ci sono più persone che potenzialmente hanno diritto a godere delle relative detrazioni fiscali?
Ricordiamo innanzitutto chi sono i soggetti che possono usufruire delle detrazioni citate:
- proprietari o nudi proprietari
- familiari conviventi del possessore o detentore
- titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
- locatari o comodatari
- soci di cooperative divise o indivise
- imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce
- soggetti indicati nell'articolo 5 del Tuir che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.
In presenza di più persone che hanno potenzialmente diritto a godere delle detrazioni fiscali su un immobile, le uniche fra queste che effettivamente ne potranno beneficiare saranno quelle che sostengono le spese per i lavori.
Facciamo un esempio. Marito e moglie vivono insieme in una casa di proprietà esclusiva della moglie. Decidono di eseguire un intervento che può beneficiare della detrazione fiscale sulle ristrutturazioni edilizie, come ad esempio l'installazione di una porta blindata. Le spese sono sostenute dal marito. In questo caso, pur rientrando entrambi nella lista dei soggetti che possono fruire delle detrazioni (la moglie come proprietaria e il marito come familiare convivente del proprietario), sarà il marito di fatto a beneficiarne perché è lui che ha sostenuto la spesa.
Lo stesso accade se, anziché essere la moglie unica proprietaria, siano entrambi proprietari dell'immobile, ognuno per la quota del 50%. Vale sempre la regola che beneficia della detrazione solo chi ricade nella lista dei soggetti aventi diritto e che contemporaneamente sostiene le spese. In quest'ultimo caso la quota di proprietà è indifferente ai fini della detrazione, nel senso che non c'è una riduzione della detrazione se colui che sostiene le spese è proprietario solo di una quota dell'immobile. Quindi se nel caso della comproprietà al 50% sia il marito a pagare la nuova porta blindata, sarà sempre lui a beneficiare interamente della detrazione sulle ristrutturazioni edilizie.
Se uno degli aventi diritto alla detrazione sostiene le spese per un lavoro e un altro soggetto avente diritto sostiene altre spese inerenti lo stesso lavoro o spese per opere diverse sul medesimo immobile, ognuno potrà beneficiare della detrazione per la parte di spesa che ha sostenuto. Importante è non superare complessivamente i tetti massimi di spesa previsti dalle detrazioni per ogni unità abitativa.
Per chiarire torniamo al nostro esempio. Appartamento in comproprietà al 50% dei due coniugi. Viene installata una porta blindata. La moglie paga la fattura di acconto e il marito paga la fattura di saldo. In questo caso ognuno dei due coniugi beneficerà della detrazione in base all'importo che ha versato.
Complichiamo ulteriormente l'esempio. Viene installata una porta blindata a spese del marito, mentre la moglie paga le spese dell'elettricista per mettere in sicurezza l'impianto elettrico. Il marito beneficerà della detrazione per la spesa della porta blindata e la moglie godrà della detrazione per la spesa dell'impianto elettrico.
La possibilità di ripartire le spese e la detrazione fra gli aventi diritto è un concetto tutt'altro che secondario, soprattutto quando si eseguono lavori costosi e quando i singoli redditi non sono particolarmente elevati. Ricordo infatti che le detrazioni fiscali di cui parliamo sono detrazioni dall'Irpef e se un contribuente ha un reddito basso e tale da non pagare ingenti somme di Irpef, rischia talvolta di non riuscire a portare in detrazione tutto quanto spererebbe.
Facciamo anche qui un esempio. Ognuno dei soliti coniugi percepisce uno stipendio di 15.000 euro/annui e la famiglia non ha altre forme di reddito. L'Irpef che ognuno dei due paga ammonta a circa 3.450 euro, pertanto questa cifra è quella massima di riferimento che ognuno dei due può detrarre annualmente.
Supponiamo che sull'abitazione dei due coniugi vengano eseguiti lavori di ristrutturazione per un importo totale di 80.000 euro, potendo quindi portare in detrazione dall'Irpef 40.000 euro (50% di 80.000) da ripartire in 10 rate annuali di pari importo (4.000 euro).
Qualora a pagare l'intero importo di ristrutturazione sia uno solo dei due coniugi, i 4.000 euro di detrazione annui non potrebbero essere interamente goduti, avendo infatti a disposizione come limite massimo personale da detrarre 3.450 euro. Andrebbero quindi persi annualmente 550 euro (4.000 meno 3.450).
Se invece i due coniugi ripartiscono tra loro le spese di ristrutturazione, pagando ad esempio 40.000 euro la moglie e 40.000 euro il marito, ognuno di loro avrebbe diritto ad una detrazione di 20.000 euro (50% di 40.000) da ripartire in 10 quote annuali di pari importo (2.000 euro). In questo caso potrebbero godere interamente del beneficio poiché la quota annuale detraibile (2.000 euro) non supera l'Irpef annuale che ognuno versa (3.450 euro).
Prima di eseguire lavori e pagare le fatture, il consiglio è sempre di verificare preventivamente quanto ogni avente diritto alla detrazione può detrarre dall'Irpef e ripartire di conseguenza le spese.
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