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Marmi, graniti, e materiali lapidei in genere costituiscono gli elementi con cui vengono realizzate diverse parti di finitura, ornamento e completamento degli edifici.
Ornie, davanzali, scalini, poggioli, cornici ornamentali, fregi rappresentano gli elementi più comuni impiegati in ogni tipo di architettura. Pur trattandosi di elementi costruiti solitamente in materiali abbastanza resistenti, l'usura dovuta al contatto con gli agenti atmosferici, il trascorrere del tempo, errori di posa e progettuali ne possono compromettere l'integrità.
Uno dei casi più frequenti di rottura di tali elementi è da addebitarsi allo spessore inadeguato dell'elemento, in rapporto alla sua parte a sbalzo, tenuto conto altresì della inadeguatezza del materiale lapideo a sopportare gli sforzi flessionali.
Tale situazione è riscontrabile nelle scale con pedata molto sporgente, nei davanzali con parti laterali disposte a baffo, nelle cornici in pietra dei camini, ecc.
Gli interventi di ripristino delle parti danneggiate sono diversi e dipendono dal tipo di materiale, dalla vetustà dello stesso, dal tipo di supporto, dal carico che normalmente deve sopportare, dall'esposizione interna o esterna, ecc.
Il tipo di materiale pone una serie di problemi nella scelta di un adeguato intervento di riparazione; prendiamo ad esempio una scala rivestita in marmo, in cui lo spessore ridotto della pedata, anche a causa dell'usura, non garantisce più la stabilità della parte sporgente.
Se il marmo con cui è rivestita la scala è ancora facilmente reperibile, è possibile inserire al di sotto della parte sporgente, un listello dello stesso marmo sagomato a becco di civetta, impiegando del collante adeguato.
Il listello descritto, dovrà essere fissato sia sulla parte dell'alzata che nell'intradosso della pedata, in questo modo si realizzerà, un maggior spessore della parte sporgente, tutto a vantaggio oltre della stabilità e sicurezza dell'intera scala anche dell'aspetto estetico della stessa.
Quando invece non è possibile reperire lo stesso marmo, occorre optare per una soluzione con materiale diverso, da abbinare a quello esistente, in questo particolare caso vanno fatte diverse valutazioni sia di carattere estetico che economico.
Trattandosi di una scala interna privata, il problema si affronta con più tranquillità, in quanto le decisioni sul tipo di intervento vanno prese da una sola persona.
Trattandosi di un condominio la decisione diventa più complessa, in quanto oltre a doversi confrontare con più proprietari, è necessario tener conto sia dell'aspetto economico dell'intervento, sia della tempistica con cui verrà realizzato.
Quest'ultimo aspetto è importante, in quanto una scala condominiale è continuamente usata, per cui un lavoro molto invasivo comporterebbe non pochi disagi sia agli inquilini che alle maestranze; dunque, l'adozione di soluzioni rapide ed efficaci è l'obiettivo da perseguire.
Restando nel caso del materiale non più reperibile, per effettuare sostituzioni e riparazioni, vediamo come è possibile intervenire impiegando materiali e tecniche differenti.
Una prima soluzione, è rappresentata da un ringrosso dell'alzata, mediante l'applicazione di una lastra di materiale lapideo, in sovrapposizione di quella esistente e ciò quando le dimensioni della pedata consentono l'inserimento di un sottogradino di idoneo spessore.
Se tale spazio dovesse risultare esiguo si possono impiegare materiali costituiti da mescole di elementi lapidei assemblati con resine, appositamente sagomati, di ridotto spessore, in maniera tale da trasformare la scala originaria costituita da scalini a sbalzo, con una nuova con tipologia a tappeto.
Particolare importanza, per la buona riuscita degli interventi illustrati riveste la scelta del collante piu idoneo per realizzare le unioni dei materiali impiegati, frequentemente per tali interventi vengono impiegate le resine epossidiche, le quali hanno la caratteristica di reagire molto velocemente.
Prima di utilizzare il primo prodotto che capita, è bene fare una serie di osservazioni circa le parti da incollare o riparare.
Per prima cosa vanno osservate le condizioni delle superfici da unire in seguito al taglio che ne ha provocato la rottura; è ugualmente importante l'aspetto della superficie da lasciare a vista.
Le superfici da unire per sovrapposizione devono essere pulite, sgrassate e in alcuni casi necessariamente trattate con disco abrasivo, al fine di rendere le parti più regolari.
Per incollare porzioni di materiale tra loro, con superfici irregolari come possono essere le pietre lavorate artigianalmente, l'impiego delle resine epossidiche è consentito nonostante il loro utilizzo comporti un'alterazione del colore, poiché la giunzione eseguita resta in parte nascosta dalle irregolarità della superficie.
Qualora si volessero impiegare tali resine su elementi di particolare pregio, come fregi in pietra, è consigliabile adoperare resine epossidiche idrogenate, che hanno il pregio di mantenere il colore quasi inalterato.
Il tipo di prodotto da impiegare per l'incollaggio delle parti dipende, inoltre, dalla regolarità o meno delle superfici da assemblare; infatti, per superfici perfettamente sovrapponibili, senza spazi interstiziali possono essere impiegati composti a base di cianoacrilato, unitamente a un attivatore specifico.
In presenza di superfici non perfettamente aderenti, con interstizi più o meno rilevanti è necessario impiegare prodotti meno fluidi capaci di riempire i vuoti tra le superfici a contatto. Le sostanze tixotropiche in quest'ultimo caso sono quelle più indicate.
Per quanto riguarda la resistenza degli incollaggi nel tempo, occorre dire che essa dipende la diversi fattori, come l'aderenza delle parti senza bolle d'aria, temperatura di esercizio, carichi e sollecitazioni da sopportare.
I prodotti più convenzionali, come materiali cementizi o a base di calce, non sopportano sollecitazioni di trazione e flessione, per cui ritorna utile l'impiego di quei prodotti come le resine precedentemente indicate, a garanzia di una migliore risposta nel tempo.
In commercio sono presenti diversi prodotti per poter intervenire con efficacia in caso di riparazioni urgenti; tra le aziende del settore annoveriamo la Tenax s.p.a. con i suoi gel bicomponenti altamente tixotropici, racchiusi in due contenitori che, una volta miscelati, facilitano la posa grazie alla loro sofficità e splalmabilità.
Con essi è possibile incollare marmi e graniti, mentre con il Domo 10 A+B della stessa azienda è possibile incollare materiali lapidei di ogni genere anche se esposti all'esterno, grazie alla sua elevata viscosità.
La Generalchemical, con la linea di mastici epossidici Epoxy, consente l'incollaggio di materiali fra di loro eterogenei, quali marmi, graniti, pietre, legno e ferro.
Questa possibilità consente di impiegare anche anime in metallo per irrobustire le parti riparate, senza il pericolo di distacchi tra i materiali eterogenei. I prodotti Epoxy, consentono anche interventi in cui occorrono collanti trasparenti o colorati, a lento o a rapido indurimento e con diversi rapporti di miscelazione resina-catalizzatore.
Per interventi su superfici umide, in cui si richiedono tempi di lavorazione più lunghi, la GeneralChemical propone un mastice ancora più performante: parliamo del POLIEP®, un mastice poli-epossidico con caratteristiche meccaniche e di adesione superiori a tutti i tradizionali mastici al poliestere.
Tale caratteristica è dovuta alla contemporanea presenza nella sua formula di epossidi combinati con resine poliestere molto diversificate(da rigide a molto flessibili ed elastiche), così da consentire incollaggi sicuri anche nelle condizioni più difficili.
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