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09 Ottobre 2015 ore 10:20 - NEWS Tetti e coperture |
Nel 1755 il teorico e storico dell'architettura francese Marc-Antoine Laugier pubblicava come frontespizio della sua opera Essai sur l'architecture un disegno raffigurante la capanna primitiva.
L'illustrazione non era altro che una esemplificazione delle prime costruzioni dell'uomo e aveva peraltro lo scopo di introdurre il concetto di ordine architettonico.
Grazie ai quattro tronchi che sostenevano il tetto, tuttavia, dimostra in modo emblematico come sia proprio il tetto l'elemento che più di altri rappresenta il concetto di capanna, e quindi di casa.
I segnali che indicano la necessità di un intervento su un tetto in legno e che bisogna interpretare sono vari e più o meno evidenti a seconda dei casi.
In presenza di un sottotetto non abitabile e di un manto di copertura non a vista, è sicuramente più difficile saper leggere tali segnali e agire in tempo prima che i danni si aggravino.
Per questo motivo è raccomandabile ogni tanto un sopralluogo nel sottotetto in maniera tale da verificare lo stato di conservazione della struttura e del manto di copertura.
Un segnale inequivocabile del cattivo stato di conservazione della struttura di un tetto in legno sono le falde imbarcate, conseguenza di un grave indebolimento delle travi di sostegno e riconoscibile anche dall'esterno dell'edificio.
Un altro indizio è l'alterazione superficiale del colore o un deterioramento localizzato negli elementi lignei, dovuto possibilmente a funghi xilofagi o insetti.
Se esternamente al muro è presente una macchia continua di umidità in corrispondenza della canna fumaria, sicuramente vi saranno infiltrazioni dal comignolo, le quali potrebbero instaurare dei processi di indebolimento e marcescenza.
Nell'esempio illustrato, il tetto allo stato di fatto antecedente i lavori si presentava in una condizione critica.
Un pilastro centrale in mattoni sosteneva il colmo a L, retto a una estremità da una mezza capriata in legno semplicemente posata sul pavimento del sottotetto e gravante sullo stesso.
Colmi e travi erano imbarcati e puntellati al solaio con numerosi elementi lignei per limitare la freccia delle deformazioni.
Il legno era in alcuni punti marcio e il manto di copertura era danneggiato.
Secondo il PGT del Comune di appartenenza il fabbricato in questione, una villetta unifamiliare isolata, era piuttosto vincolato a causa delle distanze ridotte con i vicini, pertanto era obbligatorio mantenere inalterate l'altezza del colmo e la conformazione generale del tetto.
Prima della posa della nuova struttura del tetto in legno lamellare, sono state necessarie delle fondamentali operazioni di rinforzo.
Si è proceduto pertanto alla rimozione e demolizione del manto di copertura e della struttura lignea.
Successivamente, si è rinforzato il pilastro esistente e si è sostituita la mezza capriata in legno che sosteneva il colmo con due profilati metallici: una trave con sezione 160HEA e un pilastro 120HEA, resi solidali tra loro da una piastra in acciaio di 10 mm di spessore.
A differenza della mezza capriata rimossa che distribuiva il peso sulla soletta, la nuova trave in acciaio scarica il peso sul muro perimetrale e sulla trave annegata in mezzeria del solaio del piano di copertura, distribuendo localmente il carico tramite delle piastre da 15 mm.
Il filare in mattoni pieni alla base del tetto era molto deteriorato, si è deciso quindi di rimuoverlo e realizzare un nuovo filare in laterizi portanti con correa in c.a., nella quale è stata annegata una sezione in legno per il fissaggio dei travetti.
Una volta pronti gli appoggi si è proceduto alla posa della struttura, opportunamente dimensionata da un ingegnere strutturista per essere in grado di sopportare senza problemi i circa 200 kg/mq previsti, tra peso proprio, carico permanente e carico accidentale.
La conformazione e la pendenza del tetto (40% circa) sono rimaste inalterate per mantenere invariata l'estetica dell'edificio; si sono normalizzate però le dimensioni dei legni utilizzati per la struttura. La trave di colmo misura 12X18 cm di sezione mentre i travetti misurano 10X14 cm e sono posati con un passo di 80 cm.
Il tetto, non essendo praticabile per questione dell'altezza a disposizione, non ha richiesto uno strato di isolante all'interno della stratigrafia, essendo più indicato in questi casi posare l'isolante direttamente sul solaio del piano di copertura e limitare così il volume riscaldato ai livelli sottostanti.
Per quanto riguarda il pacchetto struttura-manto di copertura, si è mantenuto il più semplice possibile per limitare i costi allo stretto indispensabile.
Con l'introduzione dei nuovi moduli unificati di comunicazione inizio lavori, per la manutenzione del tetto e tutti i lavori in cui non è previsto modificare la struttura, come la sostituzione del solo manto di copertura, dello strato impermeabilizzante o dei travetti, basta una CILA asseverata da un tecnico.
In questo specifico intervento, dovendo sostituire integralmente la struttura in legno, è stata necessaria una SCIA, ossia una segnalazione certificata d inizio attività corredata di una relazione tecnica redatta da uno strutturista con indicati gli opportuni dimensionamenti.
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