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La morfologia del suolo nazionale mette in evidenza la grande ricchezza del territorio. Zone montuose, collinari, pianure circondate da fiumi e laghi, si susseguono con caratteristiche e colori diversi in relazione al loro sito geografico.
Su un territorio così eterogeneo si adagiano grandi città e piccoli centri urbani, all'interno dei quali le differenze altimetriche tra un piano di posa e l'altro, frequentemente sono caratterizzate dalla presenza di elementi murari, disposti a sostegno di piazze, terrapieni, strade, ecc.
Molti di tali elementi, realizzati in materiale tufaceo, portano ormai i segni dell'usura del tempo e delle aggressioni dei sali igroscopici.
Questi derivano da accumuli di umidità causati da scarso drenaggio delle parti contro terra, oltre che dalla presenza di altri elementi come canali, scarichi, ormai non più efficienti e quindi responsabili di travasi di acqua verso la parte a valle del terrapieno.
La situazione sopra descritta, pur essendo ormai presente in ogni parte del territorio nazionale, non viene affrontata, a mio avviso, con idonei interventi atti a consolidare, risanare e proteggere tali strutture in modo adeguato.
La motivazione principale di questa situazione, va ricercata nella maggior parte dei casi nell'uso eccessivo di prodotti a base di cemento, i quali, oltre a essere inadatti, risultano anche dannosi.
Una situazione del genere non si giustifica, visto che in ogni parte del mondo sono ancora presenti, in buone condizioni generali, manufatti realizzati da Fenici, Romani e altri popoli antichi che di certo non disponevano dei cementi attuali, per cui utilizzavano malte a base di calce, pozzolane, compatibili con la struttura muraria da realizzare.
Per poter realizzare un intervento di consolidamento e recupero di tali strutture, occorre esaminare con attenzione la situazione dello stato dei luoghi, al fine di progettare l'intervento più idoneo.
Generalmente, i muri di sostegno si ergono a contrasto di terrapieni che possono presentarsi sotto forma di terreni coltivati, o come piano di posa di strade, piazze, ecc.
I muri di sostegno, oltre a trattenere il terreno, trattengono anche una grande quantità di acqua. Quest'ultima, filtrando nel terreno, esercita una pressione idrostatica potente, che nel tempo può danneggiare anche in modo consistente il muro di sostegno.
Pareti di dimensioni contenute o disposte su pendii poco accentuati, provvisti di opere di drenaggio laterale, possono sfuggire a questo problema.
Il rischio maggiore lo si riscontra in quei muri di sostegno costituiti da pareti murarie di maggiori dimensioni, come ad esempio quelle poste a sostegno dei pendii più ripidi.
Pertanto, per ridurre tale spinta è necessario effettuare un drenaggio mediante un letto di ghiaia esteso lungo tutto il muro, riempendolo fino alla base.
Tale strato di ghiaia consentirà all'acqua che penetra lungo il lato posteriore del muro di defluire attraverso la ghiaia sottostante.
Per aumentare il drenaggio, occorre posizionare un tubo di plastica protetto da un geotessuto filtrante, capace di far filtrare l'acqua ma non il terreno.
Con lo stesso geotessuto occorre proteggere l'ingresso dalla parte interna del muro rivolta verso terra, dei canali trasversali di scarico, da installare nel muro a intervalli regolari, per consentire un adeguato defluimento delle acque filtrate.
L'intervento descritto può attuarsi più agevolmente quando la parte di terrapieno non rappresenta la base di appoggio di strade, piazze, fabbricati, cosa che nella maggior parte dei casi non si riscontra.
Pertanto, in alternativa, occorre procedere con un intervento che interessa principalmente, la parte a valle del paramento murario.
L'intervento di seguito descritto si propone l'obiettivo di conseguire il recupero delle caratteristiche strutturali, mediante la ricostruzione delle parti deteriorate, impiegando materiali compatibili, in modo da non alterare le caratteristiche fisico, chimiche e meccaniche del tufo, proteggendolo inoltre dall'aggressione dei sali igroscopici conseguenti alla spinta idrica retrostante.
Al fine di descrivere accuratamente l'intervento da effettuare, si fa riferimento a una struttura muraria, illustrata di seguito, rappresentativa di una condizione molto diffusa, costituita da un muro di sostegno in tufo, alto circa 3 metri, su cui è installata una recinzione metallica.
Tale muro, divide due aree adibite rispettivamente: a monte come sede stradale; a valle, come area di parcheggio. Pertanto, non potendo intervenire a monte con operazioni di scavo e drenaggio, occorre predisporre un intervento di recupero e conservazione, operando sulla parte prospettante l'area di parcheggio sottostante.
Come si evince dalle foto, il muro presenta i segni del degrado provocati dall'erosione di buona parte della superficie inferiore, oltre a manifestare una forte presenza di efflorescenze saline, conseguenti alla spinta idrostatica retrostante.
La presenza di tali efflorescenze comporta manifestazioni di degrado come alterazione della superficie muraria, perdita di materiale, distacco di intonaci e rivestimenti, indebolimento della funzione di sostegno.
Proprio la presenza di tali sali rappresenta la maggiore criticità da risolvere, in quanto non è possibile risolvere il problema, nascondendolo sotto un dannoso intonaco a base di cemento.
Le fasi operative devono iniziare realizzando una buona protezione dai sali, procedendo con la rimozione dell'intonaco esistente, almeno fino 50 cm al di sopra della macchia umida.
Proseguendo con l'eliminazione dalla superficie muraria dalle parti incoerenti, dai sali cristallizzati e dalle polveri mediante spazzolatura. Per poi procedere successivamente con un lavaggio con acqua deionizzata a moderata pressione e in minime quantità per evitare ulteriore solubilizzazione di sali.
A parete pulita, vanno verificate le fughe tra i blocchi di tufo, rimuovendo le parti di malta polverizzate residue e procedendo al loro rifacimento mediante una malta a base di calce aerea e pozzolana reattiva contenente zeolite.
Prima di ricostruire le parti deteriorate dei conci murari, occorrerà applicare un prodotto antisale composto da speciali additivi ricchi di solfati, i quali, agendo chimicamente sulle murature realizzano una cristallizzazione profonda in grado di bloccare i sali solubili veicolati dalla filtrazione.
In seguito, si potrà procedere alla ricostruzione delle parti mancanti, impiegando materiali leggeri e inerti ai sali, come ad esempio i laterizi porizzati, mediante i quali è possibile realizzare a taglio delle parti da allettare all'interno della muratura da ricostruire, impiegando sempre malta a base calce e pozzolana.
Una volta ricostruita la planarità della superficie muraria, è consigliabile prima della realizzazione del definitivo consolidamento, applicare una boiacca di prodotto antisale da applicarsi a rullo o a spruzzo.
Al fine di migliorare le condizioni statiche del muro di sostegno, è consigliabile provvedere al suo rinforzo, posizionando sulla superficie ricostruita una rete strutturale in fibra di vetro, adeguatamente ancorata.
Questa, non esponendosi in seguito a fenomeni di ossidazione, eviterà l'espulsione di intonaco.
Infine, si provvederà a ricoprire totalmente l'intera superficie risanata e ristrutturata, con un intonaco deumidificante a base di calce aerea e pozzolana, per uno spessore minimo di 3 cm.
Posa in opera di rete strutturale Fibrenet
Qualora occorra procedere anche alla tinteggiatura del muro consolidato, è necessario eseguire un intonaco di finitura sempre a base di calce aerea e pozzolana applicato a frattazzo fino a realizzare uno spessore di almeno 3 mm.
La tinteggiatura finale la si realizzerà applicando tre mani di un prodotto a base di grassello di calce di idonea stagionatura.
Tra i prodotti presenti sul mercato ormai ampiamente collaudati, troviamo i prodotti di Lancellotti Restauro, come ciclo deumidificante per murature in tufo a base di calce idraulica di calce aerea e pozzolana reattiva (zeolite), costituito da Boiacca antisale, Intonaco D, Intonachino TF , Tinta calce, accettato anche dalle Soprintendenze.
Locatelli intonaci produce un antisale denominato Mural San Primer Mural consistente in una soluzione acquosa di additivi specifici, dotati di una elevata resistenza alle aggressioni saline.
Il prodotto antisale reagisce chimicamente con i sali solubili trasformandoli in una forma stabile non più solubile, impedendo così l'azione di erosione che svolgono nelle murature con i loro cicli di assorbimento e di deassorbimento d'acqua.
Particolare dell'applicazione ciclo completo deumidificante by Lancellotti Restauro
Il primer indicato, unitamente alla malta deumidificante Mural San Mural, costituisce un utile sistema per il trattamento antisalino delle murature di mattoni, tufo, pietra.
Prima di concludere queste brevi note circa gli interventi di risanamento delle murature di tufo, vorrei mettere in risalto la necessità di una accurata indagine preliminare circa le cause del degrado, al fine di predisporre il miglior intervento possibile.
Infatti i casi di umidità di risalita, ricorrenti nelle murature di vecchi edifici e degli stessi muri di sostegno, vanno risolti con procedure differenti al fine di proteggere le murature dal degrado in maniera risolutiva.
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