|
Nei casi di costruzione o di ristrutturazione di coperture è buona prassi, nonché ormai obbligo di legge, coibentare in maniera opportuna le falde del tetto.
In questo articolo tratteremo nello specifico il caso di copertura con struttura portante in legno sulla quale, secondo gerarchie dimensionali e di carico ben precise, verranno realizzati tavolati e orditure secondarie.
In particolare, il pacchetto di materiale isolante verrà realizzato al di sopra di un assito continuo, ovvero il tipico tavolato in doghe di legno.
A seconda che si utilizzino coppi, tegole, lastre o altro si procederà con la posa di listoni, arcarecci, e/o listelli in abete ortogonali tra loro tali da formare campiture di passo specifico dentro le quali inserire i pannelli isolanti, creare la necessaria ventilazione e fornire l'ancoraggio per gli elementi che compongono il manto di copertura.
L'altezza in sezione dei listoni è normalmente pari a quella dell'isolante utilizzato, così da ottenere un piano superiore privo di salti di quota tra listoni e pannelli.
Questo sistema, ancorché pratico e semplice, non permette però di abbattere i ponti termici rappresentati dai listoni stessi.
Al fine invece di correggere questi inconvenienti si è optato spesso per lo sfalsamento dei pannelli e dei listoni. In pratica si crea un primo livello composto da listelli e pannelli di altezza identica tra loro ma dimezzata rispetto alla soluzione precedente.
Si crea poi un secondo livello, con schema di posa ruotato di 90° rispetto a quello sottostante, inchiodando i listelli e interponendo l'isolante nelle campiture formatesi.
Così facendo, si riducono i ponti termici ma bisogna considerare gli extra costi, soprattutto in termini di incidenza della manodopera.
L'unico modo per abbattere totalmente i ponti termici è quello di avere uno strato continuo di pannelli isolanti maschiati tra loro e privi di interruzioni.
Realizzarlo è possibile, tuttavia occorre prestare la dovuta attenzione poiché i carichi, dovuti ai pesi propri e permanenti della piccola orditura e del manto di copertura, nonché i carichi accidentali dovuti a vento e neve, e di esercizio relativi alla manutenzione, potrebbero comprimere in maniera differenziata l'isolante che di fatto ha una limitata resistenza a compressione.
In termini molto semplificativi, infatti, un materiale è tanto più isolante quanto più poroso; di contro, la porosità ne riduce la resistenza meccanica.
Se privilegiamo le prestazioni termiche dobbiamo mettere in conto che il materiale usato sarà meno resistente a compressione per cui non dovrà essere caricato.
Nel caso di materiali isolanti soffici sono di grande efficacia le viti dotate di punta autoforante a doppio filetto.
Queste viti hanno in primo luogo la funzione di distanziali tra i pannelli isolanti e la listellatura superiore; in secondo luogo la presenza del filetto sottotesta assorbe il carico sopra descritto evitando schiacciamenti che influenzano il comportamento termo-acustico dell'edificio e la resa estetica.
Se il sistema tradizionale prevedeva il fissaggio con viti a testa svasata piana di resistenza ammissibile pari a circa 70 kg, la filettatura sottostante della vite tipo ISOLANT della Roofrox azienda leader nel settore, garantisce invece una resistenza superiore a 240 kg.
Tali elevate prestazioni permettono dunque di eliminare in totale sicurezza i listelli rompitratta.
Nel caso di materiali di maggior massa volumica, ovvero di isolante duro in grado di resistere da solo alla componente di forza perpendicolare alla falda, si possono utilizzare viti a tutto filetto tipo VG Z a testa cilindrica con punta autoforante della casa specializzata Rothoblaas.
In entrambi i casi si tratta di viti che, opportunamente dimensionate e distribuite, permettono di ancorare la controlistellatura alla struttura portante sottostante perforando lo strato coibente.
I ponti termici, ridotti di fatto alle sezione delle viti, sono pressoché trascurabili.
Di contro, queste viti creano una sorta di struttura reticolare costituita da bielle che a seconda delle sollecitazioni funzionano da puntoni o tiranti.
In pratica trasmettono le tensioni agli strati portanti sottostanti senza gravare e dunque comprimere l'isolante.
Una volta stabilito lo spessore dello strato coibente si potranno scegliere apposite viti, il cui tratto non filettato è pressoché analogo.
Specifiche tabelle e software di calcolo permettono di scegliere le viti più adeguate in termini di dimensione, densità, angolo di incidenza.
L'assoluta continuità dello strato coibente, così ottenuta, garantisce prestazioni termiche ed acustiche che rispondono agli attuali severi requisiti di efficienza energetica.
|
||