Principali novità relative ai dispostivi di sicurezza di un impianto termico secondo l'aggiornamento della raccolta R INAIL, in vigore dal mese di Marzo 2011.
Semplici controlli, anche solo visivi, possono essere fatti da chiunque risieda in un edificio servito da una centrale termica e/o un impianto che ricadono in quelli previsti dalla raccolta R nella nuova edizione Inail.
I componenti fondamentali di un impianto di riscaldamento ad acqua sono: uno o più generatori; un sistema di espansione costituito da uno o più vasi aperti o chiusi, che permettono le variazioni di volume dell'acqua correlate alle variazioni di temperatura massima prevista; le tubazioni ed i dispositivi di sicurezza, controllo e protezione durante l'esercizio dell'impianto.
Tra le tubazioni ci sono quelle di adduzione del fluido termovettore ai terminali dell'impianto, quelle di carico e di espansione. I dispositivi di sicurezza in un impianto sono finalizzati ad evitare che la temperatura e la pressione dell'acqua superino i valori prefissati.
Valvole di sicurezza, di intercettazione e di sfogo
La valvola di sicurezza è responsabile dello scarico di una certa quantità di fluido termovettore per evitare il raggiungimento di pressioni pericolose; la valvola di sicurezza deve avere un diametro non inferiore a 15 mm; dai dati di targa del generatore si può evincere la sua pressione massima ammissibile rispetto alla quale la pressione della valvola di sicurezza deve essere superiore; la valvola di sicurezza deve essere identificata in maniera univoca dai dati del costruttore, dalla matricola, deve esserne descritta la portata di scarico kg/h e munita dei certificati di costruzione e di taratura rilasciato dall'ex ISPESL, ora INAIL.
Spesso, nei moderni generatori di calore, la valvola di sicurezza è fornita direttamente con lo stesso generatore. Sulla tubazione di uscita del generatore deve esserci la valvola di scarico termico, la quale evita che la temperatura dell'acqua raggiunga valori pericolosi attraverso lo scarico di una parte dell'acqua.
L'attivazione avviene a mezzo di un sensore della valvola che deve essere immerso il più possibile nell'acqua calda in uscita dal generatore, ed un apposito interruttore, correlato alla valvola, intervenendo interromperà la produzione di calore del bruciatore; rientrato il valore eccedente della temperatura, la valvola si richiude in maniera automatica. Anche la valvola di scarico termico deve essere munita dei certificati di costruzione e di taratura rilasciato dall'ex ISPESL, ora INAIL, oltre alle sigle identificative del costruttore e della valvola stessa.
La valvola di intercettazione del combustibile, in caso di valori di temperatura dell'acqua dell'impianto eccedenti quelli prefissati di sicurezza, interrompe l'afflusso di combustibile al bruciatore; tale valvola una volta azionata può essere riarmata solo manualmente.
La valvola di intercettazione del fluido primario. in caso di temperature eccessive, intercetta l'acqua limitandone lo scambio di energia tra i circuiti del generatore e quelli che arrivano agli utilizzatori; anche questa valvola, una volta azionata, può essere riarmata solo manualmente.
Tra gli altri elementi significativi per la sicurezza c'è il tubo di sicurezza, le cui caratteristiche principali devono essere l'assenza di contropendenza, l'assenza di valvole di intercettazione ed il raggio di curvatura, che deve essere almeno pari ad 1,5 volte il diametro dello stesso tubo.
Il tubo di sicurezza, secondo la nuova raccolta R, deve essere distinto e separato dal tubo di riempimento, che collega il generatore con il vaso di espansione.
Tutti i dispositivi di sicurezza, secondo la nuova raccolta R, devono essere accettati dall'INAIL e accompagnati da un certificato di taratura; inoltre, possono essere adottati e riconosciuti tutti i dispositivi appartenenti all'area Europa che hanno le stesse funzionalità, scopi e caratteristiche dei dispositivi adottati nel nostro Paese.