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Le persone che si trovano a vivere da sole, senza legami familiari né affettivi, quando passano a miglior vita, non hanno parenti a cui lasciare i beni accumulati in vita.
Se mancano eredi legittimi o testamentari (o anche nel caso in cui chi sarebbe chiamato a succedere dovesse rinunciare) eredita lo Stato il patrimonio del de cuius.
In tal caso si parla di eredità vacante, istituto giuridico previsto e disciplinato dalla normativa italiana.
Lo scopo è evitare che un patrimonio resti privo di titolare, con tutte le implicazioni giuridiche, sociali ed economiche che ne deriverebbero.
L’eredità vacante si ha quando,a morte di una persona, non ci siano soggetti legittimati a succedere o, pur essendoci, nessuno accetti l’eredità.
Anche in mancanza di un testamento si pone in essere questa figura giuridica.
Se infatti fosse presente un testamento, anche un parente alla lontana, un amico, un ente benefico o una fondazione potrebbero eserre indicati dal testatore come destinatari del patrimonio.
In assenza di una volontà scritta, la legge detta precise regole.
La regola della successione legittima stabilisce che possa ereditare il parente fino al sesto grado.
Ciò vuol dire che, se non vi sono parenti entro tale limite o se tutti rinunciano, non resta che lo Stato.
Eredità - Getty Images
E proprio lo Stato diventa erede universale, subentrando in tutto e per tutto nei beni del defunto.
È una successione automatica: lo Stato non approva formalmente di rientrare nel possesso dell’eredità, perché ne diventa titolare per effetto diretto della legge.
L’eredità vacante non va confusa con l'eredità giacente.
Quest'ultima infatti si ha quando ci sono soggetti chiamati all’eredità, ma nessuno di essi ha ancora accettato.
Magari stanno valutando se accettare con beneficio d’inventario, magari non sono stati ancora rintracciati.
In tal frangente, ’eredità è sospesa, in attesa che qualcuno si pronunci.
Onde evitare che il patrimonio si depauperi o si deteriori, il giudice può nominare un curatore, che ha il compito di gestirlo fino a quando la situazione non si chiarisce.
La giacenza è quindi un momento transitorio, ma che può anche durare anni.
Se però, al termine di questo periodo, nessuno accetta e tutti i chiamati rinunciano, allora l’eredità giacente si trasforma in vacante, e quindi diventa patrimonio dello Stato.
È solo in questo momento che lo Stato interviene come erede, e non prima.
Lo Stato subentra nell’eredità vacante dopo essersi assicurato che non siano in vita parenti entro il sesto grado oppure che anche in presenza di questi ultimi, vi sia stata formale rinuncia.
L’acquisto avviene a titolo universale, cioè lo Stato eredita tutto, compresi i debiti, ma con una tutela speciale.
Eredità vacante - Getty Images
Andrà infatti a rispondere dei debiti e dei legati solo entro il valore dei beni ricevuti.
Questo vuol dire che, se il patrimonio è insufficiente, lo Stato non integra con risorse proprie.
I beni del defunto non vanno semplicemente “allo Stato”. In pratica, è l’Agenzia del Demanio a gestire questo tipo di successioni.
Si tratta di un ente pubblico che si occupa della gestione e valorizzazione del patrimonio statale, compresi gli immobili provenienti da eredità vacanti.
L’Agenzia può decidere di vendere i beni all’asta oppure, in certi casi, destinarli agli enti locali per scopi di pubblica utilità.
Nel patrimonio ereditario vacante va a convergere ogni tipo di bene. Non ci sono solo immobili, ma anche i beni mobili, le opere d’arte.
E poi ancora i titoli, le partecipazioni societarie, i crediti e persino i diritti immateriali.
Detto in altri termini , tutto ciò che era di proprietà del defunto passa allo Stato.
E non è raro che vengano scoperti beni di cui nessuno sapeva l’esistenza. Si pensi ai vecchi conti correnti dimenticati, alle case di campagna trascurate, ai terreni mai rivendicati.
Spesso sono proprio i notai, i cancellieri dei tribunali o i funzionari comunali a dare comunicazione all’Agenzia del Demanio dell’esistenza di un’eredità vacante.
Sono obbligati a farlo entro 30 giorni da quando ne vengono a conoscenza. Questo consente un avvio più rapido della procedura e della tutela del patrimonio.
L’eredità vacante non è solo una questione di passaggio patrimoniale. È un problema anche di ordine pubblico.
Un bene senza proprietario può diventare un peso, un rischio, un fastidio per la collettività.
Si pensi a un edificio abbandonato che cade a pezzi, in assenza di un titolare responsabile, può diventare pericoloso, creare degrado, attirare occupazioni abusive.
Lo stesso vale per i debiti lasciati in sospeso: se non si sa chi deve pagarli, si bloccano i rapporti con i creditori.
Eredità allo stato - Getty Images
Ecco perché il legislatore ha stabilito una soglia chiara per la quale fino al sesto grado di parentela si può ereditare, oltre no.
Chi è più lontano di un cugino di quinto grado è considerato, giuridicamente, un estraneo.
Se il defunto avesse voluto beneficiarlo, avrebbe dovuto scrivere un testamento.
Se non lo ha fatto, la volontà non c’è, e quindi prevale l’interesse pubblico.
Ci sono molti esempi concreti di eredità vacante che si possono portare per comprendere meglio la portata dell'istituto giuridico.
Si va dalla persona anziana che ha avuto un trascorso isolato per anni in un paesino e muore senza parenti noti, al cittadino straniero che muore in Italia, per il quale è difficile ricostruire la rete familiare.
A volte si tratta di persone che vivevano in condizioni di povertà estrema, senza conti in banca né immobili.
Altre volte, al contrario, si scopre che dietro una facciata modesta c’era un patrimonio inaspettato: un appartamento in centro, titoli nascosti, un deposito in Posta dimenticato.
Esempi di eredità vacante - Getty Images
In alcuni casi, i parenti ci sarebbero anche, ma preferiscono fare rinuncia per evitare rogne burocratiche.
Succede quando l’eredità comporta più debiti che benefici: immobili in rovina, terreni incolti, crediti difficili da riscuotere.
In questi casi, nessuno vuole assumersi il peso di accettare. E allora, anche se ci sono familiari, l’eredità finisce comunque allo Stato.
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