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Un tassello chimico è un particolare sistema di fissaggio che serve a incrementare l'aderenza tra la vite o la barra e le pareti del foro.
Esso si basa sull'utilizzo di un particolare collante o resina, che garantisce un'ottima stabilità all'inghisaggio grazie all'aderenza che si genera tra la superficie metallica dell'elemento e la muratura.
Si ha quindi una forte continuità finale, quando il materiale inserito si asciuga, tra l'elemento ancorato e il supporto su cui viene fissato.
Facendo un passo indietro, è possibile definire in linea generale la funzione dei tasselli, anche detti tasselli ancoranti.
Questi elementi sono complementari alle viti (che sono poste al loro interno) e servono ad aumentarne l'aderenza con le pareti. Ciò consente un miglior fissaggio i tra due elementi costruttivi collegati.
Difatti, in assenza dei tasselli, l'incoerenza della muratura o del calcestruzzo in corrispondenza del foro e la maggior dimensione del diametro di quest'ultimo rispetto alla dimensione corrispondente della vite, non garantirebbe un'ottimale continuità tra gli elementi, a scapito della resistenza del collegamento.
In commercio esistono varie tipologie di ancoranti, che si differenziano per metodo di inghisaggio, dimensioni, modalità di applicazione, resistenza, etc.
Andiamoli a scoprire insieme.
I tasselli si differenziano principalmente in due macrocategorie: quelli meccanici e quelli chimici.
Gli ancoraggi di tipo chimico sono particolarmente adatti a essere utilizzati nei casi in cui il supporto (che sia di muratura o di calcestruzzo) presenti una superficie incoerente e tendente allo sgretolarsi quando viene forato.
Infatti, in questi casi la resina va a inglobare le porzioni incoerenti, riempendo le microfessurazioni e creando un'unica superficie. Ciò rende più resistente il collegamento.
Inoltre, la distribuzione della resina all'interno del supporto non solo genera una continuità tra gli elementi, ma garantisce anche una miglior ripartizione dei carichi.
In più, i tasselli chimici sono estremamente versatili in quanto possono essere adottati su diverse tipologie di supporti (mattoni forati o pieni, pietra naturale, calcestruzzo, legno) e possono avere anche funzione strutturale.
La posa in opera dei tasselli chimici prevede le seguenti fasi operative:
Analizziamole insieme.
La realizzazione dell'inghisaggio mediante tasselli chimici avviene innanzitutto forando il supporto con un apposito trapano a percussione.
Quest'operazione va eseguita tenendo la punta dello strumento perpendicolarmente alla parete, così da evitare distribuzioni disuniformi del peso dell'elemento fissato una volta concluse tutte le fasi operative.
La dimensione del foro deve essere tale da poter ospitare il tassello a rete scelto.
Foratura del supporto
Una volta concluso il foro, è un utile accorgimento quello di rimuovere i residui di materiale rimosso dal suo interno.
Successivamente, l'operatore inserisce nel foro il tassello a rete, ossia l'elemento cilindrico bucherellato in materiale plastico, che sarà poi riempito dal materiale colloso allo stato fluido.
Si precisa che questo elemento non è sempre presente nell'ancoraggio chimico: quando si effettuano ancoraggi chimici strutturali con barre filettate o ad aderenza migliorata non è previsto il suo utilizzo.
A questo punto viene inserito il collante nel foro.
Ciò avviene mediante un particolare strumento chiamato pistola a estrusione, che può essere di tipo manuale e dotato di un apposito pulsante o leva che consente la fuoriuscita del materiale con una pressione imposta dall'operatore, o del tipo elettrico.
All'interno di esso si inserisce il flacone, dotato di una sottile punta conica avvitabile fornita già all'acquisto.
Pistola ad estrusione del tipo manuale per ancorante chimico
In questa fase la resina allo stato fluido si miscela, all'interno del beccuccio del flacone, con l'indurente che ne consentirà l'asciugatura.
Per questo motivo è consigliato dai produttori di non utilizzare le prime tre pompate di resina, poiché i componenti potrebbero non essere ben uniformati.
È bene precisare che l'estrusione della resina nel tassello va effettuata a partire dal fondo dello stesso e che deve riempire almeno il 60% del foro.
Infine, si inserisce una barra filettata, quella ad aderenza migliorata o una vite metallica all'interno del tassello con lo scopo di collegare il supporto all'elemento da fissare. Si attende poi la completa asciugatura.
Durante l'inserimento della barra è buona prassi ruotarla su se stessa.
È necessario quindi rimuovere la resina in eccesso che fuoriesce dal foro e si intravede sulla superficie del supporto rendendola irregolare.
Il tempo di asciugatura dell'ancorante varia in base alla composizione dello stesso ed è riportato nella scheda tecnica specifica fornita dal produttore.
Esso ha una durata estremamente variabile: da poche decine di minuti fino ad arrivare a 4-5 ore.
I tasselli chimici non strutturali sono composti dal tassello a rete in materiale plastico (nylon in genere) e dal materiale indurente.
Il tassello forato in materiale plastico, avente lo scopo di calibrare la fuoriuscita della resina nel suo intorno, è prodotto in più dimensioni che lo rendono compatibile con i differenti diametri delle barre filettate.
Esso si vende in confezioni che vanno da pochi a svariati elementi.
Tasselli a rete in materiale plastico Fisher
Resina e indurente sono commercializzati in cartucce pronte all'uso delle dimensioni che in genere variano dai 100 ml ai 450 ml a seconda del produttore e della tipologia di resina. Le cartucce sono vendute insieme ai beccucci ad esse avvitabili.
La portata dei tasselli chimici cambia molto a seconda del materiale componente il supporto su cui sono posati e dalla tipologia di resina adottata.
Infatti, come specificato dall'azienda produttrice Fischer, leader del mercato, il tassello chimico fischer può reggere pesi differenti a seconda del materiale su cui è inserito: su mattoni forati semivuoti può portare un peso fino a 40 kg, su quelli semipieni fino a 200 kg, su quelli pieni fino a 400 kg e nel caso di posa su calcestruzzo anche 1000 kg!
Ancorante chimico MAPEFIX VE SF
Vi sono, inoltre, ancoraggi chimici per elementi strutturali, come quelli del tipo MAPEFIX VE SF, commercializzati dalla Mapei, certificati per barre filettate anche di grandi diametri all'interno di elementi in calcestruzzo, possono reggere più di 1300 kg.
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