|
Il quadro fessurativo è l’insieme delle crepe (o più precisamente lesioni) che si formano sulle strutture portanti e non portanti di un edificio per effetto di assestamenti e dissesti strutturali di entità variabile.
Il quadro fessurativo assume dunque un aspetto e un’estensione molto variabile in base a vari fattori, come le cause dei dissesti, la loro posizione e gravità.
Le lesioni infatti non sono immutabili; ma, se le cause scatenanti non vengono rimosse, tendono ad ampliarsi, allargarsi e moltiplicarsi progressivamente.
Tipica lesione strutturale a taglio diagonale - Foto Getty Images
Non è raro, inoltre, che più dissesti coesistano nella stessa struttura, formando quadri fessurativi complessi, non sempre leggibili con immediatezza.
Si tratta dunque un elemento fondamentale per diagnosticare i dissesti, e riguarda ogni parte dell’edificio: gli elementi più colpiti sono ovviamente le strutture portanti, soprattutto se costituite da pareti di muratura, archi e volte; ma sono assai comuni anche le lesioni in pavimenti, controsoffitti, false volte, tramezzi e pareti di tamponamento.
Per prima cosa occorre però chiarire se una lesione èveramente strutturale, o se invece riguarda soltanto l’intonaco.
Qualsiasi malta, infatti, è soggetta al cosiddetto ritiro, che si verifica quando l’acqua contenuta nell’impasto, evaporando progressivamente, determina una riduzione di volume del materiale costituente.
Perciò, se l’intonaco non è stato applicato a regola d’arte, tenderà a formarsi un fitto reticolo di lesioni, la cui forma ricorda quella di un terreno arido spaccato dalla siccità.
Reticolo di lesioni per il ritiro dell'intonaco - foto IStock
Altre lesioni che riguardano unicamente lo strato d’intonaco si verificano quando questo si distacca dalla muratura sottostante: è una situazione piuttosto frequente, facilmente riconoscibile grazie ai rigonfiamenti esterni e al suono vuoto che si percepisce battendo delicatamente la superficie coinvolta.
Queste lesioni non sono pericolose per la stabilità dell'edificio, ma possono comportare la perdita di eventuali decorazioni di facciata e/o costituire vie preferenziali per le infiltrazioni d'acqua.
Negli altri casi, invece, le lesioni sono di tipo strutturale, cioè dovute a un qualche tipo di dissesto.
Tipico esempio di lesione strutturale - Foto IStock
Queste, in particolare, assumono vari aspetti:
Come già accennato in precedenza, ciascun tipo di dissesto tende a formare un quadro fessurativo caratteristico, che occorre saper riconoscere per adottare i metodi di consolidamento più adeguati: un intervento scorretto può infatti risultare completamente inefficace, aggravare i dissesti già in atto o addirittura crearne di nuovi.
Gravi danni da terremoto, con lesioni a forma di X - foto IStock
I danni da terremoto, ad esempio, tendono a formare lesioni verticali o inclinate secondo un angolo caratteristico che varia in base al materiale e alla tecnica costruttiva delle murature; oppure lesioni diagonali con il tipico andamento a forma di X (o croce di Sant’Andrea).
Per i muri di mattoni pieni l'angolo delle lesioni è di circa 45°.
Si tratta inoltre di quadri fessurativi che, in mancanza di ulteriori scosse di terremoto, tendono a non evolversi, rimanendo invariati per lunghi periodi.
Se di lieve entità, non sono inoltre normalmente pericolosi per la stabilità dell’edificio, ma ne indeboliscono ugualmente le murature e possono riattivarsi in caso di cedimenti del terreno.
Le lesioni a schiacciamento sono invece dovute ai carichi verticali eccessivi, eccentrici o concentrati in punti ristretti, e riguardano soprattutto i pilastri e colonne di pietra o muratura, e le pareti snelle,cioè alte e sottili: sono molto pericolosi, soprattutto perché difficilmente individuabili da una persona poco esperta.
Probabili lesioni a schiacciamento - Foto arch. Matteuzzi
I loro sintomi caratteristici sono due: un leggero rigonfiamento (anche localizzato) o spanciamento della muratura, e la formazione di una fitta serie di lesioni brevi, tendenzialmente verticali e parallele tra loro.
Inoltre, più le lesioni appaiono lunghe e numerose, maggiore è la gravità del dissesto, che tende a peggiorare progressivamente in mancanza di opportune contromisure.
Un dissesto in fase iniziale provoca invece un'unica lesione verticale sui due lati opposti di un pilastro, oppure nello spessore dello stipite di una porta o una finestra.
Viceversa, le lesioni per il distaccamento reciproco di murature poco ammorsate non compromettono quasi mai la staticità degli edifici, ma spaventano facilmente i profani perché quasi sempre molto vistose: si tratta infatti di crepe con andamento tendenzialmente verticale, o che delineano perfettamente la sagoma di una porta o finestra ormai tamponata.
Lesioni verticali tra due murature non ammorsate - Foto arch. Matteuzzi
Sono dunque facilmente riconoscibili per il loro aspetto caratteristico e la tendenza a formarsi proprio in corrispondenza della soluzione di continuità tra i due elementi coinvolti.
Le lesioni per il cedimento del terreno di fondazione (e non delle fondazioni vere e proprie come si crede comunemente) sono invece assai comuni, ma hanno un aspetto più variegato, che dipende soprattutto dalla porzione dell’edificio coinvolta.
Ad esempio in presenza di porte e finestre sovrapposte (soprattutto se con sguinci interni), di variazioni nello spessore tra due pareti vicine, anche se ben ammorsate, o di canne fumarie in muratura, le lesioni hanno un andamento tendenzialmente verticale.
Lesioni per il cedimento del terreno al centro della facciata di un edificio storico - Immagine arch. Matteuzzi
La configurazione più caratteristica presenta però lesioni a taglio diagonale, che formano veri e propri archi di scarico naturali.
Se dunque il dissesto riguarda il centro della facciata, il quadro fessurativo sarà tendenzialmente simmetrico, con le lesioni concentrate soprattutto negli spigoli opposti delle aperture: lo si nota molto bene in questo schema.
Se invece il cedimento è vicino allo spigolo dell’edificio, l’arco di scarico interesserà le due pareti perpendicolari.
Inoltre, in mancanza di bucature, le lesioni si formano soprattutto nell’attacco a terra e nelle porzioni basamentali delle pareti.
Questi dissesti tendono inoltre a peggiorare progressivamente, finché il terreno non si compatta a sufficienza o non si raggiunge una nuova situazione di equilibrio.
Nel frattempo le crepe presenti si allungano e si allargano gradualmente, mentre ne compaiono di nuove, parallele a quelle precedenti.
Lesioni per il cedimento del terreno vicino allo spigolo di un edificio - Immagine arch. Matteuzzi
Altri segni caratteristici sono inoltre la comparsa di lesioni e avvallamenti nei pavimenti del piano terra, e di crepe nei controsoffitti e false volte di canniccio intonacato.
Fortunatamente, i cedimenti del terreno di fondazione sono anche i dissesti più facilmente risolvibili.
I metodi di consolidamento più diffusi sono due: l’allargamento e approfondimento delle fondazioni con micropali o sottomurazioni, allo scopo di intercettare un terreno più resistente e/o diminuire il carico unitario gravante sul terreno di fondazione; e il suo costipamento con iniezioni di resine appositamente studiate.
Funzionamento del consolidamento del terreno con resine espandenti, by Uretek
Tra queste, il secondo risulta assai meno invasivo, e perciò indicato soprattutto per gli edifici in uso, o in cui non si prevede l’esecuzione di altri interventi di ristrutturazione.
In altre parole, è possibile consolidare la propria casa senza doverla svuotare e abbandonare temporaneamente.
Naturalmente occorre rivolgersi ad aziende di provata esperienza, come ad esempio Uretek Italia Spa.
L’intervento, condotto secondo il metodo URETEK Deep Injections® è indicato soprattutto per i terreni formati da argilla o limo, mentre risulta meno efficace nei substrati di ghiaia di grossa pezzaturaper l’alto numero e volume delle cavità.
I risultati migliori si ottengono inoltre per edifici con murature portanti o con fondazioni a platea o trave rovescia, caratterizzate da una distribuzione dei carichi trasmessi al terreno più costante ed uniforme.
Esecuzione dei fori per l'iniezione di resina, by Uretek
Dopo un monitoraggio strutturale, condotto per almeno un anno per accertarsi che il dissesto si sia stabilizzato, i tecnici Uretek (ingegneri o geologi) eseguono almeno un sopralluogo preliminare per verificare l’applicabilità effettiva del metodo, accertare il tipo di terreno, analizzare il contesto operativo e individuare i punti più adeguati per le perforazioni.
Successivamente inizia l’intervento vero e proprio, che prevede l’esecuzione preliminare di un congruo numero di fori con diametro massimo di 3 cm, tali da attraversare le fondazioni per raggiungere con precisione il terreno da trattare.
In ciascun foro si inserisce quindi un tubo flessibile con un diametro di 12 mm e si procede alle iniezioni con resine espandenti appositamente formulate.
Immissione della resina nei fori appositamente praticati
Queste, cominciando a espandersi, esercitano una pressione in direzione perpendicolare fino a 10’000 kPa (100 kg/cm2) e aumentano di volume fino a 10-15 volte il valore iniziale: in questo modo si riempiono le cavità esistenti e il terreno circostante risulta completamente costipato, migliorando nettamente la propria capacità portante.
L’espansione della resina continua finché il terreno risulta così addensato da impedire un’ulteriore compressione.
Vengono quindi eseguite altre iniezioni per espandere la resina verticalmente, così da sollevare le strutture soprastanti: l’intero processo viene inoltre monitorato continuamente con apparecchiature laser in grado di rilevare movimenti millimetrici.
Quando si osserva un inizio di sollevamento, l’iniezione viene interrotta e si passa ai fori successivi, perché in quel punto il terreno appare già consolidato in maniera efficace e sufficiente.
Una volta completato l’intero procedimento, si chiudono e sigillano i fori praticati in precedenza, si eseguono alcune prove geotecniche per verificare il miglioramento effettivo della portanza del terreno trattato, ed è possibile stuccare o risarcire le lesioni.
Consolidare un terreno, eseguendo interventi poco invasivi, si può con la tecnologia di Uretek Italia Spa se si hanno problemi di fessurazioni murature o abbassamento della pavimentazione, se si necessita di un consolidamento fondazioni, un consolidamento delle murature o il riempimento di cavità o vespai per consolidamento terreno, è possibile rivolgersi a questa azienda che con il suo team di tecnici esperti troverà la soluzione al vostro problema utilizzando tecniche efficaci e poco invasive.
Il numero verde è 800.200.044 ed il sito Uretek offre un form da compilare.
Verrai messo in contatto con un tecnico Uretek vicino a te che fisserà un sopralluogo gratuito e non impegnativo.
![]() |
||||
Testata Giornalistica online registrata al Tribunale di Napoli n.19 del 30-03-2005 | ||||
Copyright 2025 © MADEX Editore S.r.l. |
||||