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Il cemento armato, costituito da calcestruzzo ed acciaio, ha avuto nel secolo scorso, e continua a avere oggi, una notevole diffusione nella costruzione, non solo di piccoli, medi e grandi edifici ma anche nella costruzione di strutture impegnative, dai solai carrabili, ai ponti, alle dighe etc.
Il calcestruzzo del cemento conferisce alle strutture degli edifici la possibilità di resistere a sollecitazioni come le compressioni, prodotte da eventi sismici, mentre le armature in acciaio del cemento armato consentono alle strutture di resistere ad un altro tipo di sollecitazione prodotte dagli eventi sismici, le trazioni.
A seguito dei tragici eventi sismici che hanno scosso il nostro Paese, l'evoluzione normativa italiana negli ultimi anni ha accentuato sempre più gli aspetti di sicurezza degli edifici, incrementando, rispetto al passato, l'utilizzo del cemento armato anche dove non era previsto e/o obbligatorio; un esempio è la realizzazione, per tutti i nuovi edifici, di piastre e travi in cemento armato poggiate sulla testata del suolo al di sotto del livello stradale sulle quali si sviluppano gli stessi edifici.
Ma chi garantisce sulla qualità del cemento con il quale si è ristrutturata casa propria o si è realizzato un nuovo edificio? In teoria la ditta costruttrice e la direzione dei lavori hanno l'obbligo di realizzare i famosi cubetti di prova del cemento raccolti durante la realizzazione delle strutture degli edifici.
Nella pratica, per molti edifici, siano essi già abitati o in fase di completamento, le prove di schiacciamento dei suddetti cubetti presso laboratori certificati, non sono state mai realizzate.
È bene osservare che anche il proprietario dell'edificio può verificare la qualità del cemento, sottoponendo dei provini prelevati durante i lavori ai test di schiacciamento realizzati da laboratori autorizzati e presenti in tutta Italia, con costi di qualche centinaio di euro; ciò, tanto nel caso di un edificio nuovo e realizzato con strutture in cemento armato, quanto nel caso di un edificio esistente e sottoposto a ristrutturazione.
Un fattore che incide notevolmente sulla qualità del cemento, durante la realizzazione delle strutture degli edifici, è la lavorazione dello stesso cemento, tecnicamente tale lavorazione è identificata come vibrazione del cemento realizzata con apposito strumento, il vibratore, che conferisce compattezza ed omogeneità all'impasto cementizio, favorendo il corretto svolgimento delle reazioni chimiche e riducendo la presenza di bolle di aria.
Per ottenere dei provini che indichino una resistenza allo schiacciamento del cemento quanto più realistica possibile, gli stessi provini devono essere raccolti durante i getti, ed essere sottoposti alla vibrazione.
La vibrazione dei provini, non potendo essere realizzata con il vibratore, che indurrebbe delle sollecitazioni troppo forti per un volume contenuto (un cubo con lato di circa 20cm), può essere simulata manualmente durante la raccolta degli stessi provini.
Un modo efficace per vibrare i provini di cemento, potrebbe essere quello di raccogliere il cemento fino al riempimento di metà del contenitore e batterlo con una ventina di colpi realizzati con un ferro fino a raggiungere quasi il fondo del contenitore; successivamente riempire il contenitore di prova fino all'orlo e ripetere l'operazione infiggendo i colpi fino a metà del contenitore.
I provini di cemento, dopo essere stati raccolti, possono essere, fatti seccare o come suol dirsi tecnicamente, maturati in apposite vasche piene d'acqua presso gli stessi laboratori che effettueranno le prove di schiacciamento.
Si sottolinea che la raccolta dei provini di cemento deve essere effettuata nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti nei cantieri e con il supporto del personale tecnico.
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