Arrivano dalla Gran Bretagna il cemento che assorbe l'anidride carbonica e dagli Stati Uniti quello prodotto dal riso.
Il cemento è il materiale che rappresenta una delle principali cause del surriscaldamento globale del pianeta, poiché è responsabile di elevate emissioni di anidride carbonica, sia in maniera diretta che indiretta.
Infatti, tra i suoi principali componenti, c'è l'ossido di calcio, (circa il 64%), ottenuto per calcinazione del carbonato di calcio, procedimento che prevede appunto l'emissione di CO2.
Inoltre, per produrre cemento, c'è bisogno di una grande quantità di energia, che genera di conseguenza grande emissione di anidride carbonica, si stima ca. 0,2 tonnellate per ogni tonnellata di prodotto, pari al 7-8% delle emissioni dei paesi più industrializzati.
Anche se in questi ultimi anni si stanno sviluppando anche in paesi come il nostro, dove la tecnologia del cemento armato in edilizia è predominante, nuovi sistemi costruttivi, da quelli in acciaio a quelli in legno, l'utilizzo del calcestruzzo rimane imprescindibile per il momento in campo strutturale. Anzi, si stima che nel prossimo decennio la produzione aumenterà addirittura del 50%, facendo crescere anche le emissioni, per cui nasce l'esigenza di trovare soluzioni più ecologiche e si moltiplicano gli sforzi dei ricercatori per trovare alternative più sostenibili.
L'equipe di ingegneri dell'azienda britannica con sede a Londra Novacem ha studiato una nuova tipologia di cemento che, anziché produrre anidride carbonica, la assorbe nella misura del 60% circa del proprio peso.
La nuova tecnologia prevede l'utilizzo di additivi che permettono di produrre cemento a temperature più basse, quindi con minore impiego di energia, ma soprattutto di assorbire biossido di carbonio nella fase di indurimento del prodotto, andando quindi a compensare le emissioni della fase di produzione.
Quindi si risparmiano energia ed emissioni di CO2 in fase di produzione e si assorbe CO2 in fase di utilizzo del prodotto.
Naturalmente il cemento è ancora in fase di sperimentazione e non se conosce il costo che avrebbe sul mercato. L'azienda prevede per il momento la costruzione di un impianto pilota per la realizzazione e di commercializzarlo entro i prossimi cinque anni.
Non è tuttavia l'unica soluzione di cemento ecosostenibile, infatti un'altra idea arriva dagli Stati Uniti.
Lo studio texano ChK Group Inc afferma di poter produrre cemento con l'ausilio degli scarti di lavorazione del riso. Si utilizzano infatti le bucce di questo cereale, la cosiddetta pula, che ricopre i chicchi quando sono sulla pianta e viene eliminata in fase di lavorazione del prodotto.
La pula è ricca di ossido di silicio, uno dei componenti del calcestruzzo, per cui è da tempo che si pensa di utilizzarla nei materiali da costruzione, ma finora non era stato possibile, perché è troppo ricca di carbonio.
Il team di ricercatori ha studiato un sistema di combustione con cui si fanno cuocere le bucce in fornaci senza ossigeno a 800°C, che permette di eliminare il carbonio. Si ottiene in questo modo del silicio puro, privo di carbonio, da addizionare al cemento, riducendo quindi le emissioni necessarie per produrlo e permettendo di ottenere un materiale meno soggetto a corrosione.
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