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Realizzare un arredo in terrazzo sfruttando i ferri di attesa

Dare nuova vita ai monconi di pilastri lasciati su terrazzi liberi, realizzando oggetti e utilità diverse impiegando materiali facilmente reperibili senza sprechi
Pubblicato il

Pilastri in attesa di essere utilizzati


Chi ha realizzato la propria abitazione, impiegando il calcestruzzo armato per la struttura portante, avrà considerato anche la possibilità di poter realizzare in seguito una sopraelevazione. Per questo motivo, una volta terminata la costruzione del solaio di copertura, ha chiesto all'impresa esecutrice delle opere di lasciare dei ferri di attesa, in corrispondenza dei pilastri sottostanti all'ultimo solaio.
La tipica situazione dei pilastri lasciati in attesa di sopraelevareTale prassi, finalizzata a rendere possibile una eventuale futura sopraelevazione, richiede che vengano lasciati dei ferri di attesa provenienti dai pilastri sottostanti, per una lunghezza di almeno un metro. La lunghezza, specialmente in zona sismica, è necessaria a garantire la realizzazione delle nuove strutture in sopraelevazione, nel rispetto della normativa in materia di costruzioni antisismiche.

Ovviamente, per motivi di sicurezza, oltre che per tutelare l'aspetto estetico della costruzione, in attesa della realizzazione della nuova sopraelevazione, si preferisce occultare in qualche modo la presenza dei ferri di attesa.

A tal fine, alcuni preferiscono piegarli e disporli al di sotto di massetti isolanti con soprastante guaina bituminosa; altri li inglobano in pilastri alti circa un metro, realizzati o con calcestruzzo più scadente o incorporandoli in pilastrini di blocchetti di cemento o altro materiale facilmente demolibile.

Ognuno dei sistemi descritti, al fine di mascherare la presenza di tali elementi metallici, comporta nel tempo problemi di natura diversa più o meno rilevanti, come la prassi di sottoporre i ferri a massetto e guaina, espediente nocivo per la buona tenuta del manto isolante, a causa della ossidazione dei ferri conseguente al vapore prodotto che si forma all'interno della guaina impermeabilizzante.

Le altre soluzioni hanno in comune la realizzazione di pilastri monchi, privi di qualsiasi significato pratico ed estetico, i quali non vengono utilizzati in alcun modo, restando così anche per molti anni, in attesa di essere demoliti per poter accogliere le nuove strutture.
In relazione alla loro disposizione sul terrazzo di copertura, al numero, alle dimensioni, è possibile pensare a un loro utilizzo pratico, sicuramente di gran lunga più utile di quello assegnato normalmente.


Pilastri monchi: come utilizzarli


La trasformazione di tali pilastri può essere realizzata con materiali di facile reperibilità, impiegando pochi mezzi e nei casi più complessi, acquistando supporti e materiali già assemblati, di facile montaggio.

Sono sicuro che a questo punto dell'articolo, molti si staranno chiedendo: ma che potranno mai diventare questi inutili monoliti?

Pilastri di attesa predisposti per creare il basamento del tavoloEcco di seguito alcuni esempi, corredati di disegni che illustrano una serie di soluzioni pratiche. Il primo esempio è rappresentato dalla trasformazione di un pilastro isolato in un comodo e pratico tavolo, attorno al quale trascorrere allegramente alcune serate estive insieme agli amici.

Per realizzare un tavolo quadrato di 1,60 m. di lato occorre procurarsi:
- 4 tavole costituite da compensato multistrato fenolico di betulla, dello spessore di 30 mm
- una tavola da 40x40 cm;
- 4 spezzoni di trave lamellare di sezione 8x12 cm, lunghi 80 cm;
- 4 scarpe di ancoraggio in ferro zincato;
- 16 tasselli di ancoraggio,;
- uno spezzone di barra filettata saldato su una piastrina metallica.

Una volta reperiti tali elementi, si procederà per prima cosa a livellare la sommità del pilastro, disponendo delle tavole di abete perimetralmente al bordo del pilastro, in modo tale da farle sporgere di circa 5 cm oltre la superficie di testa del pilastro.

Pilastri multiuso: la struttura del basamento con travetti lamellariAll'interno di questa specie di cassaforma, dopo aver posizionato al centro di essa la piastra metallica con la barra filettata saldata all'armatura esistente, verrà versata della malta cementizia, la quale, una volta livellata renderà la sommità del pilastro planare, oltre a sostenere la barra.

In seguito, per ogni faccia laterale del pilastro verranno fissate le scarpe metalliche, mediante dei tasselli adeguati al tipo di materiale da forare. Le aziende più qualificate forniscono materiale illustrativo idoneo a consentire scelte appropriate.

Dopo aver fissato le quattro scarpe metalliche, si provvederà a inserire in ognuna di esse gli spezzoni di travi lamellari che una volta forati e ancorati alle flange costituiranno insieme al pilastro, il basamento del tavolo.

ferri di attesa: posizionamento modulo del piano del tavoloSu tale basamento, verranno poi posizionate le quattro tavole quadrate di betulla, sulle quali al centro del pilastro verrà fissata la tavola di betulla da 40 cm di lato, forata al centro, allo scopo di mantenere ferme le quattro tavole.

Pilastri trasformati in tavoliTale tavola centrale verrà fissata con un bullone in acciaio avvitato alla barra filettata precedentemente annegata; il fissaggio impedirà a ciascuna delle quattro porzioni di tavole quadrate costituenti l'intero tavolo di ribaltarsi in seguito al carico da sopportare.

Sopra la tavola centrale di fissaggio potranno disporsi dei cestini quadrati in vimini o altro materiale decorativo per formare una sorta di centrotavola.
Oltre alle composizioni floreali di circostanza, si possono anche disporrevassoi in legno, lampade da giardino ecc.


Pilastri trasformati e materiali adatti


La struttura così realizzata, grazie ai materiali indicati, oppone un'ottima resistenza alle eventuali intemperie, per la presenza di materiali fenolici appositamente studiati atale scopo; inoltre, occorre tener presente come il suo smontaggio sia molto facile, per cui il piano del tavolo potrà essere facilmente smontato nel periodo invernale.
Pilastri trasformabili in stendino
Per quanto riguarda i quattro spezzoni di travi costituenti il basamento del pilastro, è bene che restino al loro posto poiché potrebbero essere utilizzati anche per altri scopi: uno di questi è rappresentato dalla trasformazione in stendino, impiegando pochissimi elementi aggiuntivi.

Tale trasformazione è possibile grazie all'applicazione di otto viti a occhiello sulla parte estradossale di ciascuna trave; all'interno di tali occhielli, si potrà infilare la classica fune per stendere i panni, rendendo così ogni parte della struttura impiegata utile nel tempo.
Nella gallery è illustrata tutta la trasformazione.


Pilastri trasformati e manutenzioni facili


La manutenzione delle parti strutturali impiegate, risulta estremamente semplice, in virtù delle caratteristiche costruttive dei materiali: travi lamellari, compensati fenolici di betulla e perni in acciaio, costituiscono una garanzia sicura a tal riguardo.

Pilastri monchi: schema di trasformazione dei pilastri con fioriere
Infatti, le opere descritte possono essere trattate con della semplice vernice ad acqua impregnante protettiva, impiegando anche colori diversi in relazione alle necessità di ciascun utente. Giocando con gli stessi moduli usati per la realizzazione del tavolo, si possono creare delle fioriere, utili sia per abbellire un terrazzo in occasione di feste e serate estive, sia per realizzare dei piccoli orti sospesi, comodi per chi non dispone di suoli liberi a servizio della propria abitazione.

La realizzazione di tali elementi, consiste nella costruzione di quattro contenitori uguali, costituiti da una pianta a L realizzata impiegando, per la base, la solita betulla fenolica, mentre per le fiancate della fioriera si utilizzeranno muraletti in legno impregnato, aventi sezione 5x5 cm. e doghette di legno impregnato disposte in orizzontale, da avvitare ai muraletti verticali.

Ogni contenitore così realizzato, dovrà distanziarsi da terra di almeno 5 cm; tale accorgimento può essere ottenuto disponendo sotto il pianale della fioriera dei supporti in gomma dura in corrispondenza dei muraletti verticali costituenti le fiancate.
Il distanziamento della fioriera dalla superficie del terrazzo, si rende indispensabile per far defluire l'acqua in eccesso all'interno di essa, oltre a permettere il normale deflusso delle acque piovane su tutta la superficie del terrazzo, senza creare zone di ristagno d'acqua.

La trasformazione completata di pilastri in fioriere
In presenza di pochi pilastri, di dimensioni rilevanti come quelli rettangolari con sezioni 40x70 cm e oltre, la trasformazione degli stessi in fioriere si ottiene facilmente impiegando delle perline impregnate della larghezza di 10 cm e spessore minimo di 1,5 cm, disposte in verticale in maniera tale da far fuoriuscire la sommità delle stesse di almeno 25 cm rispetto alla sommità del pilastro in calcestruzzo.

Si realizza così un contenitore in legno, all'interno del quale può essere versata dell'argilla espansa con soprastante terriccio idoneo al tipo di essenza verde da impiantare.

Tutti i materiali impiegati nelle idee proposte sono facilmente reperibili nei centri di bricolage, faidatè. A tal proposito, prima di procedere alla realizzazione dei lavori, consiglio di fare una visita al centro di fiducia al fine di rilevare misure, prezzi e caratteristiche del materiale occorrente.

Le lunghezze degli elementi vanno attentamente studiate affinché si evitino inutili sprechi di materiali: un muraletto di 2 mt, ad esempio, è utile per formare i montanti di una fioriera quadrata, a condizione che la stessa non sia più alta di 50 cm.
Per le opere in cui è previsto l'inserimento di terriccio e piantumazioni varie, si rimanda ad articoli più specifici, tenendo conto anche delle dimensioni dei singoli contenitori.

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Progettare arredo terrazzo
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