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Qualche anno fa, complice un periodo di permanenza forzata a casa, ho scoperto una insospettabile passione nei confronti delle piante: chi mi stava vicino in quel periodo, pensando giustamente di farmi cosa gradita, ha cominciato a regalarmi piante di tutti i tipi, alcune delle quali molto delicate.
Con mio sommo rammarico però, queste ultime, dopo poco tempo, morivano: ero troppo inesperta per prendermi cura di loro, dunque ho cercato una pianta che non richiedesse troppe attenzioni ma che fosse bella e vitale. Ho scelto il Pothos, una pianta ricadente che, a mio avviso, riesce davvero ad arredare l'angolo in cui è posta: eccovi qualche consiglio per prendersene cura al meglio.
Non è possibile non conoscere questa sempreverde dalle larghe foglie di un color verde intenso, talvolta con striature bianche o gialle: il tipo più diffuso – ne esistono circa quaranta varietà – si chiama Scindapsus, appartenente alla famiglia delle Araceae, e proviene dalle Isole Salomone che si trovano nell'Oceano Pacifico, ad est di Papua Nuova Guinea.
È una pianta sempreverde, dunque non presenta fioritura ma, come anticipato, regala, se in salute, delle belle foglie verdi - che ricordano vagamente quelle dell'edera, solo più grandi – in grado di creare un efficace effetto ornamentale.
Come si evince dalle origini della pianta, essa è abituata ad un clima tropicale: la temperatura ideale, dunque, oscilla tra i 13 ed i 27 gradi. L'angolo della vostra casa in cui verrà sistemato il Pothos dovrà essere luminoso ma evitando l'esposizione diretta ai raggi del sole: un segnale di salute della pianta sarà la presenza delle striature a cui accennavamo precedentemente.
Laddove non ci fossero, vorrebbe dire che la pianta non è sufficientemente illuminata: occorrerà dunque cambiarle posto. La pianta soffre le basse temperature: in inverno, dunque, fate in modo che il vostro Pothos ne risenta il meno possibile evitando di collocarlo vicino alle finestre.
Se tenete alla vostra pianta, non annaffiatela in continuazione, soprattutto d'inverno: rischiereste un repentino ingiallimento delle foglie a partire dalla loro punta, segnale che il Pothos ha ricevuto più acqua del necessario. La soluzione ideale è quella di nebulizzare l'acqua, utilizzando l'apposito spruzzino, solo quando vi accorgete che la parte più superficiale del terreno comincia ad essere troppo asciutta: è importante effettuare questa operazione anche sulle foglie.
Ovviamente, d'estate sarà necessario intensificare le nebulizzazioni. Sarebbe opportuno sistemare dei granuli di argilla espansa tra il vaso ed il relativo sottovaso: l'acqua presente sull'argilla, evaporando, garantirà il giusto livello di umidità alla pianta.
Le radici del vostro Pothos cominciano a far capolino dal vaso? È evidentemente arrivato il momento di rinvasare la pianta: per compiere questa operazione utilizzate un terreno composto da una parte di sabbia e due di torba da sistemare in vasi possibilmente di terracotta. Essi, infatti, consentono l'evaporazione dell'acqua in eccesso e danno modo alle radici di respirare.
Quanto alla concimatura, utilizzate prodotti che posseggano un elevato contenuto di azoto che stimola lo sviluppo delle parti verdi: sarebbe opportuno concimare la pianta una volta al mese diluendo il concime nell'acqua da utilizzare per l'annaffiatura in quantità molto ridotte, facendo comunque riferimento a quelle indicate sulle confezioni dei prodotti.
Il Pothos è tra le piante la cui moltiplicazione dà quasi sempre ottimi risultati: essa di solito avviene per talea. Sostanzialmente, due sono i metodi più conosciuti: il primo, forse quello più noto, consiste nel sistemare la talea apicale in un contenitore pieno d'acqua. Un'idea carina per donare alla cucina o al soggiorno un effetto cottage inglese è quella di utilizzare le classiche tazze da caffè americane – le mug, per intenderci – per contenere acqua e talee: una volta formatesi le radici potete provvedere a sistemare la pianta in un vaso. Questa operazione può essere fatta in qualsiasi periodo dell'anno.
Se preferite, in primavera potere far sì che la vostra talea generi le radici sistemandola in un vaso che avrete preventivamente riempito con due parti di torba ed uno di sabbia: sostenete la piantina con del ferro filato, ricopritela con un sacchetto di plastica trasparente e ponetela in un angolo in cui non sia illuminata direttamente ed in cui la temperatura si aggiri intorno ai 20° C. Non appena compariranno i germogli, sarà possibile dare una sistemazione definitiva alla vostra pianta: nell'attesa, ricordatevi di aprire con regolarità il sacchetto per eliminare la condensa.
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