Piano Casa Nazionale

Con il Decreto Sviluppo, nel caso in cui le Regioni non legiferino sul Piano Casa, il cittadino potrà far riferimento alla legge nazionale.
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Con l'approvazione del Decreto Sviluppo, che ha iniziato il suo iter per la conversione in legge alla Camera, sono state introdotte alcune modifiche di carattere nazionale al Piano Casa.

Piano Casa NazionaleLa sua applicazione in ambito edilizio, infatti, è stata piu' limitata rispetto a quanto si attendeva, parchè l'emanazione di leggi è stata demandata alle Regioni che spesso ne hanno limitato l'applicabilita' e gli ambiti di intervento.

L'art. 5, comma 9, del decreto legge 70/2011, stabilisce infatti che le Regioni hanno 120 giorni di tempo dalla sua pubblicazione per emanare leggi di riqualificazione edilizia che prevedano bonus volumetrici, per interventi di demolizione e ricostruzione con miglioramento dell'efficienza energetica, la possibilità di de-localizzare in altre aree le cubature e la possibilità di apportare modifiche alla sagoma originaria degli edifici.

Nel caso in cui l'intervento legislativo delle Regioni non avvenga entro tale termine, il comma 14 dello stesso articolo stabilisce che vengano applicate le regole di carattere nazionale, che prevedono un premio volumetrico del 20% per gli edifici di carattere residenziale e del 10% per quelli aventi altre destinazioni (novità introdotta da questo decreto).

In poche parole si riafferma il principio secondo cui le Regioni possono derogare alla normativa nazionale ma, in caso di inottemperanza di queste in una certa materia, il cittadino può sempre far riferimento a questa.

Ma il decreto prevede, per il periodo intermedio e finché le Regioni non abbiano legiferato, altre misure di carattere semplificativo per l'edilizia.

ProgettoAd esempio si stabilisce che da metà giugno e fino a settembre, in attesa di interventi legislativi, si possano ottenere i mutamenti di destinazione d'uso con una procedura abbreviata che vada in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, mediante una semplice delibera comunale.
Le modifiche devono essere ovviamente rispondenti a tutte le norme in materia di sicurezza sismica, antincendio, risparmio energetico, e rispetto dei vincoli di cui al codice dei Beni culturali e paesaggistici.

C'è da registrare che, in questi giorni, sia l'Inu (Istituto nazionale di urbanistica) che il Cnapp (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) hanno manifestato le proprie perplessità sulla legge così come presentata e si sono detti disponibili a dare un contributo per rivederne alcuni aspetti.

Il Cnapp ha espresso il proprio dissenso anche in merito all'introduzione del silenzio assenso per le richieste di Permesso di Costruire, mentre ha accolto favorevolmente la definitiva sostituzione della Dia con la Scia, anche se poi bisognerà vederne l'effettiva applicazione da parte di tutti i Comuni, visto che fino ad oggi questo è mancato.

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