Via libera in Consiglio dei Ministri al Decreto Sviluppo, che prevede misure anche per il settore casa.
È stato approvato oggi dal Consiglio dei Ministri il nuovo Decreto Sviluppo che ha l'obiettivo di rilanciare l'economia con una serie di misure che interessano anche l'edilizia, i mutui bancari e gli appalti per i lavori pubblici.
Come già annunciato tali misure riguardano anche il Piano Casa, per il quale viene introdotta una disciplina nazionale a cui le Regioni dovranno adeguarsi. Per interventi di abbattimento e ricostruzione con libertà di sagoma, è previsto un premio volumetrico del 20% per quelli operati nell'ambito residenziale e del 10% per quelli realizzati su edifici non residenziali, bonus introdotto per la prima volta.
Altra novità è rappresentata dal silenzio-assenso per il rilascio del Permesso di Costruire, per il quale viene fissato un termine ultimo di 90-100 giorni, che diventano 180-200 per le città con più di 100.000 abitanti. Il silenzio assenso è applicabile nel caso in cui non sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.
Il decreto, sempre nell'alveo della semplificazione delle procedure edilizie, conferma la sostituzione con la Scia della Dia, che resta in vigore solo per quei casi in cui sostituisce il Permesso di Costruire.
Per far fronte all'aumento delle rate dovute all'incremento dei tassi, i mutui a tasso variabile di importo fino a 150.000 euro potranno essere rinegoziati fino al 30 aprile 2012, purchè il mutuatario abbia un reddito Isee non superiore a 30.000 euro e sia in regola con i pagamenti.
La rinegoziazione fa sì che il tasso variabile del mutuo si trasformi in tasso fisso per tutta la restante durata. Inoltre il contraente potrà negoziare con la banca un allungamento fino ad un massimo di 5 anni.
L'articolo 4 del decreto disciplina l'ambito degli appalti di lavori pubblici, così come preannunciato dal ministro Tremonti. Per limitare le spese, sono stati introdotti dei tetti per le riserve, per le opere di compensazione e le varanti in corso d'opera.
È stata introdotta anche la possibilità di estendere da 500.000 euro a un milione l'importo dei lavori che possono essere affidati senza gara d'appalto e con procedura negoziata. In particolare, per i lavori di importo superiore a 500.000 euro l'affidamento da parte del responsabile del procedimento dovrà prevedere l'invito di almeno dieci soggetti, per quelli di importo inferiore almeno cinque.
Vengono anche modificati i requisiti delle imprese che possono partecipare alle gare di appalto (i cosiddetti requisiti di moralità), per ridurre la discrezionalità degli enti appaltanti.