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Gli autobloccanti sono una delle pavimentazioni per esterni più diffuse grazie ai loro numerosi pregi come la semplicità di posa; il costo decisamente concorrenziale rispetto alle superfici in pietra naturale; la resistenza agli acidi, all'usura e alle vibrazioni indotte dal traffico veicolare; la resistenza alle intemperie e in particolare ai cicli di gelo e disgrelo e infine la loro permeabilità e l'alto potere drenante che favoriscono il corretto deflusso delle acque.
Sono inoltre versatili perché possono essere posati in piano o in pendenza rispettando la conformazione naturale del terreno; reversibili, in quanto la loro installazione avviene a secco e richiede solo la preparazione del substrato e infine molto semplici e veloci da montare e smontare, un vantaggio notevole in caso di pavimentazioni interessate dal passaggio di impianti a rete come acqua, luce e gas.
I pavimenti autobloccanti vengono quindi particolarmente utilizzati nella costruzione di parcheggi esterni, cortili, rampe carrabili, piste ciclabili, marciapiedi e vialetti pedonali sia negli spazi urbani che nelle pertinenze degli edifici privati e condominiali.
Anche il loro aspetto è piacevole grazie alla vasta gamma di modelli sul mercato.
I mattoni autobloccanti o betonelle sono costituiti da piccoli blocchetti prefabbricati in calcestruzzo con dimensioni di circa 15-25 cm e spessore di 6-8 cm; gli autobloccanti carrabili, soprattutto se destinati al traffico pesante, sono ovviamente un po' più spessi.
Le forme sono assai variabili e si distinguono in modelli tradizionali e di design.
Tra i primi, come si nota esaminando il catalogo dell'azienda Paver troviamo ad esempio:
Tegolaia propone invece:
Questi sono appunto i colori più comuni per le betonelle, a cui possiamo aggiungere rosa, arancione, marrone, antracite e grigio azzurro. Tuttavia Ferrari BK ha lanciato un'innovativa linea di autobloccanti da giardino di colore verde per una migliore integrazione del manto erboso.
Assemblando opportunamente questi pezzi si possono comporre semplici decorazioni geometriche come linee rette o a zig zag, scacchiere, fasce diagonali e losanghe.
Gli autobloccanti anticati vogliono invece suggerire i materiali della tradizione, senza però riproporli troppo pedissequamente. Si caratterizzano per la loro finitura superficiale che imita una lunga esposizione alle intemperie.
Il catalogo dell'azienda Gottardi comprende:
Le betonelle autobloccanti moderne si differenziano in maniera evidente dai modelli standard per la cura nel design e l'originalità delle proposte estetiche..
La serie Poetari di Paver, particolarmente interessante, comprende degli autobloccanti cemento rettangolari con impresse in rilievo lettere, numeri e simboli di interpunzione: si possono perciò comporre scritte utili come proprietà privata o divieto di accesso oppure intere frasi e citazioni poetiche a piacere. Un'applicazione particolarmente interessante potrebbero essere ad esempio in aree attrezzate per bambini con brevi filastrocche, abbecedari tridimensionali e schemi per il gioco della campana.
I grigliati sono speciali autobloccanti per giardino che consentono la crescita dell'erba negli interstizi appositamente ricavati: sono molto utilizzati in vialetti pedonali, posti auto e giardini pubblici o condominiali.
Anche in questo caso si trovano modelli standard e innovativi.
I primi sono semplici manufatti grigi quadrati o rettangolari con ampie maglie a losanga destinate al manto erboso: l'effetto complessivo ricorda quindi una maglia regolare.
I secondi sono invece assai più variegati per forma e concezione.
Lunix di Ferrari BK è una collezione di autobloccanti giardino di due formati differenti: tozzetti rotondi o un ampio modulo rettangolare (dimensioni cm 45 x 60) che alterna cerchi e una sorta di otto pieno e affusolato simile a due bolle di sapone che si stanno distaccando.
Variando gli orientamenti, alternando i due formati e combinando i colori disponibili, grigio chiaro, rosso e un'innovativo verde fluo, si ottengono trame grafiche decisamente interessanti.
Petra Garden di Paver e 4Green di Tegolaia si ispirano invece agli elementi naturali e cioè rispettivamente ai ciottoli di fiume, stilizzati e ricompresi in una griglia modulare, e alle foglie che cadono in autunno. Anche in questi casi riempiendo con sassi, ghiaia o erba le intercapedini appositamente predisposte si ottengono effetti decorativi particolarmente originali.
Sono infine disponibili autobloccanti cemento appositamente progettati per la composizione di percorsi tattili destinati a ciechi e ipovedenti. La linea Diogene di Paver comprende infatti una serie di mattonelle quadrate di colore giallo vivo con grossi punti in rilievo per segnalare limiti da superare con prudenza ad esempio in corrispondenza di banchine ferroviarie, fermate degli autobus o attraversamenti pedonali.
Per una superficie perfetta e duratura sono ugualmente fondamentali la scelta di autobloccanti in cemento di ottima qualità e un'esecuzione a regola d'arte.
La stratigrafia di una pavimentazione con autobloccanti è generalmente formata da numerosi strati. Dal basso verso l'alto abbiamo infatti:
La posa pavimenti autobloccanti non richiede dunque opere edilizie ma prevede varie fasi di lavoro.
Per prima cosa si deve predisporre il terreno asportando la vegetazione superficiale, i sassi, le radici emergenti e il primo strato di terriccio, battendo il terreno rimanente per ottenere un piano compatto e livellato.
Si passa quindi alla stesura di uno strato drenante in ghiaia, generalmente a sua volta suddiviso in una porzione inferiore a pezzatura molto grossolana e una superiore con granulometria di circa 1 cm.
Anche la ghiaia viene livellata e costipata con un rullo compressore manuale o meccanico. Questo strato è generalmente protetta da un tessuto non tessuto.
A questo punto si predispone il fondo vero e proprio, formato da un letto di sabbiapulita e asciutta in cui vengono posizionati i masselli autobloccanti, accostati senza soluzioni di continuità e infissi fino al livello prefissato con un mazzuolo in legno.
Le fughe vengono stuccate con della sabbiella fine.
A conclusione del lavoro si può ulteriormente costipare l'intera pavimentazione con un rullo manuale oppure un battitoio in legno.
Se lo schema di posa lo richiede è possibile tagliare una betonella appoggiandola su un listello in legno e dando un colpo secco con uno scalpello a punta piatta.
Per mantenere i blocchetti in posizione l'area autobloccanti dev'essere delimitata con cordoli o bordure in calcestruzzo, pietra naturale o mattoni per coltello, a loro volta poggianti su piccole gettate in calcestruzzo appositamente predisposte.
Tali cordoli risultano però superflui se la pavimentazione è confinata dal muro di un edificio o da altre pavimentazioni massicce come massetti di cemento o masegni in pietra naturale.
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