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Una buona progettazione architettonica degli spazi esterni a servizio di un'abitazione è anche il risultato di una scelta oculata dei materiali per la pavimentazione di vialetti, marciapiedi, rampe e cortili, in termini sia di prestazioni, come resistenza alle intemperie e all'usura, sia di effetto estetico complessivo.
Ciascun materiale ha infatti un aspetto caratteristico, dovuto al proprio colore naturale o artificiale, alla rugosità, alla grana superficiale, alla vibrazione alla luce e ovviamente a particolari texture o tracce di lavorazioni superficiali.
Poiché sul mercato si trova ormai una gamma praticamente infinita di prodotti e soluzioni progettuali per la pavimentazione di esterni, in questo articolo cercheremo di analizzare diffusamente soltanto i pavimenti monolitici in calcestruzzo, i listoni di legno e una soluzione molto innovativa in resina e ghiaia: sono materiali di aspetto pulito e minimalista, contemporaneamente assai resistenti alle intemperie e dunque particolarmente indicati per la finitura di spazi esterni in edifici moderni e contemporanei.
I pavimenti monolitici in calcestruzzo sono stati originariamente impiegati in laboratori artigianali, magazzini, capannoni e officine, cioè in spazi ampi in cui serviva un pavimento economico ma particolarmente resistente all'usura e al peso dei macchinari.
Tuttavia, con la diffusione dei loft, cioè di abitazioni di lusso ricavate dalla riconversione di magazzini e spazi produttivi dismessi e alla diffusione di un gusto estetico di tipo minimalista ispirato all'industria, questo materiale è stato utilizzato anche in abitazioni private, uffici, centri commerciali e spazi esterni di vario tipo, sviluppando la creatività di architetti e designer.
Le soluzioni disponibili sono assai numerose e le finiture attualmente più richieste comprendono i pavimenti monolitici con superficie liscia, molto simili agli originari trattamenti anti-usura degli edifici produttivi, i pavimenti nuvolati, acidificati e con superficie stampata.
Il metodo di realizzazione è però assai simile e differisce soltanto nella lavorazione di finitura.
In generale, la stratigrafia è quella visibile nello schema in alto, tratto dal sito internet dell'azienda Isoplam, specializzata proprio in questo settore.
Per prima cosa si predispone una piccola casseratura formata da semplici tavole in legno alte come il pavimento da realizzare. Successivamente, si posa un'armatura costituita da una rete elettrosaldata a maglie quadrate, fondamentale per rendere il calcestruzzo resistente a flessione e ripartire uniformemente i carichi di superficie, avendo cura di sovrapporre i vari pezzi per almeno una o due maglie.
Si può dunque passare al carcestruzzo, che dev'essere addittivato con fibre plastiche in polipropilene e ben vibrato e costipato: se necessario, in questa fase è già possibile ricavare le pendenze per le rampe carrabili o il corretto deflusso dell'acqua piovana.
A questo punto bisogna applicare un addittivo corazzante, necessario per indurire adeguatamente la superficie della soletta e successivamente un disarmante, per rendere possibile il distacco delle casseforme senza danneggiare il calcestruzzo.
Infine, si passa alla finitura, consistente in nell'applicazione di appositi additivi o acidi e successivo lavaggio con idropulitrice per i pavimenti nuvolati o acidificati e nella creazione della texture superficiale per i pavimenti stampati.
La principale differenza tra queste tipologie consiste, infatti, nell'aspetto finale: liscio con varie sfumature tono su tono o di colori diversi nel caso dei pavimenti nuvolati o acidati, con texture in rilievo ricavate premendo matrici di gomma sulla superficie del calcestruzzo fresco.
In questo modo si riesce a simulare l'aspetto di un materiale come la pietra, il legno, il cotto o i sampietrini; a ottenere decorazioni geometriche o figurative come greche, scritte, loghi, rosoni e animali, o infine a comporre grafiche astratte come linee e intrecci di vario tipo, secondo un gusto decisamente contemporaneo.
Un altro ottimo materiale per le pavimentazioni esterne, ultimamente di gran moda, è il teak, un legno di origine tropicale le cui caratteristiche materiche ed estetiche lo rendono particolarmente adatto allo scopo.
Difatti, il Teak risulta:
- molto resistente alla salsedine, all'assorbimento di acqua e agli agenti atmosferici come pioggia e cicli di gelo e disgelo;
- non viene attaccato da insetti xilofagi come tarli o termiti;
- ha un buon comportamento meccanico a trazione e flessione;
- è molto durevole e manifesta pochi danni da usura;
- è piacevole al tatto e alla vista, ma il suo colore, in base alla parte dell'albero da cui è stato prelevato, si presenta molto variabile: brunastro, rossiccio o con sfumature tendenti al nero, al giallo dorato e perfino al verde.
Tuttavia, ha un peso specifico piuttosto alto e se di prima scelta è decisamente costoso, perché si tratta di un materiale d'importazione.
Questi pavimenti (in teak o altre altre essenze come il frassino, l'ipe, il garapa), chiamati decking, sono generalmente formati da tavole, quadrotti o listoni di legno massello e si caratterizzano per il loro aspetto rustico ma ugualmente semplice e raffinato: il catalogo dell'azienda Parquet Livorno ne offre una buona scelta.
Si tratta di pavimentazioni galleggianti, perché gli elementi di legno sono distanziati dal sottofondo con appositi listelli, e tra i listoni o i quadrotti (fissati con viti a vista o clip di acciaio inox in base alle diverse versioni o ai gusti del committente) si lasciano fughe libere che formano un grazioso motivo decorativo e garantiscono il corretto drenaggio e deflusso dell'acqua piovana.
Un'alternativa più economica dei pavimenti in legno massello è costituita dal PlasticWood, o legno composito, un materiale creato negli anni '80, costituito da una miscela di legno sminuzzato mescolato a una resina speciale.
L'aspetto estetico è molto simile al legno, ma con una maggior resistenza agli agenti atmosferici e un minor ristagno di acqua: risulta perciò molto indicato per la costruzione di pavimenti antiscivolo, grazie anche alla texture superficiale di piccole linee in rilievo.
Una soluzione alternativa sono i pavimenti Marmo Drain di Parquet Livorno, formati da un sottile strato di ciottoli selezionati, legati con resina poliuretanica inalterabile ai raggi ultravioletti, resistente all'usura e perfettamente drenante. Inoltre, grazie alla particolare tecnica di lavorazione, che prevede dapprima la stesura uniforme dei ciottoli e successivamente il loro fissaggio con l'applicazione della resina, si può rivestire qualunque superficie: soglie, bancali, vialetti, pavimentazioni, scale e perfino il fondo di vasche e piscine, diminuendo notevolmente il pericolo di scivolare.
É anche possibile creare il proprio pavimento su misura, non solo scegliendo ciottoli di colori diversi e disponendoli secondo un disegno prestabilito, come avviene ad esempio nelle pavimentazioni alla veneziana, ma anche ricorrendo a colorazioni artificiali: in questo modo si possono comporre disegni, scritte, stemmi, loghi aziendali e perfino giochi per bambini, come schemi per il mondo, grandi scacchiere, labirinti o piccoli giochi dell'oca.
Le sensazioni di questo tipo di pavimento sono molto particolari, perché la superficie è lucida e brillante; mentre, camminandovi a piedi nudi, la rugosità naturale dei ciottoli crea un piacevole effetto rilassante.
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