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I pavimenti rappresentano una delle superfici più estese in una casa, assieme ai muri ed ai soffitti. Va da sè che l'impatto in una abitazione, sia in relazione all'ambiente che al benessere delle persone, sia notevole.
Quali sono i criteri per scegliere un pavimento ecologico e biocompatibile?
Oltre alla tipologia del materiale, occorre prestare attenzione ai metodi di fissaggio e di installazione, come ad esempio l'utilizzo di collanti chimici e cementi, e alle sigillature e verniciature. Tutti questi elementi possono contenere componentitossiche, come formaldeide e metalli pesanti, che vanno a minare la salubrità degli interni in cui si applica il materiale.
Utilizzato sia come materiale di finitura che da costruzione, il legno è il più versatile dei materiali ed il più intramontabile. Nel suo ruolo di veste per pavimenti risulta un materiale caldo e durevole, soprattutto se si opta per quello massello.
Le caratteristiche del legno sono rappresentate dall'ottima resistenza meccanica, il forte potere coibente, la grande igroscopicità e quindi la capacità di regolare l'umidità relativa degli ambienti, l'elevata temperaturasuperficiale.
Il legno è un materiale ecosostenibile: proviene da fonti rinnovabili, si può riciclare ed è biodegradabile. L'aspetto su cui prestare maggior attenzione è tutto ciò che va ad arricchire e completare questo materiale.
Vengono spesso utilizzai trattamenti chimici tossici, che fanno perdere al legno le sue caratteristiche trasformandolo in un materiale potenzialmente pericoloso per la salute e per l'ambiente.
Queste sostanzechimiche si trovano negli impregnanti per le pavimentazioni esterne, nei collanti e nelle vernici protettive ricche di formaldeide, solventi e altri prodotti di provata tossicità. Oltre a rappresentare un pericolo in fase di produzione ed applicazione per gli addetti, esse tendono a rilasciare composti organici volatili nei primi mesi dopo la posa e modificano le prestazioni del legno. Un esempio è rappresentato dalle vernici poliuretaniche per i pavimenti che vanno ad annullare le doti di igroscopicità del legno stesso.
L'alternativa biocompatibile, per rendere il pavimento più resistente e impermeabile, sta nello scegliere prodotti di derivazione vegetale o animale come l'olio di semi di lino, le resine di conifera, le essenze di agrumi, la cera d'api. Quest'ultima esalta il colore naturale del legno.
Se invece si vuole dare un altro colore al legno scelto si può optare per vernicinaturali, oggi disponibili in commercio in varie aziende. Per fissare un pavimento in massello è consigliabile farlo a secco o mediante inchiodatura.
Il problema maggiore è rappresentato dalle versioni di parquet prefinito o laminato che richiedono sempre l'uso di collanti più o meno dipendenti dalla industria petrolchimica.
Questi due tipi di pavimenti infatti, avendo più strati da tenere insieme, contengono molto spesso resine e aggreganti sintetici dannosi per la salute, come la formaldeide, rendendo il materiale non più consono a realizzare ambienti in armonia con il benessere di chi li abita.
Se sotto questi pavimenti vi scorre un sistema di riscaldamentoradiante a pavimento la situazione è anche peggiore e si rischia di fare un prolungato aerosol di sostanze tossiche!
Il consiglio è dunque quello di fare attenzione alla qualità del materiale, alle sue certificazioni in tema di ecosostenibilità e biocompatibilità (FSC, PEFC, formaldeide etc) e al metodo di installazione e fissaggio.
Assicurarsi che il materiale non sia radioattivo è poi un'altra precauzione da prendere, facendo opportune verifiche su campioni provenienti dal materiale prescelto, prima della posa, e accertandosi della salubrità del luogo di provenienza.
Ma quale legno scegliere? In un'ottica di rispetto dei criteri della sostenibilità, bisognerebbe preferire legni di produzione locale, scelti favorendo le specie a rapido accrescimento come il pino, l'abete, il pioppo, l'ontano, la robinia, e molti altri.
Inoltre, dovrebbe provenire da forestazione produttiva o da attività di riciclaggio.
Vanno evitati i legnami esotici che generalmente provengono da deforestazione e che hanno richiesto, per il trasporto, sprechi energetici notevoli nonché trattamenti con antiparassitari molto tossici. Da evitare quindi i legnami di provenienza extraeuropea.
Una eccezione è rappresentata dal bambù che, sebbene coltivato in Cina e in Indonesia, e dando luogo quindi a un elevato costo ambientale in termini di trasporto, è un materiale molto ecologico e un'ottima alternativa al legname tradizionale.
Il bambù cresce molto velocemente ed è quindi una fonte abbondante e rinnovabile.
Inoltre non necessita di fertilizzanti ed è resistente ai parassiti in modo naturale.
Un altro inconveniente è la presenza di una piccola quantità di formaldeide che si utilizza nella finitura del laminato di bambù. Il consiglio è di optare per prodotti provenienti dai produttori che controllano ogni fase della lavorazione, dalla raccolta al prodotto finito, in modo da garantire un uso minimo di formaldeide.
Come vengono realizzati i pavimenti di bambù? assi di laminato e supporto in fibra di bambù danno luogo al prodotto finito. Possono essere fissati con chiodi, graffe o adesivi a base acquosa. Il bambù non esaurisce la sua funzione al rivestimento di pavimenti ma può essere adoperato anche per la realizzazione di piani lavoro, pannelli di rivestimento, tessuti, carta, ecc.
Il bambù è un materiale molto resistente ed è disponibile in varie tonalità.
Questo legno deriva dalle piante da cocco, diffuse in tutto il mondo e abbattute dopo circa un secolo di produzione di noci di cocco per essere sostituite con alberi più giovani.
Dal momento che il legno proviene da queste piante, numerose e ormai abbattute e inutili, può considerarsi un materiale ecosostenibile.
La disponibilità del legno di palma è sottoforma di grandi travi o di pannelli realizzati mediante l'utilizzo di adesivi atossici.
Il metodo di fissaggio di un pavimento in legno di palma è normalmente a incastro.
Si tratta di una superficie durevole che può essere scelta in colori scuri ed eleganti. Adatto anche alla produzione di compensati e di pannelli di rivestimento.
Essendo un prodotto naturale, il sughero è uno dei materiali con il più alto indice di ecosostenibilità. Proviene soprattutto dal portogallo e richiede quindi dei costi ambientali per il trasporto. Le querce da sughero perdono la loro corteccia ogni 10 anni in modo naturale e la maggior parte di questo materiale è utilizzato per la produzione dei tappi da bottiglia.
I resti e gli scarti vengono utilizzati per creare piastrelle, pannelli per pavimenti e anche altre rifiniture per gli interni. Al contrario di quello che potremmo pensare, il sughero non è un materiale fragile ma anzi robusto e durevole.
Per circa metà del suo volume il sughero è composto da aria e questo lo rende soffice e molleggiato sotto i piedi e con ottime proprietà acustiche e termo isolanti.
Le vecchie piastrelle venivano fissate tramite adesivi contenenti formaldeide, ma oggi per fortuna si utilizzano prodotti ecologici.
Il sughero è inoltre rinnovabile, riciclabile ed ha proprietà antibatteriche e anallergiche. Necessita di essere sigillato ermeticamente tramite l'utilizzo di sostanze naturali come la cera d'api.
Un consiglio è quello di utilizzare un materiale che proviene dalla pura polpa di sughero priva di ogni elemento estraneo, ventilata ed eventualmente aggregata in pannelli per effetto combinato di solo calore e compressione. In questo caso diviene un materiale con ottimo potere coibente termico ed acustico, grande traspirabilità, impermeabilità, inattaccabilità da insetti e roditori.
Un'altra curiosità è la presenza di suberina nel sughero, sostanza che protegge il materiale dai danni dell'umidità e rappresenta un repellente naturale per gli insetti. Inoltre, la suberina è la parte resinosa del materiale ed ha proprietà autocollanti, consentendo così, se sottoposta a calore, di legare naturalmente i granuli di sughero a raffreddamento avvenuto.
Il sughero è disponibile in una grande varietà di colori e può essere tinto anche per creare effetti di inserti, delimitando così alcune zone della stanza.
Un materiale interamentenaturale, spesso erroneamente scambiato con i pavimenti vinilici o in gomma, è il linoleum. La sua composizione prevede: olio di lino, resina di pino, sughero polverizzato, farina di legno, calcare polverizzato, colore naturale e tela di iuta.
Caldo, resistente, antibatterico, ipoallergenico, antistatico, riciclabile, biodegradabile. Sono tutte caratteristiche di cui il linoleum si può vantare. Unica pecca? Ecologicamente parlando, è l'utilizzo di alcuni concimi utilizzati nella produzione dell'olio di lino.
Oltre ad essere durevole nel tempo e divenire anzi sempre più rigido negli anni, è anche di facile installazione che non richiede sigillanti e nemmeno l'intervento di un tecnico professionale se si opta per quello disponibile in mattonelle.
Disponibili in mille colori diversi, bisogna fare attenzione alla composizione della gomma poiché molte tonalità contengono più PVC di altri. I pavimenti in gomma sono ormai quasi tutti sintetici.
Di recente invenzione vi è però un materiale composto per il 90% da gomma naturale, proveniente da alberi che sono particolarmente efficienti nell'assorbimento di anidride carbonica dall'atmosfera.
Un'altra soluzione per la scelta dei pavimenti in gomma è orientarsi sulla gomma riciclata proveniente dagli pneumatici.
Quali sono le caratteristiche dei pavimenti in gomma? caldi, antibatterici e antistatici, riciclabili, durevoli, qualità di assorbimento acustico. L'attenzione da avere per i pavimenti in gomma è quella di ventilarespesso gli ambienti poiché vi è l'emissione di gas nocivo.
Altamente versatili nella forma e nel colore, i pavimenti in ceramica sono resistenti anche in ambienti come bagni e cucine e in presenza di riscaldamento a pavimento.
La manutenzione è ridotta e se sottoposti a vetrificazione possono essere posati anche all'esterno.
A livello biocompatibile la ceramica è un buon materiale perché composto prevalentemente da argilla, ma bisogna stare attenti, anche in questo caso, ai collanti utilizzati, comunemente contenenti VOC. Scegliere un'alternativa a base di acqua è sempre la cosa migliore.
A livello ecosostenibile, lo svantaggio più grande risiede nella grande quantità di energie utilizzate per la produzione e il trasporto.
I pavimenti in terracotta richiedono elevati costi ambientali in termini di processo produttivo e di trasporto (la produzione artigianale si rintraccia in Toscana, in Provenza o in Messico) ma ottime prestazioni termiche.
La pietra è un materiale senza tempo, sempre affascinante e attuale, usato da sempre per i pavimenti. La sua durevolezza e la sua grandissima versatilità consente di applicarlo praticamente in ogni contesto.
A livello ecosostenibile presenta ottime proprietà termiche ed è dunque ideale per case a strategia solare passiva.
Contribuisce inoltre al raffrescamentonaturale degli ambienti, in caso di climi caldi.
Il pavimento in pietra è inoltre compatibile con riscaldamento a pavimento. La sua pecca è che la pietra non è interamente rinnovabile e alcuni tipi molto pregiati sono ormai divenuti molto rari.
L'impatto ambientale delle cave di pietra e i costi per il trasporto sono devastanti.
L'applicazione di vernici e impermeabilizzanti, utilizzati per proteggere dalle macchie le varietà più porose, peggiorano il danno ambientale e il benessere degli individui che vi stanno a contatto.
Una soluzione ecocompatibile sarebbe quella di recuperare vecchie pietre o di acquistarne nuove da cave locali.
A livello biocompatibile è meglio scegliere le lastre spesse che si possono posare con sabbia e malta, piuttosto che optare per le piastrelle più sottili che richiedono l'utilizzo di sostanze plastiche adesive.
Un altro problema legato all'utilizzo della pietra è l'elevato contenuto di radioattività naturale che si riscontra nella maggior parte dei graniti o delle pietre di origine vulcanica come il tufo.
Il più tradizionale materiale da costruzione di tutto il mondo, il mattone, è di origine naturale e si può impiegare anche per la realizzazione di pavimenti.
Ha un elevata massa termica. Il costo ambientale è abbastanza alto a causa delle elevate temperature utilizzate per la sua produzione.
Sempre più visto nelle nostre case, per ricreare uno stile industriale o a contrasto con materiali più caldi come il legno per uno stile eclettico o contemporaneo e di tendenza, il cemento è largamente utilizzato anche per locali commerciali. A volte si ricorre a imitazioni dello stesso attraverso il gres porcellanato.
La massa termica è elevata ed è quindi ideale per le case a energia passiva, per il riscaldamento a pavimento e contribuisce al raffrescamento naturale in presenza di climi caldi.
In bioedilizia si consiglia l'utilizzo di cementopuro, in cui sia certificata l'assenza di radioattività e la non addittivazione in fase di produzione con materie seconde, o in fase di confezionamento del calcestruzzo con prodotti chimici o di sintesi. Questi requisiti si trovano nel cemento bianco che è quindi quello da preferire secondo criteri ecologici e biocompatibili.
Un articolo a sè meriterebbero i pavimenti morbidi, per la grande varietà di tipologie presenti nel mercato. Per quanto concerne la moquette, in linea generale, lo svantaggio di queste coperture è la presenza di acari, sconsigliabile poiché favorisce allergie e asma.
A livello ecologico e biocompatibile bisogna considerare il tipo di fibra, il supporto e il suo smaltimento. Le componenti sintetiche utilizzate per rendere le fibre resistenti alle macchie e all'abrasione, il supporto molto spesso totalmente sintetico, possono rendere controindicata la scelta di questo materiale in termini di impatto sull'ambiente e sulla salute degli individui.
Il riscaldamento a pavimento non è consigliabile con questo tipo di pavimenti, poiché essi agiscono come isolantebloccando il calore e non consentendogli di circolare.
Di maggiore versatilità sono stuoie e tappeti: si possono arrotolare e mettere da parte in estate, come si faceva una volta, per consentire ai pavimenti in legno o in pietra di contribuire al ricircolo dell'aria e al raffrescamento degli ambienti, si possono riprendere in inverno per contribuire all'isolamento e coprire gli spifferi, aumentando la temperatura interna.
Da preferire sono le fibrenaturali, vegetali o animali (come lana, cotone, sisal, cocco, iuta, alga marina, canapa e molti altri) rispetto a quelle sintetiche che derivano dall'industria petrolchimica.. Attenzione anche ai tipi di supporto, come le schiumesintetiche, e ai trattamenti.
Le fibre naturali sono generalmente ipoallergeniche, eccetto la lana per cui è accertata la possibilità di allergie in soggetti predisposti. Per un risultato migliore queste fibre si possono posare sopra uno strato di gomma o di feltro.
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