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Si sa che il Libero Mercato è formato da più operatori e il prezzo viene determinato dalla concorrenza.
L'esempio pratico è la liberalizzazione della telefonia sia fissa che mobile: dal monopolio di Stato della SIP, con tariffe bloccate sempre in aumento e mai in diminuzione, si è passati ai tanti operatori, tra cui molti virtuali.
Risultato? Le tariffe di telefonia italiane sono tra le più basse d'Europa e in continua discesa.
Il Mercato Libero è in genere più conveniente rispetto a quello tutelato perché le offerte sono tante e diversificate tra loro, personalizzate e mirate a soddisfare le esigenze di consumo della singola famiglia.
Molte aziende per incentivare il passaggio da un operatore a un altro, offrono pacchetti come l'assicurazione sulla casa, piccoli incidenti domestici, interventi gratuiti nelle 24 ore dalla chiamata su parti elettriche ed idrauliche, ecc.
Inoltre possono aggiungersi altri vantaggi, come:
Passare al Mercato Libero è gratuito, non ha spese di allaccio e non ha distacchi di forniture, né viene a casa un operatore a fare lo switch.
È sporadico che qualche operatore possa richiedere il costo del bollo pari a 16,00 euro. È facoltà della compagnia erogatrice del servizio di fornitura richiedere un deposito cauzionale se si sceglie di pagare il dovuto con il classico bollettino postale, lo stesso sarà restituito alla cessazione del contratto e nell'ultima bolletta di conguaglio.
Viceversa, nulla è dovuto se si decide per la domiciliazione automatica sul proprio conto corrente.
La tempistica del passaggio varia da operatore ad operatore, in media ci vogliono da 45 ai 60 giorni con validità mensile, quindi a partire dal 1° giorno di calendario del nuovo mese. Prima della data effettiva dello switch arriverà una comunicazione di conferma da parte della nuova azienda.
La data è il 10 gennaio 2024 per il gas ed il 1° aprile 2024 per la corrente elettrica, la precedente proroga aveva portato il termine di scadenza al 1° gennaio 2023.
Non per tutti, però. Per circa quattro milioni e mezzo di famiglie cosiddette “indigenti”, quali i percettori di sussidi da parte dello Stato, persone con disabilità e con pensione minima, con un reddito basso o nullo, ecc., beneficeranno di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati anche dopo il passaggio al Libero Mercato.
Per le restanti famiglie che non rientrano in questo tipo di agevolazione, vengono messe in atto misure alternative per rendere il soggetto informato e consapevole delle scelte che andrà a fare sulle migliori condizioni economiche nel passaggio al Mercato Libero dell'energia elettrica.
Questa è la misura che il governo ha approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre scorso e inserito nel decreto energia, sulla spinta delle critiche ricevute da parte delle opposizioni e delle associazioni dei consumatori, con l'intento di disciplinare il passaggio graduale al mercato libero di milioni di utenze domestiche del mercato tutelato.
Nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio si legge:
Una misura che rafforza al contempo gli strumenti finalizzati a prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e possibili alterazioni delle condizioni di fornitura di energia elettrica.
Sono giorni che si parla di passare al regime di Libero Mercato anche per le utenze che sono rimaste ancora sotto il Servizio di Maggior Tutela.
Questa volta pare che il governo italiano faccia davvero sul serio mettendo fine a promesse e proroghe durate ben 27 anni dalla prima Direttiva del Consiglio del Parlamento Europeo del 19 dicembre 1996, “concernente norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica”.
Le prime norme in materia di liberalizzazione del mercato energetico introdotte in Italia, furono a firma dell'allora ministro Pier Luigi Bersani attraverso l'emanazione del D.Lgs. 16 marzo 1999, n. 79, meglio noto come Decreto Bersani.
Dal 2003 a oggi sono state 21 milioni di famiglie, che sono passate alla contrattazione diretta con l'azienda erogatrice del servizio di luce e gas per uso domestico, a spuntare prezzi e condizioni di mercato più favorevoli e senza vincoli dovuti all'area geografica di appartenenza, rispetto all' “ingessato” Servizio di Maggior Tutela.
Le famiglie italiane “tutelate” che usano il gas per cucinare, riscaldarsi e usi sanitari sono circa 6,5 milioni mentre sono 9 milioni per la luce.
In termini economici si superano di parecchio i 15 miliardi di euro, rispettivamente 7,5 miliardi per il gas e 8 miliardi per la corrente elettrica.
La posta in gioca è molto alta e allettante.
Le molte aziende del settore di Maggior Tutela per non perdere il cliente fidelizzato da sempre, si stanno preparando al contraccolpo economico di non poco conto, con offerte più vantaggiose con l'inserimento di polizze assicurative sulla casa e bonus vari.
Dall'altra parte si stanno formulando offerte ad hoc per attrarre la nuova clientela, applicando uno “spread” irrisorio sul prezzo della materia prima.
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