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Ogni giorno, le città metropolitane, ma anche quelle di dimensioni più ridotte e di provincia, vivono avvolte dallo smog. L'inquinamento, infatti, senza che noi ci prestiamo particolare attenzione è sempre presente, negli ultimi anni è anche aumentato e questo aspetto non può essere trascurato viste le sue conseguenze sul benessere e la salute delle persone.
Aumentando l'emergenza smog e inquinamento, per fortuna, è cresciuta anche la sensibilità di enti e istituzioni che hanno capitol'importanza di cercare soluzioni efficaci finalizzate alla riduzione dello smog. Diverse città stanno sperimentando prodotti appositamente studiati per ridurre la presenza e gli effetti dello smog.
A Modena recentemente è stata attivata una sperimentazione, finanziata da Climate-kic che promuove progetti di ricerca mirati a contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell'aria.
Modena, prima città in Europa, sta ospitando innovativi pannelli definiti mangia smog che funzionano filtrando e abbattendone la presenza nell'aria. I pannelli si chiamano Citytree e sono stati progettati e realizzati da Green City Solutions, una start up tedesca che ha deciso di spendersi per la salvaguardia dell'ambiente con questo prodotto. Climate-KIC Italy, con sede a Bologna, si prefigge l'obiettivo di promuovere l'iniziativa e il prodotto nel quale crede molto per la sua funzione unica di ridurre l'inquinamento e abbassare gli effetti dell'isola di calore.
Con questa definizione in meteorologia e in climatologia intendiamo il fenomeno atmosferico che genera un microclima particolarmente caldo all'interno delle zone urbane, dei centri abitati, rispetto alle condizioni che si verificano man mano che ci si sposta in periferia, dove il clima è più mite e fresco. City Tree è quindi un ambizioso progetto europeo che prevede il monitoraggio e il riscontro degli effetti sulla qualità dell'aria.
L'installazione dei City Tree, a Modena ne sono stati previsti sei, dovrebbe portare alla riduzione dei gas serra. L'installazione non è stata ovviamente casuale, ma mirata: i pannelli mangia smog sono stati disposti in strade simili tra loro perché ad alto tasso di traffico, strette e lunghe. Pensiamo ai viali alberati percorsi su due sensi di marcia ogni giorno da auto, moto e mezzi pubblici.
I pannelli City Tree si presentano come strutture autoportanti alte 4 mt e larghe 3 mt.
Sono profondi 60 cm ciascuno e la loro struttura è interamente ricoperta da muschio e altre piante vascolari (dotate di un particolare sistema di vasi che conduce l'acqua) che hanno, come missione, l'assorbimento delle polveri sottili, il famoso Pm10 di cui tanto sentiamo parlare perché troppo spesso nelle città il suo valore supera i limiti consentiti, genera preoccupazione e si adottano misure per abbassare il loro livello nell'aria, per esempio vietando la circolazione delle auto in alcune zone centrali.
Per Pm10 si intendono particelle respirabili dal diametro inferiore ai 10 millesimi di millimetro e quindi perfettamente capaci di arrivare con facilità alle vie respiratorie superiori, tra naso e laringe. Oltre alle polveri sottili i pannelli catturano anche biossido di azoto e ozono.
Ricordiamo sempre che l'inquinamento è un mix di sostanze di processi industriali, nelle aree dove sono presenti industrie, energia elettrica, gas di scarico dei mezzi su gomma sia benzina che diesel e, come se non bastasse, nei mesi invernali specialmente, a queste sostanze si unisce il riscaldamento domestico.
Inoltre, proprio nel Nord Italia, come altri Paesi in Europa, a peggiorare ulteriormente la qualità dell'aria contribuiscono anche le condizioni atmosferiche, come nebbia, clima basso e poco ricircolo d'aria, abbinante spesso all'assenza prolungata di precipitazioni piovose.
La loro capacità di ridurre e abbassare così i livelli di smog e inquinamento dell'aria cittadina è pari al lavoro di 275 alberi. Il numero, molto elevato, è difficile poterlo riscontrare nelle città. I pannelli promettono la stessa capacità di questo quantitativo di alberi ma occupano molto meno spazio, sono compatti e facili da installare. Pensate che ogni pannello occupa solo l'1% dello spazio che richiederebbe tutti gli alberi necessari alla stessa finalità di neutralizzare l'inquinamento.
I pannelli funzionano così come spugne, veri filtri vegetali cattura smog, capaci di assorbire circa 240 tonnellate di CO2.
Come si può intuire dai numeri, i pannelli potrebbero rappresentare davvero un'innovazione utile, pratica e funzionale, un'ottima misura green di contrasto all'inquinamento dell'aria, per migliorare la vivibilità dei cittadini e abbassare le tante conseguenze negative delle varie sostanze inquinanti sulla nostra salute.
Pensiamo che le conseguenze sullo stato di salute delle persone dell'inalazione quotidiana di inquinamento sono una maggiore incidenza delle malattie all'apparato respiratorio, come infezioni acute delle vie, asma, tosse cronica e ridotta capacità polmonare, circolatorio e tumorali.
Il comune di Modena ha accetto di prestarsi alla sperimentazione, proponendosi all'Agenzia per l'energia e lo sviluppo sostenibile. Climate-Kic, nata del 2010, è attualmente la più grande comunità europea che lavora per diffondere la conoscenza, favorendo il concetto di società zerocarbon e promuovendo la sfida innovativa ai cambiamenti climatici che stanno caratterizzando rapidamente questi ultimi decenni.
Sempre in quest'ottica, segnaliamo la recente installazione nella città di Alessandria, un capoluogo di provincia, di quattro fioriere antismog della Spraytecs collocate in via sperimentale nel centro città. Queste, esteticamente per nulla diverse da comuni vasche porta fiori presenti nei centri delle città a scopo decorativo, promettono di filtrare 5500 metri cubi d'aria in un'ora, assorbendo le solite ben note pericolose sostanze come Pm10, ma anche Pm 2,5 e Pm1.
Il prototipo di questo arredo urbano riuscirebbe a inghiottire oltre il 99% di una delle tipologie di polveri più sottili presenti in atmosfera: Pm 2.5.
La tecnologia studiata è stata così inserita e nascosta nelle fioriere per lavorare in area precise in concomitanza con condizioni atmosferiche che prevedono picchi di innalzamento di inquinamento, una condizione che si verifica molto frequentemente con sfioramenti oltre la soglia di Pm10 consentito che diventano non più rari ma ripetuti picchi.
A monitorarne il funzionamento tramite rilevazioni sono i tecnici di Arpa Piemonte che dovranno capire qual è l'effettivo raggio d'azione del meccanismo di assorbimento dello smog contenuto nelle fioriere. Il funzionamento della fioriera mangia smog viene monitorato anche a distanza.
Una volta messa in funzione dalla fioriera si sprigiona aria fredda. Il filtro funziona meccanicamente e non rilasciando sostanze a contrasto dell'inquinamento.
È risaputo che la presenza del verde aiuti a migliorare la qualità dell'aria, rendendola più respirabile e regalando un polmone d'ossigeno alla città.
Parchi e alberi vanno benissimo, ma uno studio scientifico apparso sulla rivista Atmospheric Environment e realizzato dall' Università del Surrey ha rivalutato anche il valore delle siepi realizzate con piante antismog.
Sembra, infatti, che la capacità assorbente nei confronti delle sostanze inquinanti presenti nell'aria sia maggiore in presenza di siepi rispetto agli alberi.
Il valore aggiunto delle siepi starebbe proprio nella loro struttura, per altezza a stretto contatto con le fonti che emettono gas e particolato, come le auto o in mezzi in città. In questo modo farebbero da barriera verde non solo al fine della privacy, ragione principale per cui in genere vengono utilizzate, ma agirebbero anche come scudo contro lo smog. In questo modo riescono ad assorbire molto dell'inquinamento togliendolo a pedoni e ciclisti. Il ruolo svolto dalla siepe è quello di una barriera d'urto. L'ideale sarebbe collocarle tra i passaggi pedonali e le strade percorse dalle auto.
La crescente sensibilità sul tema inquinamento atmosferico, e le grave conseguenze che colpiscono lo stato di salute delle persone specialmente nei grandi centri abitati, ha portato la sperimentazione di soluzioni mangia smog anche in Italia.
Già nel 2016 il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria aveva elencato una serie di alberi per siepi tipici della vegetazione della macchia mediterranea capaci per le loro proprietà di assorbire particolato e metalli pesanti, inquinanti che hanno una densità superiore a 4, 5 grammi per centimetro cubo come cadmio, cromo, mercurio, piombo, nichel e altri ancora. Questi metalli possono risultare tossici e cancerogeni.
Le piante anti inquinamento individuate a questo scopo sono agrifoglio, viburno, corbezzolo, fotinia, alloro, eleagno, ligustro. La loro collocazione ideale, come contributo a migliorare la qualità dell'aria, è nelle grandi città, nei punti dove il traffico è maggiore e in zone che vedono industrie che producono scarichi. Queste piante, usate come siepi, possono contribuire e limitare gli effetti negativi di smog e inquinamento assorbendo le sostanze nocive.
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