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Tempo fa ho parlato in un articolo delle opere necessarie a modificare l'ampiezza di un cavedio predisposto all'interno di un edificio al fine di consentire l'installazione, al suo interno, di un impianto di ascensore oleodinamico, rispondente alle vigenti normative in materia di superamento delle barriere architettoniche.
Nella descrizione ho però tralasciato gli aspetti legati alla sicurezza, di fondamentale importanza quando è incisivo, come in questo caso, il rischio di caduta dall'alto di persone e di cose. Il pericolo riguarda sia i lavoratori addetti alle opere strutturali e murarie per la modifica del vano che gli installatori dell'impianto.
Chi esegue le opere sugli impalcati e chi lavora all'interno del vano o si trova nelle immediate vicinanze per svolgere dei lavori (costruzione, installazione, manutenzione ecc.) deve poter confidare nella presenza di adeguati dispositivi anticaduta che devono soddisfare le esigenze di entrambi i gruppi di lavoratori.
Per definire un adeguato sistema di protezione ho fatto riferimento, nel mio progetto, oltre che alla normativa vigente, alle indicazioni dell'opuscolo Vani ascensore: come lavorare in sicurezza elaborato dalla Suva, ente svizzero che si occupa di sicurezza sul lavoro.
Come opera provvisionale principale ho optato per l'installazione di un ponteggio per vano ascensore, costituito da un tavolato in legno di spessore minimo pari a 45 mm (in unico strato) e con tavole di larghezza non inferiore a 20 cm, inchiodato ad una coppia di travetti di sezione 8 x 12 cm (larghezza x altezza), a loro volta vincolati ad appoggi opportunamente predisposti sulle pareti del vano.
Per facilitare il montaggio, i travetti non sono stati tagliati esattamente a misura ma leggermente più corti, in modo da consentire all'installatore un facile inserimento sugli appoggi; il vincolo è stato poi irrigidito da cunei inchiodati ai travetti stessi e agli appoggi al fine di impedire l'estrazione dei travetti stessi dalla sede.
Nella predisposizione di questo dispositivo di protezione collettiva si è curato che la distanza tra le tavole e le pareti delimitanti il vano fosse la minore possibile, in modo che lo stesso dispositivo si rendesse funzionale anche successivamente all'ampliamento del vano.
Per un ponteggio di questo tipo valgono alcune prescrizioni fondamentali riguardanti la qualità del legno. Basta infatti la rottura di una sola tavola o di un solo travetto per provocare l'improvviso crollo dell'intera impalcatura. Ecco quindi come non si deve far uso di legno di scarto, vecchio, con segni di danni meccanici o concentrazione di nodi.
Durante l'esecuzione delle opere, però, ho rilevato un vuoto di ampiezza superiore ai 20 cm all'altezza di uno degli sbarchi dell'ascensore. A quel punto ho dovuto procedere all'installazione di un ulteriore opera provvisionale, consistente in un parapetto alto fino a un metro al di sotto dell'intradosso del solaio soprastante, costituto da robusto tavolato in legno e rete di schermatura per polveri e detriti.
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