Come richiedere l'occupazione di suolo pubblico

Qualora, per necessità di diversa natura, si dovesse occupare un'area pubblica è necessario fare domanda per il rilascio dell'occupazione temporanea o permanente
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Cosa costituisce suolo pubblico?


Strade, piazze, corsi, vicoli ma anche aree private gravate da servitù pubblica costituiscono suolo pubblico, ossia patrimonio in possesso di enti pubblici o del demanio.
Proprio perché pubblici questi beni appartengono alla collettività e qualora vengano occupati in maniera temporanea o permanente da un privato, è necessaria la corresponsione di un tributo all'ente a cui appartiene.

La norma che regola l'occupazione di suolo pubblico è il Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali.

In essa si fa quindi riferimento alla necessità di individuazione di aree, di coefficienti per la determinazione del canone, di stabilire modalità e termini di pagamento.
La gestione quindi delle aree spetta all'ente di appartenenza a cui il richiedente deve rivolgersi per il rilascio dell'occupazione o della concessione.

L'occupazione ha durata temporanea ed è legata ad esempio a manifestazioni momentanee o installazione di cantieri, mentre la concessione è di natura permanente, ad esempio connessa ad una attività che ha necessità di un spazio all'aperto per un lungo periodo.

Le varie modalità sono regolamentate a livello locale e, in alcuni casi, affidate a società esterne che si occupano della riscossione del tributo.


Rilascio del permesso per occupazione di suolo


La necessità di corrispondere un canone per l'occupazione temporanea o permanente di uno spazio pubblico è legata, quindi, al mancato godimento da parte della collettività di quel bene a vantaggio e per il profitto di un privato che, proprio per questo motivo, deve pagare una somma di denaro.

Tale somma è determinata a seconda della localizzazione del suolo e della superficie occupata; chiaramente più sarà centrale la zona, maggiore sarà il tributo.
Quasi sempre sono previste agevolazioni per occupazioni di lunga durata: ad esempio se l'occupazione eccede i 30 giorni, sarà prevista una riduzione percentuale.

Occupazione suolo per lavori
Nell'ottica della digitalizzazione della pubblica amministrazione la domanda dovrebbe essere inviata su piattaforme elettroniche, ma per molti enti ciò non è ancora possibile, tanto che le domande devono essere ancora protocollate a mano.
Di norma la richiesta deve essere presentata almeno 30 giorni prima della data prevista e deve contenere i seguenti dati:

- anagrafica del richiedente, con dati e indicazione della titolarità sull'intervento;

- localizzazione del suolo (via, numero civico, identificazione catastale);

- dimensionamento dell'area con indicazione di lunghezza, larghezza e superficie espressa in mq;

- durata dell'occupazione con data di inizio richiesta (anche se è prevista la possibilità di richiedere proroghe);

- motivazione (ad esempio manifestazione sportiva, cantiere edile, trasloco,etc.).

Sono richiesti, infine, l'apposizione di bolli, spesso due da 16 euro, uno per la domanda e uno per il rilascio, eventuali fotografie e una planimetria dell'area per una indicazione puntuale dell'occupazione; i comuni, comunque, disciplinano in maniera molto differente tra loro le occupazioni, ed è quindi sempre consigliabile far riferimento alle norme comunali e ai fac simile messi a disposizione per una corretta presentazione della domanda.

Il Comune di Bologna, ad esempio, per le occupazioni a scopo edile inferiore alle 6 ore senza modifica della circolazione, non prevede la necessità di presentare domande.

Una volta esaminata la domanda, la cui istruttoria è affidata di norma alla Polizia locale e i cui tempi dipendono da ente ad ente, è necessario pagare il tributo e a seguito di questo si ha il rilascio della concessione che può avvenire con o senza prescrizioni: può essere richiesta, ad esempio, l'installazione di una particolare segnaletica stradale, oppure di lasciare corridoi per il passaggio delle persone anche a mobilità ridotta, di rispettare le modifiche alla circolazione stradale.

Ciò avviene soprattutto nei casi in cui l'occupazione sia dovuta a cantieri o allo stazionamento di macchine operatrici. L'Ordinanza deve essere affissa all'Albo pretorio del Comune e messa a disposizione di tutti i cittadini per almeno 30 giorni.


Chi è tenuto al pagamento del tributo per l'occupazione di suolo pubblico?


Non tutti sono soggetti al pagamento della tassa: l'occupazione di suolo pubblico, come sopra specificato, è richiesta da privati: un bar/ristorante che ha bisogno di tavoli all'aperto nei mesi estivi, un'associazione che organizza un evento in strada, un privato che debba effettuare un trasloco con occupazione di aree pubbliche o che debba effettuare una ristrutturazione, un privato che abbia bisogno di un passo carrabile per il proprio garage, oppure eventi, comizi, feste, mercatini, etc.

Richiesta occupazione suolo pubblico
Ci sono però soggetti esentati dal pagamento del tributo: stiamo parlando degli enti pubblici stessi, quindi Comuni, Province, etc., degli enti religiosi e delle associazioni senza scopo di lucro.


Detrazione del costo per l'occupazione di suolo pubblico


Analizziamo il caso più diffuso tra i privati, ossia la richiesta di occupazione di suolo per attività connesse alla ristrutturazione di un proprio appartamento. Spesso per il carico e lo scarico dei materiali edili, delle attrezzature o della merce, per l'installazione di un ponteggio o lo stazionamento di una macchina operatrice si ha la necessità di occupare uno spazio pubblico, che sia una porzione di strada, di parcheggio, etc.

Detrazione spese occupazione suolo pubblico
In questo caso, se la spesa è legata alla manutenzione straordinaria o alla ristrutturazione del proprio bene, o nel caso dei condomini, anche a manutenzione ordinaria, essa è detraibile nella stessa misura dei lavori, ovvero al 50%.

In sostanza tutte le spese connesse, unitamente all'acquisto dei beni, all'attività dei professionisti possono essere portate in detrazione nell'arco dei dieci anni successivi (come indicato nella Guida dell'Agenzia delle Entrate sulle Ristrutturazioni al paragrafo 1.1.3. Altre spese ammesse all'agevolazione.

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Occupazione di suolo pubblico
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