Obbligo SOA: le proteste di Confartigianato e Cna non si sono fatte attendere
La questione dei bonus edilizi pare non trovare pace. Ogni giorno emerge qualche novità o modifica normativa.
Vediamo la più recente.
Tra domenica e lunedì, le commissioni Industria e Finanze del Senato hanno approvato un emendamento al decreto Ucraina bis che dispone una nuova stretta.

Tale modifica impone che, a partire dal mese di luglio 2023, per beneficiare dei bonus relativi alle riqualificazioni energetiche e antisismiche si debba essere in possesso della qualificazione Soa (Società organismo attestazione), la certificazione obbligatoria che serve alle aziende per poter partecipare a gare e appalti pubblici.
Inoltre, già dal prossimo mese di gennaio, e quindi a inizio 2023, bisognerà dimostrare di averne fatto domanda, ossia di aver sottoscritto un contratto con uno degli enti certificatori autorizzati al rilasciano della Soa.
È importante ricordare che, al fine di ottenere la predetta certificazione, si devono rispettare requisiti ben specifici, sia di tipo economico che tecnico. Occorre altresì dimostrare di essere regolari ai fini della normativa antimafia e del pagamento di tasse e contributi. E ancora, di non aver commesso alcun genere di infrazioni gravi in materia di sicurezza né aver ricevuto sanzioni interdittive.
Al momento, quanto appena esposto, dovrebbe valere solamente per i lavori di importo superiore a 516mila euro e non si dovrebbe applicare ai lavori in corso di esecuzione.
Nonostante questa clausola, che potrebbe alleggerire un po' le cose, il malcontento si è già scatenato tra gli addetti ai lavori.
Andrea Stabile, responsabile del settore legislativo di Confartigianato, ha infatti dichiarato che non si capisce il motivo di estendere uno strumento utile nell'ambito dei contratti pubblici al settore privato. Sempre Stabile ha quindi proseguito affermando che il nuovo requisito costituisce una ulteriore barriera burocratica, in palese contraddizione con la volontà – spesso ribadita da Governo e Parlamento - di semplificare le procedure e ridurre gli adempimenti a carico delle imprese.
Secondo Cna e Confartigianato, questo nuovo emendamento escluderebbe l'80% circa delle micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia.