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Nel caso di incendio domestico, i prodotti della combustione sono la principale minaccia per coloro che vi abitano.
Questo perché i gas prodotti contengono sostanze nocive che non solo possono causare danni alla salute, ma complicare notevolmente le operazioni di evacuazione, rendendo difficile l'individuazione delle vie di fuga.
Per affrontare questa problematica, vengono progettati i SEFC (Sistemi di evacuazione fumi e calore) che hanno l'obiettivo di creare e mantenere uno strato d'aria indisturbato nella parte inferiore dell'ambiente.
Questo si ottiene tramite l'efficiente espulsione di fumo e calore generati dall'incendio.
I SEFC con evacuazione forzata di fumi (SEFFC), in particolare, devono rispettare la UNI 9494-2, perché solo quando progettati, installati e gestiti in conformità a tali norme, possono essere una soluzione efficace per garantire la sicurezza durante situazioni di emergenza come gli incendi.
In questo articolo ci soffermeremo sulle norme per gli evacuatori forzati di fumo e calore, stabilendone i parametri.
I sistemi forzati, SEFFC, sono composti da uno o più meccanismi di estrazione forzata che dirigono verso l'esterno i gas generati da un incendio, agendo in modo autonomo rispetto alla spinta di galleggiamento determinata dalla variazione di densità.
Le varie fasi di evoluzione di un incendio si accompagnano a differenti temperature dei fumi prodotti. Le fasi iniziali si contraddistinguono per temperature relativamente basse.
Questa temperatura si traduce in una spinta di galleggiamento limitata, e di conseguenza, in una capacità ridotta di espellere i fumi all'esterno attraverso sistemi naturali.
È per questo motivo che subentrano i dispositivi forzati, poiché estraggono anche i fumi più freddi (con temperature inferiori a 72 °C).
Il principio di funzionamento di tali dispositivi è semplice; essi, mediante estrattori forzati specifici, convogliano verso l'esterno i fumi provocati dall'incendio, indipendentemente dalla spinta di galleggiamento causata dalla differenza di densità, lavorando esclusivamente sulla portata d'aria estratta dalla zona in cui si trovano i fumi.
Conformemente alle disposizioni della norma UNI 9494-2, per i sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore (SEFFC), l'elemento fondamentale è il ventilatore, un estrattore di fumo alimentato da un motore, atto a conferire ai fumi e ai gas caldi una spinta supplementare.
Tale spinta si rende necessaria nel caso in cui la spinta termica intrinseca non sia adeguata a garantire la creazione di uno strato privo di fumo, a causa di vincoli di natura geometrica e dinamica.
La normativa UNI 9494-2 disciplina la progettazione e l'installazione dei sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore, stabilendo i criteri applicabili ad ambienti con un'altezza minima di 3 metri e una superficie di almeno 600 metri quadrati.
In situazioni in cui la superficie degli ambienti è inferiore a 600 metri quadrati o superiore a 1600 metri quadrati, la progettazione e le dimensioni richiederanno specifiche valutazioni e analisi di fattibilità.
I criteri per determinare le dimensioni dei sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore sono definiti attraverso specifici parametri, secondo le disposizioni della norma UNI 9494-2.
Questi si concentrano su variabili quali il tempo convenzionale di sviluppo dell'incendio, la velocità media di propagazione, il rilascio termico e l'altezza dello strato libero da fumo.
L'approccio all'analisi del rischio segue un modello simile a quello adottato per i sistemi naturali di evacuazione di fumo e calore (ENFC).
Attraverso l'esame dei tempi di intervento e l'analisi delle caratteristiche dei prodotti presenti nell'ambiente, si ottengono i gruppi di dimensionamento (G.D).
Gli impianti di evacuazione forzata di fumo e calore presentano delle caratteristiche peculiari che spiegano il notevole interesse normativo di cui sono stati oggetto.
Tra cui:
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