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Il mutuo solutorio è un particolare tipo di contratto di mutuo che, a differenza del mutuo ordinario, ha la funzione di estinguere un debito preesistente.
Si pensi al caso in cui una persona prenda in prestito una somma di denaro per utilizzarla per pagare un debito e si impegni a restituirla successivamente con o senza interessi.
Contratto di mutuo - foto Getty Images
Vediamo meglio in cosa consista e quali siano le diverse posizioni della giurisprudenza.
Il mutuo solutorio viene utilizzato quando una parte ha già un debito nei confronti di un'altra, e, invece di estinguere il debito con la normale restituzione della somma dovuta, della quale magari non dispone ancora, decide di stipulare un contratto di mutuo.
Il contratto viene sottoscritto poiché il debitore non ha sufficiente liquidità e vuole evitare di incorrere nell'inadempimento.
In altre parole, chi ha il debito, riceve una somma di denaro tramite il mutuo solutorio per saldare quel debito, impegnandosi a restituire la somma al mutuante (colui che concede il mutuo, cioè la banca) con le modalità stabilite nel contratto.
In questo modo, il debitore estingue il suo obbligo verso il creditore originario, ma allo stesso tempo si impegna a restituire l'importo al nuovo creditore (il mutuante) con una nuova regolazione di tempi, modalità di rimborso e, eventualmente, interessi.
Di seguito illustriamo quelle che sono le principali caratteristiche di un mutuo solutorio:
Il mutuo solutorio è uno strumento utilizzato per gestire debiti pregressi, soprattutto quando il debitore ha difficoltà a rispettare le scadenze originarie o quando il creditore originale preferisce che il debito venga estinto con un pagamento immediato, mentre il debitore si assume un nuovo impegno di pagamento con condizioni più sostenibili.
In sintesi, il mutuo solutorio consente di riorganizzare un debito, estinguendolo formalmente, ma sostituendolo con un nuovo impegno di pagamento verso un terzo (il mutuante).
Mutuo solutorio - foto Getty Images
La somma concessa in prestito può essere consegnata direttamente al soggetto creditore preesistente senza transitare nelle mani del debitore.
Questo tipo di contratto solleva questioni sulla sua natura, in particolare sulla disponibilità giuridica della somma da parte del mutuatario e sugli effetti di tale operazione.
La qualificazione giuridica del cosiddetto mutuo solutorio è stata al centro di un dibattito di carattere giurisprudenziale, a seguito del quale si vedono contrapposti due orientamenti diversi.
Secondo un orientamento giurisprudenziale consolidato, il mutuo solutorio è valido e costituisce un vero e proprio mutuo, poiché la somma è comunque messa a disposizione del mutuatario, anche se utilizzata per estinguere un debito pregresso.
Di conseguenza, il contratto di mutuo solutorio genera l'obbligo di restituzione da parte del mutuatario, proprio come un mutuo tradizionale.
Il mutuo solutorio, utilizzato per ripianare la precedente situazione debitoria, non è nullo, in quanto non è contrario né alla legge, né all'ordine pubblico e non può essere considerato come una mera dilazione del termine di pagamento del debito precedente. Si ha un accredito in conto corrente delle somme erogate e, come asserito dai Giudici, ciò è sufficiente a integrare la datio rei propria del contratto di mutuo ordinario.
Il perfezionamento del contratto con il conseguente obbligo di restituzione avviene nel momento in cui la somma viene messa a disposizione del mutuatario.
Mutuo solutorio funzione - foto Getty Images
Esiste tuttavia una visione minoritaria che è doveroso citare, la quale considera questo tipo di operazione come una mera scrittura contabile, senza un effettivo trasferimento di denaro, riducendo il mutuo solutorio a una dilazione del termine di pagamento senza creare una nuova obbligazione.
In tal caso ci troveremmo di fronte ad una mera operazione di carattere contabile di dare e avere sul conto corrente non inquadrabile nell'ambito del mutuo ipotecario.
Si ha dunque solo il cambiamento del termine per l'adempimento senza alcuna novazione dell'originario debito.
La soluzione di questo dibattito è attualmente rimessa alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite.
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