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I mosaici caratterizzano i nostri ambienti da molti secoli o perfino millenni.
Dapprima furono semplici pavimenti bicromi con grecheo bordure nelle case greche ed etrusche, poi raffinate tarsie di marmi rari con intricati motivi modulari o scene figurative e rivestimenti di ninfei con conchiglie e tessere in pasta vitrea nelle immense ville dei patrizi romani. Infine, eterei splendori dorati delle chiese bizantine e fiabesche composizioni geometriche con tessere di vetro o ceramica nei palazzi arabi o della Sicilia normanna.
Secoli dopo vennero il liberty e l'Art Déco con i loro incredibili intrecci vegetali e le delicate piastrelle di maiolica policroma. Ma il primo a rivoluzionare quest'arte antichissima fu un architetto visionario: Antony Gaudì, l'inventore del mosaico tridimensionale.
Nella sua opera più famosa, il Park Güell a Barcellona, rielaborò e utilizzò su vasta scala la tradizionale tecnica del trencadìs, un mosaico di frammenti irregolari di ceramica o maiolica, in tinta unita o decorati, spesso provenienti da piastrelle, vasi o piatti rotti accidentalmente o di proposito.
Molto comune anche l'uso di materiali di recupero sapientemente accostati per forma, colore e dimensioni: vecchie azulejos, piccoli bassorilievi o statuine, cocci di vetro soprattutto ricavati da bottiglie, specchi rotti, perle di vetro e perfino interi fondi o colli di bottiglia e tazzine con tanto di manici danno vita a splendidi mosaici tridimensionali.
Questa tendenza è molto viva anche nell'interior design contemporaneo.
Il mosaico del terzo millennio tende infatti a dilatarsi nello spazio conquistando la terza dimensione: tessere texturizzate con superfici sfaccettate creano inedite vibrazioni alla luce, invitano a passarci sopra la mano, danno nuove esperienze sensoriali e donano personalità anche alle pareti della zona living o della camera da letto.
La loro gamma espressiva è praticamente illimitata. Cube di Made +39 è ad esempio la riedizione contemporanea degli antichi mosaici pavimentali bicolori.
Presentate al Cersaie 2017, il Salone della ceramica e dell'arredobagno, queste piccole tessere monocromatiche di resina, marmo bianco e marmo nero si trasferiscono sulla parete giocando con le ombre della luce radente e la geometria delle loro forme modulari: piccoli quadrati, cerchi, esagoni, rettangoli, trapezi o chicchi di riso per superfici sobrie e rigorose.
E-motion di Arezia appare concettualmente simile ma la palette dei colori è più ricca.
Anche il materiale scelto, la ceramica, consente variazioni con la brillantezza delle superfici: tasselli bianchi, blu, neri, grigi o dorati, opachi, lucidi o satinati per motivi a scacchiera, zig zag o casuali tono su tono o per contrasto di sfumature.
Contemplando le collezioniArt Nouveou e Art Decò sembra invece di sentire la musica di un café chantant parigino durante la Belle Epoque o il charleston nell'America dei ruggenti anni Venti.
Forme ricercate, colori neutri o viceversa dorati, sapienti lavorazioni artigianali, lucentezza della maiolica e fughe in sottosquadro contribuiscono a creare suggestive atmosfere retrò, perfette per gli amanti degli arredi tradizionali o dei classici del Bauhaus.
Mosaico+ Srl del gruppo Mapei con la collezione Crono su progetto di Giugiaro si spinge ancora oltre rendendo ciascuna tessera una piccola gemmasfaccettata di resistentissimo vetro sinterizzato. Due i moduli base dai colori assai brillanti: Pulsar dal design filante e arrotondato con traiettorie e morbidi intrecci, e Nova dalle superfici spigolose che suggeriscono piani prospettici a varie profondità.
Praticamente infinite le possibili combinazioni, ottenute alternando sapientemente i due moduli base con l'amplissima palette dei colori disponibili: grosse trame simili a un'antica tela intessuta manualmente, disegni a scacchiera, bicromi zig zag, coloratissimi motivi ispirati ai tradizionali tartan della Scozia o elementi figurativi fortemente stilizzati sono infatti solo alcune fra le moltissime possibilità.
Le creazioni di Gemanco Design rappresentano invece l'ultima frontiera di questa millenaria finitura: non più vetro o pietra, ma morbidissima resina per una superficie calda, soffice e avvolgente. Molto variegate le diverse collezioni.
Glitter, Pebbles e Shades a prima vista si presentano simili alle normali tessere dei mosaici contemporanei con effetto satinato, glitterato o opalescente, ma la morbida superficie della resina, la perfetta trasparenza e la brillantezza sono irraggiungibili per le comuni tessere di marmo o vetro. Numerose anche le suggestioni pop e optical art.
Ci catapulta nel fantastico mondo della grafica Anni Sessanta la collezione Pixel: minuscoli puntini rotondi, pixel appunto, che combinati assieme formano un'immagine percepibile da lontano.
Ecco dunque apparire Marylin Monroe, l'icona pop per eccellenza, o le ragazze fumetto di Roy Lichtenstein; ma anche frecce, cerchi, fiori, righe e qualsiasi cosa suggerisca la vostra creatività.
Corre l'anno 1972 e al MOMA di New York apre i battenti Italy, the new domestic landscape, la famosissima mostra sul design italiano: il mondo intero conosce l'eccellenza del nostro paese e impara ad apprezzare i colori vivaci delle nuove materie plastiche, la purezza delle forme, la perfezione spaziale di mobili e oggetti d'uso.
Claire Gaudion,una linea di composizioni a mosaico di tesserine quadrate o triangolari con motivi geometrici o modulari, rimanda a quelle atmosfere: forme pure, tenui colori pastello, rigore della concezione spaziale per un garbato vintage anni '70.
Dieci anni dopo furoreggia l'op art, un insieme di stampe, decorazioni e tessuti che ricrea il movimento con sapienti giochi di linee e di punti: illusioni ottiche, infinite sequenze modulari, contrasti stridenti che stancano la vista. Prevalgono gli accostamenti di colori complementari: verde e rosso, azzurro e arancione, giallo e viola.
Diffusissimi il bianco ed il nero, che esaltano il movimento accostando a un'immagine il suo negativo. Black & White riprende proprio questa tendenza con un'insieme di texture grafiche appena uscite da un libro di Bruno Munari. Punti, linee, triangoli, cerchi e quadrati sembrano inseguirsi in un gioco senza fine: l'intero repertorio op veste l'architettura con effetti visivi sorprendenti.
Abstract e Oriental si ispirano invece ai mosaiciarabi riprendendo le forme sinuose delle tessere monocromatiche o i motivi ornamentali delle maioliche più grandi.
Guardando questa splendida composizione sembra infatti di percepire odorose atmosfere di harem e hammam, patii ombrosi popolati di odalische, fontane zampillanti in giardini pieni di verde e giochi di luce filtrata dai trafori delle persiane intagliate: un tradizionale motivo moresco sapientemente interpretato con nuovi materiali e sfumature.
Animal appare infine completamente diversa e sdrammatizza il mosaico con un'ironica collezione di vivaci animaletti.
Ambarabà ciccì cocò, tre civette sul comò: chi non conosce questa simpatica filastrocca utilizzata dai bambini per vedere chi deve scontare la penitenza?
Ed eccola qui, estesa a un'intera parete: uno schieramento di civette gialle, azzurre e rosse che sorvegliano il gioco dei nostri bambini.
O ancora civette e uccellini in variopinte nuance di colori pastello che sembrano cantare su uno sfondo di rami fioriti e variopinti uccelli ritratti nello splendore dell'estate: decorazioni perfette per la cameretta di un bambino avventuroso, la stanza di una giovane ragazza o il soggiorno di una single ambientalista.
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