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Nell'ambito di un precorso mirato al raggiungimento di una maggiore semplificazione burocratica in edilizia, il 18 dicembre 2014 sono stati approvati dalla Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed enti Locali, anche i modelli unici per la compilazione della Comunicazione Inizio Lavori (Cil) e Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (Cila).
Essi sono ufficilamente entrati in vigore il 16 febbraio 2015, ma i professionisti potranno usare la nuova modulistica unificata a partire da oggi, 16 marzo.
Si compie così con anticipo sui tempi previsti un ulteriore passo avanti, dopo la pubblicazione dei modelli necessari per la presentazione del Permesso di Costruire e della Segnalazione Certificata di inizio Attività.
I prossimi step saranno quelli relativi all'adozione di moduli per l'Autorizzazione unica ambientale e per la SuperDIA. Ci saranno inoltre delle linee guida per l'uso di tutti i moduli in edilizia.
Gli ultimi arrivati sono i modelli necessari per snellire ulteriormente le pratiche burocratiche più semplici, non richiedenti permessi particolari.
In questo modo i cittadini, in tutto il territorio nazionale, avranno a disposizione uno stesso tipo di modulo per effettuare la richiesta.
La semplificazione, operata in ottemperanza al decreto Sblocca Italia, renderà la vita più semplice anche ai professionisti, che si trovano spesso a operare in più Comuni, ogni volta con sistemi e regole diversi.
I moduli contengono una parte invariabile e una parte suscettibile di modifiche, grazie alla quale i Comuni potranno adeguarli alle loro specificità.
La segnalazione di modifiche doveva però essere fatta entro 60 giorni dall'adozione, prima dell'entrata in vigore dei modelli standard. La data ultima per adeguarsi era pertanto lo scorso 16 febbraio.
La maggior parte delle Regioni ha già adottato i modelli standard, mentre alcune li adotteranno nei prossimi giorni.
Il modello standard per la Comunicazione di inizio lavori, dovrà essere presentato quando si eseguono lavori rientranti nella cosiddetta edilizia libera, come:
• realizzazione di opere temporanee (da rimuovere entro 90 giorni)
• realizzazione di opere di pavimentazione e finitura degli spazi esterni
• installazione di pannelli solari o fotovoltaici
• installazione di singoli generatori eolici con altezza non superiore a 1,5 metri e diametro non superiore a 1 metro
• realizzazione di opere per l'arredo delle parti pertinenziali degli edifici
• realizzazione di aree ludiche senza fini di lucro.
Si può dare inizio ai lavori il giorno stesso in cui viene presentata la comunicazione al Comune.
Il modello standard per la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata dovrà essere presentato, invece, quando si eseguono interventi di manutenzione straordinaria non riguardanti parti strutturali.
Tra di essi, dopo l'approvazione del decreto Sblocca Italia, rientrano anche gli interventi di frazionamento o di accorpamento di unità immobiliari, senza cambio di destinazione d'uso e senza aumento di volumetria.
Anche in questo caso i lavori possono incominciare contestualmente alla presentazione della richiesta al Comune.
Come si legge sul comunicato stampa diffuso dal Ministero della Funzione Pubblica, guidato da Marianna Madia: Per gli interventi edilizi di manutenzione straordinaria (…) è sufficiente una semplice comunicazione che può essere compilata in pochi minuti dall'interessato e asseverata da un professionista.
Mi sento fermamente di dissentire da questa definizione che, insieme ai proclami diffusi dalle reti televisive, induce i cittadini in errore, facendo credere loro che in futuro basterà compilare un modulo e farlo firmare da un tecnico per dare l'avvio a qualunque intervento edilizio.
Per realizzare questo tipo di interventi, tra i quali annoveriamo lo spostamento di pareti o l'apertura di porte e finestre, la figura del tecnico (architetto, ingegnere o geometra) rimarrà indispensabile non solo per asseverare la rispondenza degli interventi a tutte le norme vigenti in materia, ma anche per redigere tutti gli elaborati da allegare alla richiesta, primi fra tutti i grafici di progetto.
La semplificazione ricercata dal Governo e richiesta da diverse associazioni professionali e di imprese, ha infatti lo scopo di uniformare le procedure su tutto il territorio nazionale, visto che, negli 8.000 Comuni italiani, si possono trovare altrettanti modus operandi.
I modelli prevedono una parte inziale in cui vanno inseriti i dati del richiedente, come nome e cognome, luogo e data di nascita, indirizzo e recapiti telefonici e di posta elettronica.
Segue poi una parte in cui il richiedente deve esprimere una dichiarazione riguardante il tipo di titolarità sull'immobile oggetto dell'intervento e indicare le parti dell'edificio interessate (ad esempio se si tratta di parti comuni o meno).
Nella parte successiva si comunicano informazioni relative al tipo di intervento da realizzare o già realizzato.
Infatti, la comunicazione può essere anche tardiva, ma in tal caso è previsto il pagamento di un'oblazione, pari a:
• 333 euro se l'intervento è in corso di esecuzione
• 1.000 euro se l'intervento è già stato ultimato.
L'ultima parte comprende l'indicazione degli elaborati presentati a corredo della richiesta che, per quanto riguarda la Cil, saranno essenzialmente costituiti da:
• documento d'identità del richiedente
• ricevuta di pagamento dei diritti di segreteria e dell'oblazione se dovuta
• notifica preliminare per la sicurezza nei casi in cui è prevista.
Nel caso della Cila, a tali documenti andranno aggiunti tutti gli elaborati di progetto, di cui si è detto in precedenza.
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