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La commissione Finanze alla Camera chiede di apportare un correttivo al decreto antiriciclaggio che ha determinato l'applicazione di pesanti sanzioni a carico di coloro che hanno emesso assegni senza la clausola di non trasferibilità.
Notevoli le polemiche insorte nelle ultime settimane. Si auspica il ritorno a sanzioni meno gravose nei confronti di chi ha commesso delle irregolarità.
La norma riguarda gli assegni con importi superiori ai 1.000 euro. Attenzione, dunque, quando si acquista ad esempio un divano o un grosso elettrodomestico. Ricordiamo che le sanzioni sono a carico sia di chi emette l'assegno per effettuare il pagamento, sia di chi lo ha accettato.
Poiché il problema ha ormai acquisito un'importanza mediatica, viste le ripercussioni sulle tasche di molti cittadini, è stato necessario un intervento volto a porre fine alla situazione. La questione è insorta a causa dell'inasprimento di multe e sanzioni della normativa antiriciclaggio.
Cosa prevede dunque il decreto 90/2017 entrato in vigore il 4 luglio scorso?
Le sanzioni previste vanno da 3.000 euro a ben 50.000 euro. Variata (in aumento) anche la soglia per poter aderire all'oblazione, ovvero il diritto del consumatore di pagare la somma scontata entro il termine di 60 giorni, al fine di evitare il contenzioso con la Ragioneria territoriale.
In cosa è consistito l'intervento del Parlamento?
Si richiede al governo di rendere più proporzionale l'impianto sanzionatorio, al fine di renderlo più adeguato all'entità della violazione, spesso avvenuta per mera dimenticanza. Si chiede di riparametrare e rendere più congrue le penalità da applicare, soprattutto nel caso di importi esigui. Lo scopo dell'intervento voluto dall'onorevole Sergio Boccadutri, è quello di evitare i potenziali effetti distorsivi derivanti dall'applicazione di maxi sanzioni.
Molti assegni emessi oggi dalle banche contengono stampata la suddetta clausola di non trasferibilità. Tuttavia, vi sono in giro ancora vecchi blocchetti che ne sono privi e per i quali occorre metterla a mano. Una banale svista può portare all'applicazione di una multa salata.
Anche se Abi e Bankitalia non hanno diffuso dei dati ufficiali circa il numero di assegni senza clausola attualmente in circolazione, la percezione da parte delle Ragionerie territoriali è che i consumatori arrabbiati siano parecchi.
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