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In questo periodo in cui uno degli argomenti preferiti da molti è l’accesso al Superbonus per la riqualificazione energetica della propria casa, al centro dell’attenzione ci sono loro: i materiali isolanti.
Questi, infatti, sono alla base di un ottimo intervento che ci consenta di superare le due classi energetiche richieste dalla legge relativa a questa detrazione fiscale.
Vediamo insieme in questo articolo quali sono i parametri da tenere in considerazione per effettuare una buona scelta, fermo restando che ogni caso va valutato a sé e, pertanto, è bene sempre rivolgersi a tecnici esperti che sapranno indirizzarci nel modo migliore.
Si parte dai parametri dimensionali per andare più a fondo nelle proprietà fisico-meccaniche del materiale, fino ad arrivare alla valutazione delle caratteristiche del contesto in cui si opera e dei risultati che si vogliono ottenere.
In linea di massima si può affermare che maggiore è lo spessore dell’isolante e maggiore è la coibentazione che si ottiene.
Si diceva in linea di massima perché ci sono alcuni tipi di materiali isolanti che a parità di spessore ci consentono di ottenere migliori risultati l’uno rispetto a un altro.
La proprietà fisica più importante da tenere d’occhio è la conduttività termica, indicata con λ (lambda) misurata in W/mK e che è inversamente proporzionale al potere isolante di un materiale.
Vale a dire che maggiore e la conduttività e minore sarà il potere termoisolante del materiale.
La seconda proprietà fisica da considerare è lo sfasamento termico, ossia il tempo, calcolato in ore, che occorre al calore per attraversare il materiale e raggiungere la parte interna della casa.
In questo caso il materiale sarà migliore con uno sfasamento maggiore, perché questa è la proprietà che consente ad un materiale in estate ad esempio di far entrare il calore con molta lentezza.
Altro parametro da valutare è la resistenza a compressione R del materiale isolante, misurata in N/mmq.
Essa misura la capacità del materiale di resistere a sollecitazioni prima della rottura, in caso ad esempio di calpestio per strati di isolante utilizzati nei solai.
Infine, c’è la resistenza al vapore, indicata con µ (mi) che indica la resistenza del materiale a lasciarsi attraversare dal vapore. Un isolante che si comporti bene deve evitare di farsi penetrare dal vapore acqueo.
La presenza di acqua all’interno delle cellule del materiale a prendere il posto dell’aria che è un buon isolante termico , infatti, abbasserebbe il suo potere isolante.
Viceversa, un materiale con alta traspirabilità evita il formarsi di muffa e condensa e si comporta meglio.
Oltre alle caratteristiche che abbiamo elencato ci sono poi da considerare anche la resistenza al fuoco, la atossicità e la durevolezza del materiale, che sono altrettanto importanti e possono fare a volte la differenza nella selezione del materiale giusto.
Date tutte queste indicazioni, quale sarà allora il migliore materiale?
Non c’è un migliore in assoluto, ma sarà diverso da caso a caso.
In generale si può dire che sono preferibili i materiali isolanti con bassa conduttività termica, molto densi, in modo da avere uno sfasamento termico basso, resistente al vapore e alla compressione.
Se poi con un basso spessore riusciamo a raggiungere i risultati sperati è meglio ancora.
Ma questo sarebbe un materiale ideale, di cui nella realtà non ne esistono.
Per questo, un bravo tecnico saprà consigliarci su cosa fa per noi.
Quanto alle tipologie di materiali isolanti, essi si possono dividere tra quelli granulari e quelli a pannelli, oltre che per materiale impiegato.
I materiali sintetici utilizzati per la realizzazione di isolanti sono quelli derivati dalla lavorazione del petrolio.
Sono molto economici e riescono a darci ottimi risultati anche con spessori non molto grandi. Hanno una buona resistenza al vapore.
Sono facili da installare e da manutenere e hanno una ottima durata nel tempo, arrivando anche a 50 anni.
Tra questi ci sono quelli in EPS, polistirene espanso, XPS, polistirene espanso estruso, PUR, poliuretano, e PE, polietilene.
In compenso però hanno un basso livello di sfasamento termico e bassa traspirabilità e soprattutto non sono ecocompatibili.
Nel caso dell’EPS va inoltre considerato che dopo l’installazione rilascia delle sostanze nocive, per cui bisogna assicurare una buona ventilazione. Infine, potrebbero essere pericolosi in caso di incendio.
Questa tipologia di materiale isolante è consigliata nei vari casi, sia in facciata con cappotto esterno o intercapedine, sia per ponti termici che ancora per solai e cappotto termico tetto. Infine, anche per strutture contro-terra e vespai.
Per le intercapedini in particolare sono indicati i prodotti schiumati o in alternativa in questo caso consiglierei i prodotti in granuli come Neopor® by
BASF Construction Chemicals Italia un isolante sfuso a base polimerica in EPS con grafite.
Molto più pratici sono i pannelli isolanti termici, da usare preferibilmente in tutti gli altri casi.
Tra questi un prodotto performante è QuotaZero di Isolmant, lastre in polistirene espanso elasticizzato additivato con grafite per l’isolamento acustico e termico dei solai.
I materiali coibenti naturali si dividono tra quelli di origine minerale e quelli di origine vegetale. Entrambe le tipologie non provengono da composti del petrolio, per cui sono sicuramente sostenibili e per lo più atossici.
Inoltre, essi derivano da materie prime rinnovabili, da processi produttivi attenti all’ambiente. Infine, hanno il vantaggio di essere biodegradabili.
Questi isolanti sono materiali minerali, come il vetro cellulare, il calcio silicato, la lana di roccia e l’argilla espansa.
A livello di prestazione si può dire che a parità di spessore sono a metà strada tra i primi materiali e quelli naturali che vedremo nel prossimo paragrafo.
Sono traspiranti. Il costo è abbastanza contenuto, ma più alto rispetto ai materiali sintetici.
Uno degli svantaggi è che alcuni di questi materiali possono avere delle emissioni radioattive.
Infine, anche questi possono essere utilizzati per varie soluzioni e data la loro atossicità sono impiegabili anche per cappotti interni.
Tra questi abbiamo gli isolanti proposti da Rockwool, in lana di roccia, come Airrock DD, un pannello rigido in lana di roccia rivestito a doppia densità, ottimo isolante termico e acustico, per l’isolamento delle pareti interne ed esterne.
Sempre Rockwool per le coperture piane propone Rockacier B Soudable e Soudable Energy, un pannello rigido in lana di roccia ad alta densità, elevata resistenza a compressione, calpestabile, rivestito su un lato da uno strato di bitume.
Ancora Pomice di Europomice è un materiale termo e fonoisolante molto impiegato per sottofondi leggeri e in bioedilizia per l’isolamento di massetti e piani vari.
Infine, per quanto riguarda gli isolanti vegetali ci sono quelli in fibra di legno, lana di pecora, sughero, canapa, cellulosa e paglia. Questi materiali hanno un ottimo potere termoisolante e anche fonoisolante e sono traspiranti.
Il loro costo è decisamente più alto, ma il vantaggio di avere un ottimo risultato anche a livello acustico e la loro atossicità gli da’ sicuramente una marcia in più.
L’uso che si può fare di quest’ultimo tipo di materiale è analogo a quello precedente.
Tra i vari prodotti abbiamo ad esempio Soundcork MB di SACE Components, un rotolo di sughero agglomerato per l’isolamento acustico e termico della pavimentazione (anticalpestio) e delle pareti.
Se vogliamo invece un prodotto riempitivo possiamo optare per Climacell di Climacell, un isolante in fiocchi di cellulosa di pura carta riciclata di giornale provenienti da foreste sostenibili.
Questo prodotto può essere utilizzato sia in nuove costruzioni sia in ristrutturazioni e risanamenti, in progetti di edilizia pubblica e privata.
Si presenta facile perché non richiede interventi invasivi e costosi ed è sicuro perché è ignifugo e non attaccabile da animali e insetti.
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