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Mantenere efficiente una costruzione, che si tratti di una villetta, di una piccola palazzina mono o bi-familiare o di un condominio, restituisce una serie di vantaggi a chi ne usufruisce, in termini di sicurezza, di risparmio nel tempo e di qualità di vita.
Oltre al fatto che l'efficienza esterna si traduce in maggiore comfort degli ambienti interni.
L'invecchiamento dei materiali, infatti, a causa dell'azione del tempo o degli agenti atmosferici, delle sollecitazioni cui sono sottoposti gli edifici, è una costante in ogni costruzione.
Intervenire per tempo senza aspettare che piccoli danni diventino di grande portata, sapendo leggere i segnali che le strutture ci trasmettono, può permettere di risparmiare sui costi che una manutenzione straordinaria comporta rifacendosi a semplici interventi di manutenzione ordinaria.
Questo articolo vuole porre l'attenzione su un aspetto dei fabbricati, la manutenzione degli intonaci per esterni, alla luce anche dei nuovi materiali offerti dal mercato di settore che si inseriscono in una già vasta gamma di prodotti: intonaco premiscelato, intonaco pronto all'uso, intonaco traspirante, intonaco civile, intonaco tradizionale, intonaco rustico.
Analizziamo, in definitiva, quali interventi fare e in che modo, come trarre i massimi benefici e i vantaggi in concreto di una corretta e periodica manutenzione.
L'aspetto estetico di un edificio è legato alle proprie facciate esterne: la varietà delle forme e dei volumi, delle colorazioni e dei materiali utilizzati ne definiscono l'estetica.
Risulta evidente che tale aspetto va preservato nel tempo mantenendo integro lo strato di protezione finale delle murature esterne, che per grande percentuale è l'intonaco.
La manutenzione straordinaria delle facciate di un fabbricato è prevedibile almeno con cadenza venticinquennale, ma come accennato, sono diversi gli interventi di piccola entità che ci consentono di tutelarne i prospetti.
Questi interventi passano da un preventivo controllo visivo delle superfici, che gli stessi proprietari possono fare con continuità. È consigliabile comunque ogni due anni circa far effettuare un'ispezione da parte di tecnici, che possano individuare l'insorgenza di fenomeni di degrado, altrimenti poco evidenti a un occhio non allenato.
Se si riscontrano problemi dal controllo visivo, come macchie, fessurazioni, distaccamenti, saranno necessarie indagini più approfondite, con l'ausilio anche di strumentazione tecnica e, in alcuni casi, mediante l'esecuzione di saggi su porzioni delle strutture di intonaco ammalorate, ovvero con prelievo di materiale.
Questa potrebbe essere l'indagine definitiva nella preparazione della corretta modalità d'intervento. A seconda dei casi e della problematica si prefigureranno ripristini parziali, ad esempio, solo su porzioni di rivestimento, o invece totali, che riguardino il completo rifacimento della facciata.
Il primo fenomeno di degrado riguarda l'insorgenza di macchie e striature nere sulle superfici intonacate. In particolar modo, questo avviene sul rivestimento a intonaco delle facciate che hanno una esposizione a nord, dove possono comparire nel tempo macchie simile a muffa, nerastre e superficiali, di tonalità più o meno intensa, che assumono la forma di striature.
Tali fenomeni possono interessare sia porzioni della facciata o anche parti molto estese della stessa.
Si possono individuare due cause: gli agenti atmosferici, lo smog e le sostanze inquinanti presenti in atmosfera per cui l'intonaco ne subisce l'azione; in secondo luogo la cosiddetta termoforesi, che è un fenomeno di natura termica, dovuto alla differenza di temperatura dei materiali sui quali l'intonaco è posato, generando i ponti termici.
Come le cause, anche i rimedi possono essere facilmente elencati.
Il primo riguarda la possibilità di ridurre o eliminare il fenomeno del dilavamento delle parti intonacate, che creano l'annerimento, cercando di correggere il percorso dell'acqua sui fronti, magari integrando con nuove pluviali, oppure dotando gli elementi architettonici di adeguati rompigoccia, qualora ne siano privi.
Una volta reso più efficiente il sistema di controllo delle acque meteoriche, sarà possibile effettuare interventi di ripulitura totali, attraverso lavaggi con getti d'acquaad alta pressione o sabbiature.
Per il secondo rimedio, se il problema è circoscritto a zone definite, si può effettuare una pulitura parziale ricorrendo a prodotti che agiscono localmente.
Utile allo scopo è il sistema antivegetativo di Fila, per il ripristino delle superfici intonacate esterne. FILAALGAE NET parte come detergente anti-alghe rapido ma è ideale per rimuovere sporco di varia origine, come annerimenti da smog, polvere, macchie da ristagno di foglie, ecc.
C'è da ricordare che tutti questi interventi non eliminano le cause delle macchie e striature legate ai ponti termici: per farlo sarà necessario ricorrere alla realizzazione di un cappotto esterno.
Altro fenomeno riscontrabile su intonaci esistenti sono i danni in superficie quali bolle e sollevamenti che portano al successivo distacco dello strato di finitura.
Umidità e movimenti di assestamento delle strutture sono tra i principali responsabili, ma anche una non corretta posa in opera al momento della prima realizzazione, quando si possono utilizzare materie prime non perfettamente mescolate o di scarsa qualità.
Il segnale di riscontro dell'inizio di queste patologie è appunto la formazione di cavillature e fessurazioni superficiali nell'intonaco che a loro volta generano processi di degrado dovuti all'assorbimento di acqua da parte delle murature.
Si formano quindi bolle e sollevamenti che al momento della rottura provocano lesioni o distacchi.
Al momento del verificarsi delle fessurazioni e distacchi si può decidere di procedere ad interventi di riparazione o di sostituzione dello strato di intonaco.
Indicativamente su un'intera facciata se parliamo di piccole fessurazioni si può rimediare con interventi di stuccatura e ritinteggiatura sull'esistente.
Per danni dell'intonaco che invece sono quantificabili nel 25-35% dell'intera superficie si può intervenire localmente senza operare una spicconatura completa, che invece risulta necessaria quando parliamo di danni localizzati per più del 50% della superficie di finitura.
La procedura, in entrambi i casi, prevede una preventiva bussatura delle superficie al fine di verificare l'effettiva tenuta dell'intonaco al supporto murario, la rimozione delle aree danneggiate, il lavaggio.
Per interventi locali su parti lacunose si possono utilizzare prodotti specifici come Mape Antique Intonaco NHL della Mapei. Nel caso si sia arrivati al vivo della muratura si procede ad un preventivo strato di supporto base, detto di rinzaffo, con prodotti del tipo Mape Antique Rinzaffo, sempre Mapei per poi procedere con una doppia mano di rasante con interposta rete porta intonaco.
La rottura o il distaccamento dell'intonaco può generarsi anche per la formazione delle cosiddette efflorescenze: cristallizzazioni di sale, presente nell'acqua proveniente dalla pioggia o dalla risalita dal terreno.
Si creano così macchie biancastre sulle superfici ben visibili dall'esterno. In questi casi si procede spazzolando a fondo le superfici, poi si applica un trattamento con prodotti antisalini sul supporto e si pulisce a secco o con getti di acqua.
Infine, atteso che la muratura si liberi dell'umidità accumulata, si utilizzano intonaci traspiranti e macroporosi per il nuovo strato di finitura, come l'intonaco macroporoso 717 della FASSA BORTOLO.
Il tutto, naturalmente, provvedendo preventivamente alla risoluzione del problema che ha originato l'efflorescenza.
I prodotti disponibili sul mercato che hanno l'obiettivo di proteggere lo stato d'intonaco delle facciate degli edifici sono molteplici.
Uno di questi è ALBARIA SILIMAC TONACHINO, prodotto dalla BASF.
Si tratta di un rivestimento murale a spessore in pasta di origine minerale, a base di silicato di potassio, altamente traspirante, idrorepellente e resistente all'inquinamento atmosferico.
Questa particolare composizione lo rende resistente all'inquinamento atmosferico e ai raggi U.V.
Inoltre, difficilmente si stacca dal supporto al quale si applica poiché forma con esso una struttura cristallina che lo rende perfettamente aderente e gli garantisce una notevole durata nel tempo.
Questo protettivo può essere a finitura satinata oppure opaca; è molto semplice da utilizzare, indicato sia per ambienti interni che su superfici esterne.
Altro protettivo è Hydrorep della FILA, un idrorepellente a base di solvente che impartisce una protezione traspirante, duratura e ripristinabile alle superfici su cui è applicato.
Non altera l'estetica dei materiali, ostacola la formazione di muschie, muffe e protegge dalla formazione delle efflorescenze.
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