All'interno del decreto-incentivi presentata, a sorpresa, la norma che abolisce la Dia per molti interventi edilizi.
Il decreto varato dal governo la scorsa settimana, contenente una serie di eco-incentivi, tra cui quelli per l'acquisto di cucine, elettrodomestici e case ecologiche, conteneva a sorpresa anche una norma che permette di realizzare alcuni interventi edilizi in casa, senza la preventiva presentazione della Denuncia di Inizio Attività, e quindi senza l'intermediazione di un professionista.
Si tratta di una procedura già presentata lo scorso anno, con l'introduzione del Piano Casa, e poi nel cosiddetto disegno di legge per la semplificazione amministrativa Calderoli – Brunetta e poi arenatasi per l'opposizione delle categorie professionali, che temono, giustamente, un aumento dei rischi per la sicurezza, in assenza della figura del Direttore dei Lavori.
La nuova norma modifica l'articolo 6 del Testo unico dell'Edilizia (dpr 380/2001), che disciplina l'Attività edilizia libera, aumentando il tipo di lavori che possono essere realizzati senza Dia allo scopo di snellire la burocrazia.
Rientrano così nell'attività edilizia libera anche gli interventi di manutenzione straordinaria e l'installazione di pannelli fotovoltaici e solari termici, purchè senza serbatoi di accumulo esterni, e purchè non realizzati nelle zone A dei comuni, cioè i centri storici.
In pratica sarà possibile realizzare in casa propria qualsiasi tipo di intervento edilizio senza predisporre e presentare in comune alcun progetto, purchè non si vada ad intervenire sulle parti strutturali, o ad aumentare superfici e volumi o il numero di unità immobiliari.
Le opere dovranno comunque rispettare le più restrittive normative regionali e la strumentazione urbanistica comunale.
Prima di iniziare i lavori, il proprietario dovrà informare telematicamente il Comune, allegando le eventuali autorizzazioni richieste, e indicare, nel caso di interventi di manutenzione straordinaria, il nominativo dell'impresa esecutrice.
Anche questa volta la norma ha suscitato le proteste non solo delle associazioni di categoria professionali, ma anche delle associazioni ambientaliste, come Legambiente, che vedono nel decreto incentivi misure insufficienti a promuovere una coscienza ecologica nei consumatori e nell'abolizione della dia per numerosi interventi un pericolo per il parco edilizio italiano, già di per sé sottoposto a gravi rischi statici.
È indubbio, infatti, che l'attuazione di interventi edilizi senza alcun controllo aumenterà i rischi strutturali, visto che l'unico a testimoniare che non vengano toccate strutture portanti sarà lo stesso proprietario e non un tecnico, aumenterà anche il lavoro nero, poiché le opere non verranno denunciate, e anche il contenzioso condominiale, perché in un edificio nessuno saprà cosa sta facendo il proprietario di un altro appartamento.
Tra l'altro, la norma è stata presentata dal Governo come un modo di mettere in atto il Piano Casa, che finora ha stentato a decollare, introducendo, di fatto, una contraddizione di termini, visto che il Piano Casa significa principalmente aumenti volumetrici, mentre, come spiegato, la liberalizzazione degli interventi edilizi esclude gli ampliamenti.
La normativa dovrebbe entrare in vigore, come gli ecoincentivi, dal prossimo 6 aprile, ma, poiché essa è soggetta ad eventuali normative regionali più restrittive, allo stato attuale, analizzando le normative regionali vigenti, la “riforma” potrebbe essere messa in atto solo in Sardegna e Friuli Venezia Giulia.