|
Il legno è un materiale nobile ed eterno, che ciclicamente viene riscoperto per le sue infinite doti naturali come materiale da costruzione nel nostro Paese e non solo.
Il suo recente successo ci stimola nuovamente a scrivere, a voler approfondire le nostre conoscenze per saperlo lavorare come merita rispettando le sue naturali caratteristiche fisiche, meccaniche e tecnologiche, che lo hanno reso nel tempo, sempre e comunque il materiale da costruzione per eccellenza.
in questo articolo spiegheremo come realizzare una stuccatura del legno a regola d'arte. Ma procediamo per ordine e facciamo prima un sunto sulle principali caratteristiche del legno. Queste ci saranno utili anche per capire con trattarlo al meglio.
Le doti del legno sono infinite. È un materiale da costruzione versatile, viene utilizzato per la realizzazione di grandi strutture come di piccoli strumenti e oggetti.
Uno dei più grandi studiosi ed esperti del legno, il professor Franco Laner, ci insegna che bisogna fare attenzione a crogiolarsi su questa eterna altalena che il successo del legno sembra volerci proporre cercando di trasformare in cultura e conoscenza invece le moderne incrostazioni di moda che ancora mortificano e sgretolano questo nobile materiale.
Ricordiamoci sempre che l'esperienza di entrare in un bosco e camminare toccando e sentendo nel tronco degli alberi la vita è fantastica e va fatta più spesso perché da essa non se ne usciremo mai con le mani vuote o con la mente povera.
Conoscere i tipi di legno, tagli, essenze, semilavorati, assemblati e legni composti, che l'industria oggi offre, risulta fondamentale per sapere come lavorarli.
Inoltre, è importante sapere che oggi ormai con i trattamenti e le rifiniture e le macchine a controllo numerico, sono davvero infinite le lavorazioni possibili.
Sono così tante che a volte è persino difficile riconoscere la sua vera essenza, tanto è stata modificata nei trattamenti.
Cerchiamo di capire come prima cosa, tra i tipi di legno, il nostro, che caratteristiche ha, in base alla sua essenza.
Il poro del legno, come sappiamo, è più o meno aperto a seconda dell'essenza.
Nei legni a grana omogenea e fine il poro è ristretto, e parliamo dell'Acero, Pero, Ulivo; differentemente nelle altre essenze come la Quercia, il Castagno, il Noce.
L'operazione di otturazione dei pori che integra la levigatura sarà più facile nei legni compatti ed omogenei. Importante è conoscere l'essenza dalle sue naturali venature e dal colore e i precedenti trattamenti subiti anche al fine di scegliere il turapori più adatto.
Nella foto sopra vediamo un legno di rovere europeo con le tipiche venature del rovere ma oliato color noce, che è un legno più scuro e meno dorato del rovere e quindi dovremo stare attenti nella scelta del colore del nostro prodotto.
Per verificare la sua capacità di assorbenza o meno possiamo fare dei piccoli test su singole aree del mobile che dobbiamo trattare.
La caratteristica che dobbiamo testare è la capacità di assorbenza o meno del legno che dobbiamo trattare, così da fare la prima scelta tra turapori liquido o in pasta.
La seconda scelta da fare è basata sul riconoscimento del colore del legno e quindi verificare se di quel prodotto commerciale che abbiamo scelto, che sia esso liquido o in pasta, esista la tonalità giusta corrispondente al colore del nostro mobile.
Quello che noi oggi chiamiamo stucco legno è lo storico e noto turapori per mastri e falegnami che oggi si sono adeguati ai prodotti del comune commercio.
Quelli che in pratica si trovano sugli scaffali della ferramenta e un tempo si confezionavano in solitaria nel loro laboratorio.
In origine lo stucco o turapori era un composto di:
Questo ci fa capire che l'essenza del nostro pezzo di legno è fondamentale.
Tanto importante da estrarre dallo stesso pezzo la limatura finissima della stessa essenza legno con la quale creare il suo stucco.
Questo procedimento sarebbe utile proprio per andare in analogia e avere la certezza di colore, essenza, caratteristiche di assorbenza e resistenza proprie di quel pezzo di legno.
Ottimo sarà estrarre la polvere di legno dalla levigatrice o scartavetratrice elettrica se la abbiamo perché sarà finissima.
I mastri di una volta tenevano sempre nel loro laboratori un po' di questo composto, chiamato mastice dei pezzi di legno che lavoravano, proprio perché lo usavano ogni volta che serviva risanare, otturare fessure o altri malanni riscontrati poi sulla superficie del legno.
Tra i diversi tipi di stucco legno quello che ci sentiamo di consigliarvi è sicuramente lo stucco in pasta rispetto a quello liquido per praticità e bontà dei risultati.
È un premiscelato, dunque non dovete cimentarvi voi a creare il mastice e dovrete solo fare attenzione a scegliere quello giusto per il vostro mobile e poi applicarlo.
Lo stucco in pasta, sia esso bianco, da rifinire con colore o già del colore del vostro legno, si applica con una spatolina di acciaio per spingere dentro la fessura, il nodo o la lesione la giusta quantità di prodotto.
Quello che vedete sopra in foto è un tipico stucco in pasta commerciale bianco:
Nella foto precedente, invece, vediamo quello color noce scuro, della azienda Veleca, composto da vera farina di legno, terre coloranti e resine.
Quindi un prodotto in linea con quanto previsto dai nostri falegnami già del colore necessario, solo da levigare e rifinire.
In fai da te, se volete cimentarvi nella autonoma realizzazione, potete munirvi di semplice colla Vinavil e polvere finissima di legno amalgamate tra loro.
Una volta ottenuta una pasta omogenea di colore e consistenza, riempite la fessura con una spatolina.
L'unico inconveniente dello stucco legno in fai da te fatto con la colla vinilica commerciale è che non potrete conservarlo ma dovrete realizzarne solo la quantità necessaria, applicarlo e il resto buttarlo via.
In assoluto la soluzione più comoda sono i bastoncini di cera che vengono venduti già in diversi colori.
I bastoncini vi permetteranno, semplicemente scaldandoli con un accendino, di far colare il prodotto all'interno della lesione da risarcire e penetrando nella fessura nel suo stato liquido andrà a riempire in profondità la lesione.
Sarà nella sua fase di ritiro e asciugatura che poi diventerà corpo unico con il pezzo di legno trattato e a voi non rimarrà altro da fare che scartavetrare con carta vetrata da legno o levigatrice il pezzo trattato per eliminare eventuali fuoriuscite.
La finitura a colore o trasparente finale, che sia essa opaca o lucida non ve la toglie nessuno.
|
||