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La prima questione da chiarire quando si ha l'esigenza di isolare il sottotetto è se questo sia abitabile o meno, da ciò dipende la scelta tra le differenti tecniche per coibentare.
Per abitabilità si intende la possibilità o meno della permanenza di persone in un locale; facendo questa prima e fondamentale distinzione è possibile quindi stabilire se per isolare il sottotetto sia più indicato posizionare il materiale isolante all'interno della stratigrafia del tetto o se invece sia più conveniente isolarne il pavimento.
Isolando il pavimento di un sottotetto non abitabile l'ambiente rimarrà freddo in inverno e caldo in estate; il volume riscaldato sarà ridotto ai piani sottostanti e di conseguenza si risparmierà sui costi in bolletta.
Al contrario interponendo l'isolamento nello strato di copertura il sottotetto potrà essere riscaldato tranquillamente senza pericolo di disperdere calore all'esterno, ma si avrà un locale in più da riscaldare quindi occorrerà generare più calore.
Per questo motivo conviene in termini economici ridurre al minimo il volume riscaldato in caso di sottotetto non abitabile, mentre la legge vuole che si isoli a regola d'arte la copertura in presenza di sottotetto abitabile.
Il Decreto del 26 gennaio 2010 da parte del Ministero dello Sviluppo Economico aggiorna il decreto del 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici.
Nella tabella allegata al decreto sono riportati i valori di trasmittanza (grado di isolamento) che bisogna rispettare nei casi di nuova costruzione e negli interventi di ristrutturazione per godere delle detrazioni fiscali del 65%.
Zona climatica | Pareti | Coperture | Pavimenti | Serramenti |
E | 0,27 | 0,24 | 0,30 | 1,8 |
Prendendo ad esempio la città di Milano, che appartiene alla zona climatica E, è necessario rispettare il valore di 0,27 per le strutture opache verticali (muri perimetrali), 0,24 per le coperture, 0,30 per i pavimenti e 1,8 per i serramenti.
Nel caso specifico di un sottotetto abitabile quindi, il valore da rispettare relativamente allo strato di copertura è di 0,24, mentre è possibile notare come nella tabella manchi il valore specifico per i soffitti confinanti con un ambiente non riscaldato, come nel caso dei sottotetti non abitabili.
Tuttavia per analogia è possibile adottare per i soffitti lo stesso valore di trasmittanza riferito ai pavimenti su locale non riscaldato, ossia 0,30.
Esistono numerosi modi per isolare un sottotetto abitabile, una costante comunque è la presenza di un'intercapedine nella stratigrafia, ossia di un tetto ventilato.
Gli strati di isolante possono essere sovrapposti a un tavolato o interposti alle travi della struttura principale per risparmiare spazio; quest'ultima opzione è frequente nei casi di ristrutturazione.
Per ottenere le agevolazioni è necessario raggiungere i valori di trasmittanza tabellati.
I materiali isolanti devono essere performanti, ma allo stesso tempo traspiranti perché in caso contrario si potrebbe favorire la formazione di condensa e la marcescenza della struttura lignea del tetto.
Buoni isolanti per le coperture sono sicuramente il sughero o la fibra di legno, disponibile in pannelli con densità e spessori differenti a seconda della funzione.
La maggior parte dei sottotetti allo stato attuale sono ambienti privi di uno strato di materiale isolante vero e proprio ed è il sottotetto stesso, al quale si accede in genere con una botola, che ha la funzione di isolare gli ambienti riscaldati sottostanti.
Generalmente poi il solaio del sottotetto è persino privo di uno strato di massetto e si cammina direttamente sull'estradosso delle pignatte, sia perché in fase di costruzione in passato si tendeva a risparmiare sia perché in questo modo il carico da sopportare era ridotto al minimo.
Ne consegue che l'isolamento dell'involucro in corrispondenza del sottotetto si interrompe generando un grande ponte termico, ed è per questo motivo che la maggior parte delle dispersioni energetiche si verifica attraverso il tetto.
Per dare continuità all'involucro di un edificio è fondamentale rigirare l'isolante sopra il pavimento del sottotetto, ma con quali materiali?
La soluzione più diffusa consiste nello srotolare dei materassini isolanti in lana di roccia, fibra di vetro o lana di pecora.
Il vantaggio di questa tecnica è la rapidità di posa e l'economicità, l'inconveniente è che si ottiene un pavimento non calpestabile e con il passare degli anni si riempie di polvere e di muffe soprattutto se in presenza di infiltrazioni d'acqua: si pensi infatti se si dovesse rompere una tegola a come si ridurrebbero i materassini.
Un pavimento rigido e calpestabile è preferibile sia per ragioni di pulizia sia perché in questo modo è possibile destinare il sottotetto come deposito di valigie, scorte delle piastrelle ecc...
Le tecniche per isolare il sottotetto non abitabile sono principalmente due:
-Posare a secco dei pannelli rigidi di materiale isolante, come il sughero, il polistirene o la fibra di legno ad alta densità. Tuttavia il procedimento non è sempre facile a causa dei supporti irregolari e pieni di ostacoli.
-Spruzzare del materiale incoerente miscelato a un legante, come ad esempio Natural Beton della Equilibrium (legno di canapa e calce), Corkglass della Tecnosugheri o Suberglass della Coop. Artimestieri (sughero granulare di origine riciclata e silicato di sodio).
I composti miscelati hanno il vantaggio di indurire all'aria, non esalare sostanze tossiche e lasciare una superficie piana e rigida senza essere costretti a realizzare una struttura di contenimento per poi pavimentare con delle assi in legno, procedimento necessario se si opta per l'insufflaggio di solo materiale incoerente come il sughero granulare o la cellulosa.
Isolare il sottotetto è una pratica fondamentale per ridurre le dispersioni energetiche e comparandola alla sostituzione dei serramenti o alla realizzazione di un cappotto è anche molto più economica, vale la pena quindi soprattutto se si tratta di una casa indipendente.
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