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Le pompe di calore costituiscono i primi generatori da prendere in considerazione, nel caso in cui si vuole relaizzare un impianto di riscaldamento e/o condizionamento utlizzando come fonte di energia quella elettrica.
Ciò è dovuto a diversi fattori tra cui le notevoli prestazioni sia in termini di riscaldamento che di condizionamento, espresse sinteticamente e rispettivamente dai coefficienti COP (coefficient of performance) ed EER (energy efficiency ratio); tali fattori con le moderne macchine assumono valori sempre maggiori a 3, il che significa che per ogni Kilowattora di energia elettrica assorbita ne producono almeno tre di energia termica.
Le moderne pompe di calore sono inoltre, sempre più facilmente acquistabili a bassi costi, con compressori a tecnologia inverter in grado di modulare gli assorbimenti elettrici in funzione della variazione dei carichi termici con significativi risparmi (in funzione del numero di ore) rispetto a quelli standard con la tecnologia che prevede due o tre stadi di funzionamento.
Inoltre, la possibilità di realizzare impianti di riscaldamento e condizionamento, utilizzando come fonte l'energia elettrica, costituisce la soluzione ideale nei casi in cui ci si può avvalere delle tecnologie fotovoltaiche, riducendo in tal modo significativamente le spese dei consumi e le immissioni di sostanze inquinanti in ambiente.
In tali casi anche la produzione di acqua calda sanitaria può essere prodotta con degli scaldacqua elettrici.
Generalmente il limite per le pompe di calore, oltre il quale degradano significativamente le prestazioni è di circa -5°C, in tali casi, come quando si hanno temperature esterne al di sotto della media, una resistenza elettrica può integrare la produzione di enrgia termica della pompa di calore;
ciò sia nel caso di un impianto di riscaldamento idronico, con fluido termovettore l'acqua che per impianti a pannelli solari termici che hanno fluido termovettore acqua e glicole, con specifici limiti sulla quantità di glicole definiti dalle case produttrici.
Generalmente, i moduli delle resistenze di integrazione sono caratterizzati da diversi valori di potenza che possono essere attivati, essi mediamente hanno potenze equidistribuite da 2-3 kW fino ad una decina di kW e sono disponobili sia con alimentazione monofase (230V, 50 HZ) che con alimentazione trifase (400V, 50Hz, 3F+T+N);il cavo di alimentazione delle integrazioni elettriche a seconda dei casi prevedono una protezione elettrica di tipo magnetotermica differenziale con una corrente nominale di 32 A (monofase) 0 16 A (trifase).
Elementi caratteristici delle resistenze di integrazione sono il termostato ed il timer; il termostato ha la funzionalità di disattivare l'alimentazione elettrica quando rileva una temperatura del fluido termovettrore, generalmente di circa 70°C, c'è inoltre la possibilità di riarmo manuale se si ha l'esigenza di valori di temperature superiori.
Il timer offre invece la possibilità di programmare l'attivazione della resistenza di integrazione, rispetto all'attivazione del chiller o della generica pompa di calore compatibilmente con le condizioni climatiche.
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