Studiare le cause che comportano l'insorgenza della condensa consente di verificare le zone della struttura edilizia soggette a questo fenomeno.
Il fenomeno dell'umidità da condensa non è derivato esclusivamente da particolari condizioni dell'ambiente, ma anche da altri fattori che fanno riferimento alla struttura edilizia e di tutte le sue componenti.
Una prova distinguibile si ha ad esempio quando all'interno di un locale si leggono in maniera distinta la posizione dei pilastri, delle travi e dei travetti del solaio di copertura.
Questo avviene quando la miscela di aria calda, prodotta da elementi radianti e di vapore acqueo presente nell'ambiente, raggiunge questi punti con temperatura bassa, raffreddandosi velocemente.
Da questo contatto l'aria ritorna al suo stato naturale e si separa dal vapore tramutato in gocce d'acqua che si vanno a depositare sulla superficie muraria causando l'insorgenza di macchie di condensa e di muffe.
Il fenomeno si manifesta ad una temperatura definita punto di rugiada.
Per evitare queste cause, i cosiddetti ponti termici, basta isolare adeguatamente queste zone rispetto all' esterno.
L'insorgenza della condensa non è solo superficiale, ma può avvenire anche all'interno dei muri o dei solai.
Per comprendere meglio questo argomento occorre avere chiaro il concetto che in una struttura edilizia vi è un flusso di vapore, determinato dalla differenza di pressione, e la cui direzione va dall'ambiente più caldo (interno) a quello più freddo (esterno), sia durante la stagione invernale che estiva.
Tale dinamismo è regolato dalla permeabilità dei materiali.
Questo fenomeno naturale comporta, in date situazioni, la creazione di condensa all'interno di uno dei vari strati della struttura.
Tecnicamente questo concetto si identifica con il superamento, in un dato punto dell'elemento, della pressione di saturazione, ossia la quantità massima del vapore che l'aria può contenere ad una certa temperatura.
Semplificando il discorso, e tralasciando aspetti puramente accademici, questo fattore può essere leggibile con l'utilizzo del diagramma di Glaser, un metodo grafico che consente di determinare l'esatto punto in cui si verrà a formare la condensa.
È evidente che, oltre ai valori tabellari, è necessario determinare la stratigrafia nonché la natura dei materiali e la loro permeabilità al vapore.
Dall'analisi su strutture multistrato, si evince la necessità di collocare una barriera al vapore posta a ridosso del materiale isolante e dalla parte da cui proviene il flusso dell'aria calda.
Non è un caso infatti che parecchi isolanti termici abbiano anche incluso uno strato di barriera al vapore.
Da ulteriori prove è possibile anche osservare che una struttura esterna isolata con cappotto esterno, non abbia problemi di condensa rispetto ad un elemento costruttivo composto da più elementi (muratura a cassetta e isolante).
In conclusione, si può affermare che il diagramma di Glaser rappresenta un utile strumento, in sede progettuale, per lo studio del comportamento igrometrico delle strutture e l'analisi dei fenomeni di condensa interstiziale.
Un altro aspetto da definire riguarda anche la traspirabilità delle pareti esterne che consente una corretta evacuazione del vapore contenuto all'interno degli alloggi.
Non bisogna dimenticare infatti che quotidianamente si produce vapore, proveniente non solo dalla cucina o dal bagno, ma anche dalle piante e dal corpo umano attraverso il respiro e la traspirazione.
A questa condizione si associa anche l'umidità presente all'interno delle murature dovuta a fenomeni di risalita capillare
È indubbio infatti che l'utilizzo di materiali completamente impermeabili comporta un accumulo di vapore acqueo e il verificarsi di fenomeni di condensa sulla struttura e conseguenti distacchi di intonaco e pitturazione.