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Il motivo per il quale gli elettrodomestici e le apparecchiature funzionanti a energia elettrica, quando sono toccate, non trasmettono corrente all'utente, è dovuto all'isolamento delle parti metalliche collegate al più noto cavo gialloverde, al quale è assegnato il compito di scaricare al suolo attraverso un adeguato dispersore l'energia elettrica.
Se non ci fosse tale collegamento, unitamente ad altri dispositivi sopraggiunti con l'avvento delle moderne norme in materia di sicurezza, si correrebbe il rischio di restare folgorati.
L'esperienza di essere investiti da una scarica elettrica per la mancanza di un tale dispositivo disperdente credo l'abbiano fatta tutti, attraverso il contatto con la carrozzeria della propria auto carica di elettricità elettrostatica, conseguente allo sfregamento con le particelle di aria.
Il fenomeno avviene soprattutto nelle giornate molto asciutte.
La fastidiosa scossa percepita al contatto con le parti metalliche è la conferma di come il nostro corpo abbia svolto la funzione di scaricare al suolo tale energia.
Nelle attività domestiche possiamo avvertire una scarica elettrica entrando in contatto diretto con un cavo scoperto, senza protezione esterna, oppure venendo con la scocca metallica di elettrodomestici non perfettamente isolati.
Per evitare danni a persone e cose è dunque necessario impiegare anche più dispositivi di sicurezza unitamente.
Per questo, in un impianto moderno, oltre alla messa a terra, sono obbligatori anche gli interruttori differenziali meglio noti come salvavita.
Per comprendere l'importanza dell'impianto di messa a terra è necessario descrivere sinteticamente da cosa è costituito, precisando come il suo dimensionamento, unitamente alle sue caratteristiche costruttive, non possono essere frutto di interventi eseguiti da personale incompetente. È necessario aver prima eseguito un calcolo adeguato capace di garantire una reale e totale dispersione delle scariche elettriche.
Per descrivere l'impianto in oggetto, prenderemo come riferimento una casa unifamiliare costituita da un piano rialzato, posizionata all'interno di un piccolo lotto di terreno, delimitato da una recinzione costituita da muretto in mattoni con soprastante ringhiera metallica.
Nel caso citato, si provvederà a collegare a un'unica linea tutti i cavi provenienti dalle cassette di derivazione, colleganti i poli di terra delle prese di ciascun appartamento dell'edificio, nonché ogni massa metallica presente all'interno e fuori dall'abitazione.
Tutte le diramazioni così descritte confluiranno, mediante idoneo collegamento, in un pozzetto di dispersione a terra, grazie al classico cavo zebrato giallo-verde, così come prescrivono le Norme CEI; all'estremità del cavo zebrato sarà collegata una puntazza metallica annegata nel terreno.
La realizzazione del pozzetto di dispersione può avvenire in opera con materiali come calcestruzzo, mattoni, muratura, oppure utilizzando elementi prefabbricati in calcestruzzo.
Indipendentemente dal tipo di realizzazione del pozzetto, esso dovrà sempre comprendere parte del suolo circostante e la puntazza citata, la quale dovrà essere realizzata con materiale anticorrosione.
Fenomeni rilevanti e piuttosto frequenti, come le scariche elettriche provocate dai fulmini, possono rivelarsi molto più pericolosi senza la presenza di un impianto adeguatamente proporzionato o ancor peggio nei casi in cui si è provveduto a sostituire tale impianto, mediante collegamenti delle masse a impianti idraulici in genere, senza alcun criterio.
Non basta aver realizzato l'impianto per garantirsi una corretta dispersione.
Infatti, l'impianto di terra, cosi come il pozzetto di dispersione, hanno bisogno di essere controllati da personale capace di misurarne i valori di resistenza, cosa che richiede necessariamente l'ispezionabilità del pozzetto in cui è annegato il picchetto dispersore.
La normativa vigente, oltre a richiedere obbligatoriamente la messa a terra di protezione per tutte le costruzioni perennemente ancorate al suolo, richiede la stessa prassi anche per quelle strutture la cui presenza sul suolo è a carattere temporaneo.
Pertanto, nel campo edile ponteggi e altre attrezzature metalliche mobili devono necessariamente essere collegate a terra.
Anche un gazebo realizzato con struttura metallica, impiegato per arredare il giardino, ha bisogno della stessa condizione di sicurezza richiesta dalle strutture temporanee, vista la presenza di impianti elettrici per la sua illuminazione serale, collegata alle sue parti metalliche.
Per garantire una corretta dispersione e quindi il funzionamento in sicurezza dell'impianto di messa a terra, può essere necessario in alcuni casi collegare in parallelo più pozzetti dispersori.
Tale necessità dipende in particolare dalla diversa resistività dei terreni (l'attitudine a opporre resistenza al passaggio delle cariche elettriche), in relazione alle loro caratteristiche chimico-fisiche, oltre al loro grado di umidità.
A parità di carico elettrico, due identiche costruzioni disposte su due suoli di natura diversa, possono richiedere impianti provvisti di un numero diverso di pozzetti disperdenti.
I terreni di origine vegetale sono quelli con la minor resistenza, mentre quelli ghiaiosi o sabbiosi ne offrono una molto più elevata.
Indipendentemente dalla diversa natura dei suoli, la resistenza descritta arriva a dimezzarsi in presenza di umidità. Ecco perché è necessario mantenere il terreno racchiuso nel pozzetto umido, mediante innaffiature specialmente nei periodi di particolare siccità.
In virtù delle problematiche fin qui descritte, si capisce bene come non si possa realizzare senza una adeguata progettazione e misurazione della resistenza del suolo, un impianto ben proporzionato.
Di conseguenza non esistono misure e caratteristiche dimensionali dell'impianto uniche e valide per tutte le situazioni; esistono invece delle raccomandazioni utili da tener presente dettate dalla Norma CEI 64-8/5 in ordine ai materiali da impiegare per la realizzazione dell'impianto.
La norma raccomanda l'impiego di elementi metallici resistenti alla corrosione, per cui ferro zincato, acciaio ramato, rame e metalli specifici per applicazioni in suoli particolari sono particolarmente indicati.
L'impiego di materiali ferrosi non è escluso, ma occorre tener presenti le aggressioni a cui possono essere oggetto da parte di correnti vaganti e sostanze disciolte nel suolo, pertanto si raccomanda in questi casi di aumentare spessori e sezioni impiegate in maniera rilevante.
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